Lo scorso luglio ho scritto di Hammarby Sjöstad dopo aver letto un articolo su un noto settimanale. A un amico e alla sua compagna che recentemente hanno fatto un viaggio proprio in quel quartiere ho chiesto di riportare le loro impressioni in merito e ne è uscito un bellissimo quadro che fa sperare (nonostante la distanza con l’Italia sia siderale) e che pubblico di seguito. La firma è di Tatiana Pipino e le fotografie di Luigi Cuel.
G.A.
Quando un pensiero porta a una rivoluzione
Vi è mai capitato di dire “Brescia è la mia citta”? Anche gli Svedesi utilizzano questa espressione, con una differenza: la città è letteralmente di loro proprietà. La vita è influenzata da pensieri del tipo “Questo treno è mio. Perché dovrei rovinarlo?”, o “L’acqua è mia! Perché dovrei sprecarla?”.
Sbagliato o giusto che sia, questo ha reso la Svezia uno dei paesi più all’avanguardia nella gestione delle città.
Un esempio è il quartiere di Hammarby Sjöstad, a sud-est di Stoccolma, nato dall’ambizione della città di ospitare le Olimpiadi del 2004 puntando su un’idea innovativa: costruire un villaggio Olimpico completamente ecosostenibile.
I Giochi non vengono assegnati alla Svezia, ma il progetto va avanti.
Ed oggi, nella capitale svedese, si trova il quartiere più ecologico d’Europa, non solo grazie a ingegneri e architetti, ma soprattutto grazie agli stessi abitanti che sentono la città come propria.
I residenti sono parte attiva del progetto. Per loro è stato edificato il GlashusEtt, un edificio dove si possono discutere nuove idee ed informarsi su come poter migliorare il proprio stile di vita. Qui Jakob ci ha raccontato i vari aspetti di questo grande progetto costato circa 22 miliardi di Euro.
Nulla al caso. “È bene notare che l’architettura e la planimetria del quartiere non sono casuali. Gli edifici non sono più alti di cinque piani poiché le poche ore di luce vanno sfruttate al massimo per scaldare l’ambiente dove viviamo. Le uniche costruzioni alte sono al confine della zona abitata e fungono da barriere per l’inquinamento acustico che proviene dalle strade.
Vi sono poi le vie verdi. Con grandi alberi e corsi d’acqua, non sono state progettate per puro fine estetico . La loro funzione primaria è quella di mantenere in contatto Natura e Uomo per preservare la biodiversità e i microrganismi utili anche per la nostra sopravvivenza. Ogni tanto però qualche sorpresa c’è.” Afferma sorridendo. “Per esempio, l’estate scorsa, una famiglia di alci ha deciso di fare un giro notturno per le vie cittadine!”
Il progetto. “Le idee sulle quali si basa il tutto sono semplici. Le problematiche generalmente sono tre: gestione dell’Acqua, produzione di Energia e smaltimento dei Rifiuti. A partire da questo il progetto si è sviluppato.”
Acqua. “È l’elemento centrale del programma. A Stoccolma si consumano 200 litri d’acqua a persona al giorno. Qui la media si abbassa a 100. Grazie ad un sistema di filtrazione e raccolta delle acque piovane e di scarico, il 95% viene purificata e riutilizzata. Quella pura in eccesso viene rimessa in mare.”
Rifiuti. “Scarti? No, risorse. Oltre al riciclo dei materiali, con i rifiuti organici trattati in grandi cisterne sotterranee, produciamo grandi quantità di Biogas, utilizzato per alimentare mezzi pubblici e scaldare ambienti.”
Energia. “Siamo continuamente alla ricerca di nuove forme di Energia pulita. Stiamo sviluppando un sistema per utilizzare l’energia “passiva”, ovvero quella che viene scartata dagli elettrodomestici, apparecchi elettronici e persino dal nostro stesso corpo, sotto forma di calore. Vi sono degli appartamenti in cui, grazie ad un sistema di ventole, questa energia passiva viene sfruttata per riscaldare l’ambiente. Il sistema è così efficiente che durante l’inverno scorso non hanno avuto bisogno di accendere i riscaldamenti. Decisamente sbalorditivo considerando le temperature Svedesi!”
Con più di 20.000 residenti, Hammarby Sjöstad si pone come rivoluzionario modello e guida per le città del futuro, mostrandoci un nuovo stile di vita ecosostenibile e in contatto con la natura. Un esempio che per noi dovrebbe essere obiettivo da raggiungere. Italia… Impara!
Tatiana Pipino
E noi stiamo sempre a guardare,
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L’autostrada per pendolari-ciclisti è condivisa, in alcuni tratti, da altri mezzi di trasporto ma l’intero percorso è dotato di aree di sosta per il riposo dei ciclisti, stazioni attrezzate per la manutenzione dei mezzi a due ruote e banchine fatte di lastricati completamente lisci per una migliore percorribilità delle bici.
Il percorso per i pendolari sarà agevolato da segnaletica e da una cosiddetta “Onda verde”, ovvero una successione di semafori verdi che lasciano libero il passaggio se si mantiene una velocità di diciannove chilometri orari.
Tutto fa pensare ad un intelligente strategia per favorire il traffico scorrevole nei giorni lavorativi, che si è risolta in un piano costato all’amministrazione circa 40 milioni di euro. La spesa per il piano danese non è bassa ma potrebbe dare una motivazione in più, anche nel nostro paese, se non a modificare, almeno a migliorare le condizioni della viabilità urbana dedicata ai ciclisti.