Cari single, ci siamo! È arrivato il momento, in questo incerto finale d’inverno, appena prima del disgelo e del nostro ufficiale risveglio, di dare una “scossa” alle ultime e pigre domeniche fredde.
Si va a pranzo da amici con spirito primaverile, si cucina, s’improvvisa!
Un momento di preparazione psicofisica per l’imminente primavera, per scacciare via il pigro grigiore invernale e per farci assaporare meglio le giornate in vespa tra le montagne, i laghi e i fiumi della nostra Provincia. Una sorta di prova di trasmissione.
Infatti, il single di “lungo corso” è solito trascorrere le bigie ore domenicali in assoluta posizione orizzontale, rotolando di tanto in tanto in bagno, senza mai far toccare terra ai piedi. Una pratica diffusissima durante il letargo invernale.
Questo inizio di marzo è stato caratterizzato da poche ore di caldo (ma sufficienti per sentire qualcuno starnutire sui marciapiedi, gridando “all’allergia”, o per assistere al colorarsi di alcune vetrine, ancora alle prese con le code dei saldi) prima di ripiombare nella tenebra del gelo.
Forse due giorni ma sufficienti per stimolare quel 5% di entusiasmo che sfodero nei momenti migliori! Impeto, che mi ha portato a fare cose incoscienti, come addentrarmi al supermercato di domenica mattina dopo la messa (gli altri, erano a messa…) per acquistare qualche verdura, qualcosa per cucinare il pranzo di “un single e mezzo” a casa di un caro amico.
Nel supermercato la ressa. Uomini ben vestiti, timidi, al cospetto delle chiome delle loro compagne spesso avvolte in ingombranti pellicce pregne del loro profumo come essenza ravvisabile dal marito segugio, per ritrovare la strada maestra ogni volta che si perde nella corsia dei vini.
Prendo il cestello, ma non ho idea di come riempirlo. Davanti al banco della verdura mi sento rincoglionito dagli invadenti profumi femminili e dal buon odore della brillantina da capelli di qualche anziano. Mi sento osservato. Forse perché sto ancora rotolando come per raggiungere il bagno?? Ignoro qualunque sguardo e scarto a destra agguantando un sacchetto di verdura fresca “Gran Soffritto” (tagliata a micro cubetti)e dei cuori di carciofi freschi, defilandomi poi sulla pancetta affumicata, per scagliarmi come un airone affamato sul caprino fresco. Una gazzella per prendere i “filetti di petto di pollo”, una lepre al banco del pane e un ebete alla cassa con il terrore di essermi dimenticato qualcosa, come nella più classica sindrome da casalinga frustrata e innervosito dal fatto che alla corsia “Cestelli” ci fossero solo carrelli guidati da arroganti signorotti in abito da domenica.
Arrivato in città e dopo aver controllato il contenuto della valle degli echi (il frigorifero del mezzo single) mi dirigo al banco di lavoro per realizzare l’ennesimo esperimento culinario.
Soffritto con olio extra vergine della nonna calabra del “mezzo single”, con sacchetto di verdure a micro cubetti e pancetta affumicata. Spruzzata di vino Porto del 2004(ora, che non venga qualche pirla a dirmi che il 2005 sarebbe stato più indicato).
Poco dopo si prendono i carciofi, in precedenza tagliati molto sottili (vedi foto) mentre il “mezzo single” faceva indispensabili esercizi al pianoforte, intervallati da qualche fetta di formaggella di capra. Dopo un tempo indefinito, adagiare i filetti di pollo (anche se vi consiglio vivamente due bistecche di roast beef alte due dita, magari della Macelleria Roberto di Erbusco) e ricoprirli con i carciofi stessi. Ancora una spruzzata di Porto. Chiudere con il coperchio e lasciare cuocere sempre per un tempo indefinito, oppure finché la fame lo consente. In un altro piccolo padellino si crea una fonduta con il caprino fresco e un poco di latte.
Nel piatto: scaloppa in un terzo, carciofi nell’altro e fonduta nel restante.
Purtroppo la fame non ha consentito di fotografare il piatto “finemente” composto e sempre la fame non ci ha permesso di valutare con un giudizio inferiore a otto, l’ensemble delle materie prime.
Chiedo quindi a qualche coraggioso di provare e poi di comunicarmi il risultato.
In gran finale, perché lo stacco con la pigrizia dell’inverno non risulti troppo violento è consigliabile, dopo aver consumato il piatto, un salutare sollazzo ben distesi sul divano guardando un film e consumando un’intera Mattonella di Bedont. Noi abbiamo guardato “Ex” di Fausto Brizzi, un ironico ma profondo spaccato di vita quotidiana nella società attuale. Lo consiglio vivamente dopo il piatto…