Casa dei Tajarin: le Langhe che mi piacciono

Prendo un borsone e ci infilo due cose a caso, di corsa. Si torna in Langa. L’affanno da ritardo è ormai quasi consuetudine anche se ultimamente sto scoprendo una me stranamente disinvolta nel gestire le ansietà caratteriali. Credo sia tra le (poche) felici eredità del diventare vintage.

La due giorni langarola prevede una tappa in quel di Monforte d’Alba, perchè ci sono galline in ceramica da consegnare (sono serissima, purtroppo) e cose di cui parlare. Ma soprattutto boccate d’aria da prendere. Dimentico telefono e orologio, mi perdo in vigna e annuso l’aria. Nutrirsi di un paesaggio, un incontro, del tempo condiviso. Nutrirsi di ciò che per noi è bellezza per poterla spacciare, suggerire. Per amplificarla.

InstagramCapture_1ed7e96b-ff19-45a6-a182-f3ac02a3cc71_jpgÈ in fondo tra i “perchè” che mi spingono a scarabocchiare qui sopra, rubando tempo a questo “tempo denso” e così inaspettatamente bello che da un pò mi trovo a consumare. “Sai Ferdi, volevo passare a prendere un pò di pasta da Mauro Musso,  lo conosci?” Il tempo di cercare il numero e li sento masticare qualcosa in ostrogoto (necessito di lezioni di langarolo) “Ti accompagno anch’io così prendo un pò di pasta“. E così prima di rientrare nel piattume padano faccio un veloce (pensavo io) pit stop ad Alba. Ferdi sta con noi giusto il tempo per la spesa. “Mi aspetta Francesco Orini per un’intervista” (..vignaioli duepuntozero).

mauro musso mastro pastaio-21Ho conosciuto Mauro qualche anno fa durante una delle tante fiere enoiche che noi avvinazzati amiamo frequentare. Mi ero avvicinata al banchetto incuriosita dai suoi sfarinati antichi: “se passi più tardi te li faccio assaggiare“. E visto che più tardi sarei stata altrove, è stato così gentile da regalarmi un assaggio che, evidentemente, si è fatto ricordare.  La storia di Mauro e della Casa del Tajarin, è figlia delle necessità (e virtù) di chi è stato costretto a reinventarsi. Gli allevamenti avicoli di famiglia furono letteralmente spazzati via dall’alluvione del ’94. Per molti quell’evento mandò in fumo il lavoro di una vita: “..avevo perso tutto quel che avevo, mi son trovato sul lastrico e la prima cosa che ho trovato l’ho presa. E poi mi è venuto in mente, non so neanche bene per quale motivo, di mettermi a far la pasta. Conoscendo quella che era la realtà della grande distribuzione (Mauro ha lavorato per 12 anni in un supermercato) sono andato esattamente all’opposto“.

WP_20140624_005Nuovi inizi segnati dalla difficoltà, dall’emergenza, ma anche dalla volontà di intraprendere un percorso con nuove energie e consapevolezze. Mauro seleziona farine, sfarinati e semole provenienti da dodici diversi mulini (o undici? Posatela voi la forchetta per prendere appunti!), dislocati quasi esclusivamente in Italia. Molte varietà antiche, molte farine integrali e semi integrali coltivate nel rispetto del territorio. Filosofia produttiva e varietà selezionate sono ben  raccontate sul SITO e non serve aggiungere altro a quanto già potete leggere.
Voglio però spendere due parole su quello che poi ci si trova nel piatto. Una pasta profumatissima che quasi ti spiace condire tanto è gustosa. Uno stomaco che gode. E a dirlo è una che ha quasi bandito la pasta perchè solitamente foriera di digestione da bradipo e stomaco a mongolfiera. Credo di essermi pappata un bel 150 grammi di tajarin e casarecce senza avvertire alcun fastidio. Olè.

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caserecce semi integrali con pesto Langarolo  “non me le condire, che voglio assaggiarle in purezza”

Il piano terra dell’abitazione di famiglia ospita il laboratorio e la piccola bottega, dove non mancano una stanza “per gli assaggi con gli amici” e  un’altrettanto interessante piccola selezione enoica (dovevo tornare in Langa per ritrovare il Vigne della Brà di Filippi del 2006).

WP_20140624_01320140624211759Il momento della spesa si è dilatato e c’è stato il tempo per un piatto di tajarin, per i racconti, per stappare una bottiglia. Per nutrirsi di quella bellezza che merita di essere condivisa. Questo puzzle langarolo è un crescendo di bei tasselli. La familiarità con questi luoghi è così prepotente da farmi pensare ad un trasferimento a tempo indeterminato. Poi penso che lo spirito vagabondo mi farebbe avvertire la nostalgia per quel “altrove” ancora da esplorare. E così spingo l’acceleratore e provo a raggiungerlo.

Passate a trovare Mauro e assaggiate i suoi prodotti. Fatevi un regalo.

Contatti:

Casa del Tajarin

Viale Cherasca, 94 – Alba (CN)

tel: 0173/363575

mail: mauro.musso@libero.it

 

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5 risposte a "Casa dei Tajarin: le Langhe che mi piacciono"

      1. Golosissime. Ecco, m’è venuta fame..me possino! La prossima volta scrivo di lampade, che quelle non si mangiano 😉

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