Camossi Satèn Millesimato 2010. Made in Erbusco

C’è un vigneto dietro casa Camossi che da anni regala soddisfazioni non indifferenti. Una base ricca e fine, così profumata di fiori d’arancio da spiccare sulle altre per assoluta identità e freschezza. Una frazione di pressa molto stretta, solo il fiore. Grasso e nerbo, un’acidità equilibrata a dare sostegno e slancio a una beva golosa; così si presentava già la base al primo incontro.Franciacorta, Camossi, Erbusco, Wine

Nel 2010 dopo una lunga degustazione delle basi durata ore in prima battuta e molte giornate a seguire, fugato ogni dubbio, abbiamo deciso di rendere merito alle suadenti note di quel vino portandolo in bottiglia e di non utilizzarlo in taglio con uve di altri vigneti. Prezioso e serviva coraggio nel prendere una decisione per fare un Franciacorta “più lungo” sottraendo risorse a vini il cui mercato si stava consolidando con crescente richiesta. Claudio e Dario hanno dimostrato maturità, si sono guardati e hanno accettato subito di tenere separato il vino, perché già conoscevano da tempo quella vigna e quella terra.Franciacorta, Camossi, Saten, Millesimato

Un tiraggio “low pressure” affinché nemmeno la co2 possa creare angoli dove non ci sono o insidiare la delicatezza di questo naso. Un Satèn -per la precisione- e rivendicato come tale che nell’annata 2010 abbiamo lasciato sui lieviti oltre 31 mesi; poi serviva ancora tempo. Dopo la sboccatura l’abbiamo tenuto in cantina per altri 12 mesi prima di farlo arrivare sulle tavole dei consumatori.Franciacorta, Camossi, Millesimato, Wine

Sempre di più il concetto temporale post sboccatura è qualcosa di essenziale per il perfezionamento organolettico nei vini dei fratelli Camossi. L’azienda è sufficientemente matura per mettere in commercio vini con oltre due anni di affinamento in cantina dopo la sboccatura e senza alcun timore, bensì con la certezza del valore del tempo e il suo conseguente rispetto.

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2 risposte a "Camossi Satèn Millesimato 2010. Made in Erbusco"

  1. Giovanni, scusi, mi potrebbe dare qualche indicazione sul tempo che lei chiama “post-sboccatura”? per questa bottiglia Camossi è chiaro, visto che lei conosce bene il vino, ma per altri metodi classici esistono regole o bisogna vedere caso per caso? se penso a quando dicevano che bisognava bere entro 6 mesi dal degorgement…

    1. Non esistono regole predefinite in quanto ogni vino è una storia a se e ogni produttore fa ciò che ritiene più opportuno. Nel caso di Camossi, per come vengono lavorare le uve e le basi e le conseguenti scelte nei tagli, abbiamo ritenuto opportuno per alcuni vini più di altri, tenerli in cantina dopo la sboccatura perché ci soddisfano di più. Li degustiamo più volte e quando raggiungono un livello di piacevolezza da entusiasmarci, li mettiamo in commercio. Non è un punto d’arrivo, ma di partenza per un evoluzione costante e positiva.

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