Con una partenza anticipata abbiamo salutato Santa Cruz e siamo risaliti in macchina in direzione Napa. La compilation di Jeremy oggi gira solo le sigle dei telefilm tra i ’70 e gli ’80. Parte una sarabanda per individuare la serie corrispondente al brano con ovazione assoluta per Starsky & Hutch cantata in soli “na-na-na…” a squarciagola.
Andiamo verso nord e il paesaggio muta in continuazione. Troviamo piante mai viste che dopo qualche miglio cambiano nelle forme e nei colori e nei profumi. Passiamo da San Jose e via sulla 680 che poi diventa 780 fino Vallejo e poi ancora a nord per l’American Canion fino giungere a Napa.
Quando si entra nella Valley si è avvolti dalle vigne e non ti può venire in mente nient’altro se non il vino. È un vero e proprio territorio che si è sviluppato con criterio e non ci sono i centri commerciali tra una cantina e l’altra. E neppure delle orribili villette a schiera c’è traccia. Gli abitanti di Napa preferiscono le vigne al cemento e nessuno vuole nuove edificazioni.
La cittadina, che avevo già avuto modo di girarmi in lungo e in largo la volta precedente, sembra il paese delle fiabe. Ordine, pulizia, aria fresca e donne elegantemente vestite che passeggiano con il cane al guinzaglio e che colorano le strade. In ogni dove si voglia addentare qualcosa è un centro sicuro. A Napa si mangia benissimo ovunque e si può fare ancora meglio se si ha voglia di regalarsi una colazione da Bouchon o un piatto da Thomas Keller poco più avanti.
Napa sta cambiando e nei suoi vini si sente l’odore di un profondo mutamento che merita attenzione. Il mio ricordo di una degustazione seria di vini di Napa porta il 2000 come data e gli appunti indicavano grassa opulenza e stanchezza in vini molto legnosi e uniformi e così non prendemmo la rappresentanza.
Il parere di tutti in merito ai vini degustati da Craig Camp nella sua Cornerstore Cellar è stato assolutamente positivo e stupefacente. Craig produce prevalentemente cabernet sauvignon e sauvignon blanc a Napa e chardonnay e pinot nero in Oregon. Tutti vini esemplari nelle loro fattezze.
Snelli e golosi, con i legni ben integrati nel frutto. Un grado alcolico mai eccessivo. Vini di grande identità che se dovessi trovare in una carta dei vini di un ristorante in Italia, acquisterei sicuramente.
La notte la passiamo a Sonoma, altra cittadina vitivinicola più a ovest di Napa dove comunque torneremo domani, invertendo i giorni. Dormiamo in una sorta di giardino zen. Ci aspettano altri vini, altre strade e altre persone da riabbracciare.
Sono contenta che ti piace Napa tanto.
tomorrow the second part 🙂