Otto giorni, sei aerei, treni, metropolitane, monorotaie e un centinaio di chilometri percorsi a piedi con qualsiasi condizione climatica; queste le basi di partenza delle giornate americane trascorse con una delle uniche persone che conosco dal primo istante di vita. O meglio; lui conosce me da sempre.
Non ha mai arrancato una volta, il suo passo è sempre stato all’altezza dei ritmi frenetici imposti dalla curiosità e dalla voglia di mangiarsela, quest’America! Mai neppure un cedimento, anche quando la neve aveva invaso i marciapiedi e avanzare si faceva faticoso. Un bulldozer. È stato ovunque e durante le ore di degustazione se ne andava con Nico verso mete più popolate come la salita a Rockefeller Center, il Guggenheim e il Metropolitan sfidando i ghiacci di New York. Ha visitato Alcatraz attraversando il vento della baia e l’oscurità di quelle celle e adesso, ha fatto sue le abitudini carcerarie di Al Capone e le nomina quasi fosse stato un suo confidente. Le sussurra, come se dietro avesse un secondino pronto a randellarlo.
Ha respirato l’eucalipto di San Francisco al Golden Gate Park e bevuto del vino in una casa di New York. È stato a un passo dalle chitarre di Hendrix e sulla Center Monorail che passa nel mezzo di Seattle realizzata per Expo62 e ha cavalcato i saliscendi a bordo di un Cable Car fino alla Lombard Street. Ha mangiato Pastrami da Katz’z fregandosene totalmente di “Harry ti presento Sally” e ha fatto colazione dai coreani sulla 32esima con regolare bicchierone di caffè e due etti di torta al cioccolato, una di quelle che non si scompongono nemmeno dopo dieci giorni d’intemperie.
Si è scolato una mezza yard di birra alla Yard House nel cuore di Seattle, accompagnandola con un Hamburgher “da vero americano, man!” come direbbe Jeremy, che ho potuto abbracciare a New York in una indimenticabile serata a casa di Alice Feiring. Ha pure mangiato ostriche bevendo IPA con alcune otarie al tramonto nella baia. Si è divertito e io anche e il resto lo porterò sempre con me. Se come me avete la fortuna di avercelo, prendete vostro padre e andatevene dove non avreste mai pensato di poterlo vedere.
Bravo Giovanni !! Io l’ho fatto finché ho potuto e comunque sempre troppo poco purtroppo. Spero che Leo faccia lo stesso con me. Un abbraccio. Franco.
grande Mr. Giovanni! 🙂