Franciacorta, non solo vino. Le Torbiere del Sebino

Mi capita molto spesso, parlando con “stranieri” – e con questo termine comprendo tutti coloro che abitano fuori dai confini franciacortini – di citare le Torbiere del Sebino, l’ affascinante riserva naturale che arricchisce la Franciacorta, a due passi dalle cantine e dal Lago d’Iseo con il quale in alcune zone si unisce, tra un canneto e l’altro. E’ uno dei miei posti preferiti e mi sorprendo sempre se qualcuno, anche oriundo, mi dice di non esserci mai stato. Avevo già palesato il mio amore per questa riserva alla quale, se riesco, io mi reco quotidianamente per una passeggiata e per scattare un innumerevole quantità di foto da pubblicare in Instagram.

A parte in questa occasione non ne ho mai scritto come si deve e quindi lo faccio ora, sperando di far nascere la voglia di una passeggiata sull’acqua. Ah ecco per l’appunto, in questo caso, anche senza l’intervento di Christo, le passerelle, anche se di legno, ci sono.

La storia delle Torbiere è spiegata molto bene sul sito e quindi non mi dilungo affatto su questo aspetto bensì sulle cose pratiche da sapere.

Gli ingressi alla Riserva sono tre, quello centrale in corrispondenza del Monastero di San Pietro in Lamosa (da visitare) dove c’è un ampio parcheggio (ora, forse a causa del The Floating Piers a pagamento ma spero che il Comune di Provaglio d’Iseo torni sui suoi passi); quello nord, in corrispondenza del campo sportivo e tennis a Iseo e dove si trova il centro accoglienza visitatori; quello sud proprio dietro il discutibile (per essere non leggera ma di più) centro commerciale Le Torbiere (in questo caso spero che una bomba caschi proprio in corrispondenza dell’obbrobrio, suppongo che far tornare qualcuno sui suoi passi sia impossibile). Importantissimo sapere che l’ingresso necessita di un ticket di € 1 che si può fare alle macchinette presenti alle porte d’entrata. Farlo è importante innanzitutto perché grazie a quel caffè mancato si versa denaro all’Ente per la gestione della Riserva e perché si possono sempre incontrare le guardie forestali pronte a fare la multa.

In Riserva è vietato entrare con cani o altri animali. Da un certo punto di vista potrebbe sembrare un peccato questo divieto ma se si pensa che le Torbiere sono animate da fauna selvatica e moltissimi esemplari di uccelli di palude si buon ben capire il perché.

Per visitare la Riserva è bene attrezzarsi con un buon paio di scarpe da ginnastica o da trekking, i percorsi ovviamente sono sterrati, talvolta, stretti ed angusti, e soprattutto perché in alcuni punti, essendo l’ambiente molto acquatico ed umido, c’è fango.

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Le Torbiere, con le opportune accortezze, sono “quattro stagioni” anche se per me i colori e i riflessi che si vedono in autunno sono imbattibili. Le foglie iniziano a farsi gialle e rosse e, cadendo a terra, lasciano una più ampia vista sulle vasche d’acqua immobile. Anche nel periodo invernale si può restare basiti dall’incanto di questo posto. Alcune pozze si ghiacciano creando ragnatele sull’acqua che bloccano giunchi, sulle quali si posano le foglie e che intrappolano i pali. E tutto si fa silenzio. In primavera c’è tutta un’altra luce, la vegetazione si fa verdeggiante e i percorsi (e alcune pozze) sono completamente coperte da un tappeto bianco di infiorescenze e pulviscolo. Anche ora, in piena estate, vale la pena, anche se consiglio vivamente di farlo di prima mattina o al tramonto, muniti di citronella.

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La riserva è spesso gremita da vere e proprie squadre di fotografi e di gente con il binocolo, appostati rispettivamente per scattare lo scatto del secolo e per fare birdwatching, attività alla quale le Torbiere si prestano molto essendo popolate da martin pescatori, falchi di palude, cigni, anatre, aironi e molte altre specie di interesse comunitario.

Oltre all’avifauna la riserva è ricca di altri animali, di terra e di acqua. Dai piccoli topolini ai coniglietti (mini lepri) che ti tagliano la strada, dalle tinche ai lucci che popolano le acque delle vasche (in alcune di queste ci si può pure dedicare alla pesca).

Di certo il modo migliore per scoprire la riserva in tutti i suoi aspetti è prenotare una visita con una delle guide ufficiali. Per farlo basta contattare il centro accoglienza.

Le foto che ho inserito nel post di oggi sono solo una minima parte di quelle che potete trovare (anche solo sul mio account) in Instagram con l’hashtag #torbieredelsebino, andate a vedere!

 

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2 risposte a "Franciacorta, non solo vino. Le Torbiere del Sebino"

  1. Bellissimo articolo Arianna e bellissime foto, poetico e sentito. Vivo a Rovato ormai da tanto e come spesso accade, vivendo vicino a posti del genere tendi sempre, sbagliando, a rimandare.
    Hai fatto davvero bene a scrivere questo articolo, inizierò col visitare le Torbiere in autunno con la mia bimba.
    Come te anche io spero che la terra inghiotta quella schifezza di centro commerciale, un’inutile colata di cemento ormai commercialmente morto.
    Ciao e grazie.

  2. Caro Francesco grazie e scusa se rispondo solo ora al tuo commento. Ti segnalo, visto che leggo che hai figli, che spesso vengono organizzate interessanti iniziative per i bimbi, comprese delle settimane estive alla scoperta degli animali della riserva oppure dedicate all’ecologia. Segnalerò, appena verrà organizzata, la giornata con Legambiente per pulire il parco, è sempre bello ed educativo fare questa esperienza con i bambini. Per quanto riguarda il centro commerciale, che dire, io di parole da spendere non ne ho proprio. E’ una costruzione che non avrebbe mai essere stata eretta e come dici tu, commercialmente morta. Negozi chiusi da anni, spazi vuoti, avventure commerciali che durano 3 mesi e poi chiudono. Mi sono vergognata a scrivere che una delle entrate è proprio dietro al centro… non aggiungo altro.
    Ti auguro una bella gita con la tua bimba, mi raccomando foto a raffica! A presto, Arianna

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