La mia “Via Calicis”. Stazione 2, la mia enoteca preferita

Come anticipato ieri sulla nostra pagina Facebook, ecco oggi un altro post dedicato alle mie “santelle” per gli aperitivi o per smangiucchiare qualcosa in Franciacorta e limitrofi.

Siamo in zona Lago d’Iseo, esattamente a Sarnico, una delle località, insieme ad Iseo e Lovere, più frequentate delle sponde del Sebino.

Qui si trova uno dei miei posti preferiti, l’Enoteca Tresanda, un locale ormai storico del posto, che da alcuni anni si è trasferito nell’omonima via, tra le due piazze maggiori del paese, abbandonando la vecchia sede in “contrada”.

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In Tresanda si può… fare colazione dopo le dieci del mattino, aperitivare con un buon calice di vino e fare due chiacchiere con gli “irriducibili”, pranzare con focacce, piatti freddi o taglieri di salumi, ricominciare con un aperitivo alle quattro del pomeriggio oppure acquistare bottiglie sotto la guida esperta di Ines e Roberto, la coppia (in tutti i sensi di proprietari) o Rosanna, la sommelier.

E il cerchio non si chiude qui dato che ovviamente a questo punto della giornata si può ricominciare con una nuova bottiglia ed una cena.

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Insomma, un locale quasi h24.

In Trasanda ci sono alcuni punti fermi.

  • Tante e ricercate bottiglie. La selezione delle bottiglie in enoteca è fortunatamente molto ben fatta. Non si trovano solo i soliti noti ma anche delle etichette particolari (talvolta un pochino troppo, ma solo per i miei gusti) che la curiosità e la vera e propria “sete” di conoscenza porta ad assaggiare. Cantine di tutta Italia, ben distinte regione per regione, riempiono gli scaffali dell’enoteca. Un paio di paio di questi sono dedicati alle etichette estere ed uno per gli Champagne (e anche qui, non ci sono sempre i grandi e costosissimi nomi). Oltre al vino, alcune birre artigianali e l'”angolo dei golosi” dove trovare cioccolato, prodotti gourmet in bellissimi vasetti, prodotti da forno e diversi panettoni artigianali (nella stagione opportuna!).
  • Diverse bottiglie in mescita, aperte a tutte le ore del giorno pronte per qualsiasi tipo di avventore, dal turista all’habituè. Inoltre, settimanalmente, si possono assaggiare alcune bottiglie d’annata e cosine particolari  annunciate nella lavagnetta alle spalle del bancone… questa settimana il vermut con la scorza di limone, l’aperitivo piemontese! Sui semplici menu che si trovano sui tavoli ci sono sempre diverse proposte al calice ma è possibile richiedere al bicchiere anche altro, adocchiato sugli scaffali.
  • Un tagliere con focaccia, salumi e formaggio, oltre alle classicissime patatine, arriva sempre con il bicchiere di vino ed è anche per questo che la Tresanda ha un posto d’onore tra le mie tappe per l’aperitivo.

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  • Enoteca con cucina o quasi. In realtà una vera e propria cucina non c’è perché Roberto, Ines e il giovanissimo Andrea zampettano velocemente dietro al bancone giostrandosi in un andito con estrema leggiadria, senza calpestarsi o darsi noia, una vera maestria. I piatti proposti sono assai semplici ma genuini e di qualità. Si spazia dalle bruschette miste con porcini, pomodoro, mozzarella e origano, stracchino e peperoncino, alle focacce o alle insalate.  Gustosi i taglieri proposti in versione bergamasca, con salumi e formaggi tipici della zona, oppure toscana con finocchiona, soppressata, prosciutto. In questi giorni piattoni di culatello, burrata e fichi la fanno da padrone, insieme a lonza di maiale tonnata e roast beef. In inverno sono sempre disponibili un paio di piatti caldi come la crema di zucca o il minestrone, semplicissimi ma che fanno troppo osteria come piace a me.

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  • La pazienza non è mai troppa. Meglio partire preparati, in Tresanda non è possibile fare prenotazioni ed essendoci spesso molta gente è necessario avere calma ed aspettare che si liberi un tavolo. La gente aspetta, anche all’addiaccio nei mesi invernali per avere un posto a sedere. Un motivo ci sarà, no?
  • Il Signor Mario (in Instagram lo trovate con il suo hashtag #signormario). Non potevo certo dimenticare colui che, insieme ad alcuni personaggi fissi frequentatori, caratterizza il locale. Mario, piemontese trapiantato a Sarnico da diversi anni, è praticamente parte dell’enoteca. Una chiacchera con lui è dovuta ma soprattutto interessante, un ottantenne quasi omnisciente che spazia, nei suoi discorsi da conoscenze, direi tecniche, sulle specie di farfalle a ricordi di un altro tempo. Osservare lui ed Amelia disegnare sulle tovagliette di carta dei tavoli ha sempre un ché di emozionante (#generazioni).

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Penso proprio di aver scritto tutto quel che c’era da scrivere. Aggiungo solo un saluto a Sara e Wilma che si occupano del servizio e che sanno sempre, tra una risata e una chiacchiera, cosa propormi (o no) da bere.

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