“La gioventù va premiata” è una delle più grandi idiozie mai sentite. Perché diventa necessario premiare qualcuno per la sua età? È come gratificare il merito di qualcuno in base a una scontata variabile, che è cosa di tutti e non oggettiva peculiarità, e non per quello che di fatto produce, che crea.
L’età diventa esaltante elemento a fronte di un lavoro ben eseguito che poi sfocia in un indubbio risultato positivo.
Pensate a quattro amici che decidono di inseguire i loro sogni, immaginate le loro dinamiche nel peggior momento economico che la nostra storia conosca, pensate al loro impegno e alla scommessa che si stanno giocando e poi invidiateli, anche perché vanno dai ventidue ai ventinove anni.
La cosa esaltante è anche questa, vedere persone della generazione Mc Donald, fatta di ragazzine di quindici anni sfondate come se avessero avuto tredici gravidanze, aver voglia d’inventare e di far comprendere qualcosa di culturalmente più elevato e meno facile da trasmettere. Bravi!
“Vita Nova” è il nome del ristorante nel quale hanno deciso di dare corpo e spessore ai loro sogni sospinti da idee lontane dalla banalità. A traghettare i palati degli avventori in un viaggio curioso e affascinante è lo chef Francesco Fascella, che ha ventidue anni, e che è stato orgoglioso allievo di Vittorio Fusari. Con lui in cucina anche Alessio Guerriero che in due, non arrivano a cinquant’anni.
La sala è nelle mani di Roberto Giannoni e Erdjan Misini e il servizio è impeccabile, attento e come di fatto dovrebbe essere ovunque (i piatti finiti non hanno superato il tempo di un minuto sotto il mio naso).
La cucina merita assolutamente una visita. Ciò che mi è piaciuto di più sono state la zuppetta di cozze al pastis (e con il giusto zafferano che adoro) e le costolette di maialino con foie gras, cipolla caramellata, mela confit e panpepato. Perfetta la cottura del maialino con la sua pelle croccante. Mi sono ripromesso di tornare presto per provare l’intero menu.
La carta dei vini avrebbe bisogno di maggior identità per essere più attinente ai piatti ma, nasconde qualche perla di assoluto livello come il Colonnello del 2000 al quale non ho resistito.
Ai lussuriosi: andate a farci un giro! Alla stampa locale (ma pure a quella non locale) invece ricordo l’importanza della scoperta che non dev’essere fatta per il solo impegno profuso, ma per i risultati che l’impegno stesso produce. Fatevi un giro anche voi.
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