Il collezionista di capsule

Succede che un giorno decidi di personalizzare la capsula delle quattro bottiglie che produci e non ti rendi conto minimamente dell’inferno che si scatenerà dopo.capsule champagne, spumanti

Una media di quattro mail a settimana, una tortura costante perpetuata da persone che non vogliono il tuo vino, bensì solo la capsula. Ti chiedono di spedirgliele, si offrono di mandarti buste già affrancate e che dovrei solo riempire con una manciata delle ambite.

Il tutto è contornato da storie più o meno strazianti di povertà, disagi fisici, lontananze e scenari che ricordano la guerra. Tutti, o quasi, con storie molto simili. Ma la cosa più straordinaria è che nessuno di questi beve vino. Tutti astemi! No dico, ma i francobolli, i soldatini, le macchinine, i Puffi no? Dai, i Puffi!

Ad alcuni rispondo, quando sono in buone, com’è successo l’altro giorno che uno per la prima volta mi ha chiesto di acquistarle. Gli ho detto che la bottiglia costa 25 euro e la capsula da sola 70. Sono in attesa di risposta.


6 risposte a "Il collezionista di capsule"

  1. Un articolo un pochetto irritante. Parrebbe che tutti i collezionisti siano dei mentecatti questuanti e astemi. Probabilmente in tutte le comunità ce ne sono. Esistono personaggi che fanno perfino speculazioni e le capsule che si procurano le rivendono.
    Rispondere però a un collezionista che i costi sono di 25 euro la bottiglia e 70 la sola capsula è un modo semplicemente di dimostrare spocchia inutile.
    I collezionisti in Italia, non sono moltissimi. (per intenderci ce n’è molti di più in Spagna e Francia dove la cosa è degenerata anche da parte dei produttori che emettono decine di capsule alla volta).
    I collezionisti italiani più seri sono iscritti al Club Collezionisti capsule. http://www.clubcollezionisticapsule.it/ .
    Premesso che, passata la novità, le telefonate e le buste affrancate si esauriscono, c’è, in verità, un modo semplice ed elegante per ridurre la speculazione e acquisire consensi.
    Regalare 200/300 capsule al Club (il segretario è Giorgio Canegrati ), che le distribuisce gratis a tutti gli iscritti il mese successivo. Magari chiedergli le modalità di un redazionale gratuito o (ma non fraintendetemi – non è certo obbligo) di una piccolissima inserzione pubblicitaria sull’organo trimestrale. Questo riduce sul nascere tutte le speculazioni e le questue.
    E così finirà l’inenarrabile “inferno” di ricevere la bellezza di 4 mail alla settimana…
    (Quattro mail alla settimana, capisci che inferno… 😀 )
    By the way, la foto non è una bella pubblicità per le aziende franciacortine e italiane in genere. Sono tutte capsule francesi… 🙂
    Ah, io non sono certo astemio 😉 A volte a ristorante scelgo perfino certe bottiglie perchè mi manca la capsula…

    1. Raimondo Vianello si starà girando nella tomba con questo sarcasmo fulminante ;-). Fammi capire, io devo fare le capsule e senza che nessuno me le chieda mandarne 200/300 all’associazione della quale scopro adesso l’esistenza? Magari chiedetele che così acquisirete voi “consensi”, no? O non viene fatto perché la richiesta pare poco “elegante”?
      La chiusa del post è ironica ma pare, a questo punto, che quella mail me l’abbia scritta tu.
      Si, 4 mail alla settimana con oggetto le capsule sono una rottura di palle.

  2. Est modus in rebus. Ci sono gli astemi, i rompipalle, i sommeliers, i curiosi, i collezionisti mono o plurimaniacali. Personalmente ho avuto occasione di ospitare il loro incontro periodico 2 anni fa e mi sono anche divertito. l’azienda ha offerto l’ospitalità e i collezionisti hanno “ripagato” acquistando vino. Per l’occasione, da parte nostra la realizzazione di una scatolina contenente le capsule aziendali di cui una novità (peraltro già prevista in occasione dell’uscita di un nuovo Franciacorta). Il contatto è rimasto, periodicamente si rinsalda una conoscenza che dura sin dalla nascita del club e dalla prima edizione del catalogo.

    1. Marione, il post voleva essere ironico e, a tratti, sarcastico. Ma sono certo che tu l’abbia colto come tale, non ho dubbi.
      Le prime mail sono giunte che le capsule non erano ancora arrivate in cantina, o meglio, dal giorno successivo all’invio del file grafico. L’azienda che le produce risponderà direttamente di questa divulgazione anticipata e non richiesta da parte nostra.
      Come ho scritto sopra se richieste dall’associazione non ho alcun problema a mandargli la quantità che vogliono.
      n’abbraccio

  3. Cerco di spiegarti. Io faccio il collezionista per puro divertimento, ed è una semplice forma di complemento alla mia passione per le bollicine e al mondo del vino in genere. Quindi non sono io a doverti chiedere niente. Che l’associazione (in cui non ho nessuna carica dirigenziale) esiste, adesso lo sai e magari scopri pure che c’è gente seria e non solo questuanti astemi con storie di povertà che riguardano la guerra (Raimondo Vianello, dicevamo?).
    A me non interessano i “consensi” del CCC e non ho interessi di nessun genere.
    Se quattro mail alla settimana “ti rompono le palle” (ma sei sicuro di scrivere da Coccaglio e non da Oxford o Cambridge?), credo che tu abbia una soglia di resistenza allo stress molto labile. Non certo quella ottimale per fare l’imprenditore. Ma sono problemi tuoi.
    Tante scuse per l’intromissione ma mantengo e, vista la reazione, semmai rafforzo il mio giudizio negativo sul tuo articolo.

    1. Usti siamo passati alle minacce. Niente, tu l’ironia non sai dove sta di casa. La frustrazione invece si. Adesso penso un attimo a come rispondere a uno che “non ha interessi di nessun genere”.. dammi qualche minuto che sto guidando, ok?

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