Esperimento spongada

Come già sapete la spongada è il dolce tipico camuno, diffuso da Ponte di Legno fino a Pisogne, prodotto durante tutto l’anno ma in particolar modo nel periodo pasquale. E’ un dolce semplice negli ingredienti, ma lungo e impegnativo nella preparazione. Per questo è molto più semplice andare dal fornaio di fiducia e comprarle 😉 .

La scelta della materia prima è fondamentale. La tradizione da cui proviene la spongada è quella rurale: uova, latte, burro sono quelli del contadino, e anch’io ho fatto la spesa all’origine.

Non esiste la ricetta perfetta: ogni famiglia ne ha una, quella che ho seguito e che vado a raccontarvi è scritta su un foglietto un po’ ingiallito, trovato nell’agenda di casa, e non so da dove provenga. Prevede:

8 uova (si usano solo i tuorli)

300 gr di zucchero

200 gr di burro

350 ml di latte

100 gr di lievito di birra

un pizzico di sale

1 kg di farina + una manciata per fare le palline

tempo di preparazione: 18 ore + 15-20 minuti di cottura

Ho montato i tuorli con lo zucchero e ho aggiunto il burro fuso. Ho scaldato il latte fino a farlo intiepidire, così da poterci sciogliere il lievito e il sale. Li ho aggiunti all’impasto di uova e ho amalgamato la farina un po’ per volta (non ho la planetaria e le fruste elettriche intorno ai 700 gr  hanno chiesto pietà, ho continuato con il cucchiaio di legno e tanta forza).

Fin qui tutto bene, facile direi.

Ore 18.30, : inizia la fase di coccole, nella speranza che l’impasto lieviti a dovere. Lo sistemo al calduccio, di fronte alla stufa a legna, coperto con un canovaccio. Per sei ore riposa e si gonfia.

Al primo check point, ore 00.30, la massa è raddoppiata, e devo assolutamente cambiare contenitore. Ciotole così grandi non ne ho, ma uso una padella alta, che intiepidisco vicino alla stufa mentre, come da istruzioni, rimpasto vigorosamente le mie spongade. Toccare la pasta lievitata è una bellissima sensazione, ho paura di disturbarla, ma la ricetta dice vigorosamente, e me la strapazzo un po’.

Copro l’impasto con un canovaccio e una coperta…. buonanotte!!!

Ore 8.30. L’impasto è triplicato rispetto all’inizio, lo tolgo dal suo giaciglio notturno e lo divido in 12 panetti uguali. Lievitano per altre 4 ore.

Ore 12.30. Il momento della verità. Con la forbice faccio un’incisione sui panetti, li spennello con l’uovo sbattuto e ci metto sopra un po’ di zucchero semolato. Forno caldo, 150 gradi. Prima teglia. Dopo dieci minuti la cucina è invasa dal profumo, le lascio cuocere  in totale per 20 minuti, poi abbasso la temperatura a 50 gradi per 5 minuti, prima di sfornarle…

La pasta è soffice e compatta, non è stopposa;in 5 minuti mia sorella, mio padre ed io ne abbiamo finita una, a ruota una seconda per poter giudicare meglio, il sapore perfetto, non si sente il lievito (cosa di cui avevo terrore, visto esperienze di assaggio precedenti!)….

SODDISFATISSIMA!! Come prima esperienza direi non male…. aspetto la ricetta della mamma di Enrico Togni per fare il prossimo esperimento!!

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4 risposte a "Esperimento spongada"

  1. beh…non posso far altro che complimentarmi…direi ottime! L’aspetto più importante è il fatto che le hai fatte in casa…proprio come si faceva una volta! Mio padre mi raccontava che le donne le impastavano e le facevano lievitare in casa e poi le portavano a mio nonno in forneria per cuocerle! Oggi come si vede si completa il tutto in casa e direi con risultati molto buoni! Brava Lucia….salviamo la Spongada!!! 🙂

  2. brava! la ricetta è uguale uguale solo che mia zia si alza alle CINQUE per fare i panetti della seconda lievitazione così che alle nove le spongade sono pronte, non alle 12:30!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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