Anosmie, osmofobie e altre traggedie simili.

Non so se sia colpa della vecchiaia (mettiti il golfino di lana mode on), dell’esperienza diretta e del mio essere in perenne allerta, o del mood da condivisione di esperienze socialmente utili post ansie/scazzi/speranze (vane?) elettorali. Ma tant’è. Oggi va così.

Vi siete mai chiesti come sarebbe la vostra esistenza se non poteste percepire odori e sapori? Se non poteste più sentite la sella del cavallo sudato e i sentori di cipria nel vino (ogni riferimento a descrittori liberi improbabili è puramente casuale). Se non poteste godere dell’aumento di salivazione che anticipa il morso ad un pezzo di focaccia appena sfornata (stra)imbottita di mortazza. Se non poteste più far esultare le voste papille come davanti ad una finale di champions (cose che scrivi dopo aver osservato l’homo sapiens italicus in detta situazione). Che vita sarebbe?

funariImmaginate di trovarvi in questa condizione, come cambierebbero le cose? E chissenefrega, direte! Perché ipotizzare l’assurdo? Non ci sono già abbastanza problemi? In effetti, tra le dentiere sottratte alle casalinghe e le minacce di maltrattamenti a Dudù, posso capire siate impensieriti. Ma se siete sopravvissuti a questo (…) sono certa sarete abbastanza forti per affrontare nuove consapevolezze.

La riflessione nasce da un percorso personale e dall’attività formativa che in questi anni è diventata, suo malgrado, anche uno strumento per monitorare eventuali deficit. In sintesi, dal fatto che l’ipotesi è purtroppo tutto fuorchè assurda. E dato che TUC è letto da un manipolo di viziosi incalliti, ho pensato fosse cosa buona e giusta fare del sano terrorismo mediatico.

Parto da me: scena 1, interno giorno. Il set è una palestra, io ho poco più di 18 anni e l’azione mi vede prendere una pallonata in pieno volto durante una partita a basket. Avete presente il lancio teso in cui chi passa e chi riceve si scambiano solitamente uno sguardo d’intesa prima di passare palla? Non sempre, appunto. Fortunatamente al di là del dolore iniziale il tutto si è risolto con un po’ di ghiaccio e nient’altro. O così pensavo.
Passano gli anni ed inizio a convivere, senza nemmeno rendermene conto, con i sintomi di una deviazione quasi totale del setto nasale. Il mio naso era “un casino”, per citare testualmente la diagnosi del mio otorino. I sintomi? Respiravo male, ero perennemente raffreddata, soggetta a frequenti mal di gola, otiti e pure vertigini (olè!). Ah, ovviamente non ero nemmeno un cane da tartufi. Sebbene nel mio caso la scelta di finire sotto i ferri non sia stata dettata dall’esigenza di cogliere il “fieno lodigiano di secondo taglio” (cit.), devo ammettere che molto è cambiato successivamente sia in fatto di “intensità che di ampiezza olfattiva”. Le deviazioni del setto nasale sono decisamente frequenti nella popolazione (a detta dell’otorino si stimano 80 casi su 100). Moltissimi ci convivono felicemente perché la cosa “non costituisce reato”, altri ancora qualche problema lo hanno ma sposano la teoria che un indizio non sia una prova. E poi ci sono quelli che (come la sottoscritta) non possono più ricorrere in appello e si vedono costretti a scontare la necessaria pena.

Il rapporto qualità della vita/percezione odori è molto più intimo di quanto si pensi. Spesso ce ne rendiamo conto solo quando le cose smettono di funzionare come dovrebbero. “I can’t smell my girlfriend anymore” diceva il cantante degli INXS divenuto anosmico dopo un incidente. Pare sia stata proprio l’anosmia (la perdita totale del senso dell’olfatto) la causa della sua depressione e del conseguente epilogo noto a tutti. La bibliografia scientifica riporta molti casi simili e parla diffusamente del rapporto olfatto/benessere psicofisico.

scent of desireA tal proposito c’è un libro che ho consigliato, regalato e letteralmente sniffato: The Scent of Desire di Rachel Herz. Una lettura che suggerisco a chiunque voglia approfondire l’argomento e scoprire qualcosa in più su sé stesso (c’è da masticare un po’ l’inglese, il libro non è stato tradotto che io sappia).
Tornando alle cause ed escludendo i traumi da scene fantozziane, molteplici sono fattori che possono portare ad una diminuzione, alterazione e perdita della capacità olfattiva. Semplificando potremmo suddividerle in cause di tipo ostruttivo, ovvero deviazioni del setto, ipertrofie dei turbinati (una sorta di palloncini che fungono da filtro/termosifone per l’aria inspirata) e poliposi nasale; e cause neurosensoriali, ovvero quelle in cui sono le cellule olfattive o le loro strutture nervose ad essere danneggiate (nervo olfattivo o area cerebrale olfattiva) vuoi per danni e patologie neurologiche, vuoi per esposizione ad agenti irritanti, vuoi per il normale invecchiamento cellulare (solo per fare alcuni esempi).

Quanti e quali sono i disordini dell’olfatto?

– Anosmia: perdita del senso dell’olfatto;
– Iposmia: ridotta capacità di percepire tutti o alcuni odori;
– Anosmia specifica : impossibilità di percepire determinati odori;
– Iperosmia: detta anche iperestesia olfattiva. Esagerata sensibilità olfattiva;
– Disomia: alterazione della percezione degli odori;
– Eterosmia: la condizione in cui tutti gli stimolti olfattivi sono ricondotti ad uno stesso odore;
– Fantosmia: consiste nella percezione di un odore in assenza di molecola odorosa. Viene detta anche allucinazione olfattiva;
– Cacosmia: quando un odore normalmente gradevole viene percepito come sgradevole;
– Torquosmia: alterazione olfattiva in cui un odore normalmente gradevole è percepito come chimico, bruciato, metallico;
– Osmofobia: paura, avversione, repulsione o ipersensibilità psicologica a odori. Se soffrite di emicranie l’avrete quasi certamente sperimentata;
– Presbiosmia: diminuzione delle capacità olfattive proprie dell’invecchiamento.

I sintomi sono più o meno quelli elencati, lo studio sulla capacità olfattiva continua ad essere affidato a metodi empirici, quindi l’olfazione di sostanze in grado di stimoltare in meniera specifica i recettori olfattivi, eventualmente associandola ad altre sensazioni (ad esempio in presenza di sostanze irritanti) . Com’è intuibile alcuni danni sono riparabili e altri no, ma qualunque sia l’origine del problema l’otorino è il vostro uomo, quantomeno per la diagnosi.

Vi riconoscete in qualcuno di questi sintomi? Avete fatto a pugni e da allora respirate male? Avete preso un palo della luce sul naso (fatto anche quello) e da allora siete sempre raffreddati? Fatevi vedere da uno bravo. Mi ringrazierete, forse..

E i disordini dell’apparato gustativo? Per ora  “testatevi”, poi ne riparliamo..

test consolatori
test consolatori

 

 

 

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2 risposte a "Anosmie, osmofobie e altre traggedie simili."

    1. Grazie Andrea!
      eh, in effetti 😉
      Ma se ci son riuscita io credo sia accessibile quasi a tutti. Non ci sono troppi tecnicismi, basta munirsi di un pò pazienza e magari di un vocabolario.
      Se ti interessa il tema olfatto ti suggerisco “Il naso intelligente” di Rosalia Cavaliere. (qui una recensione http://www.lucianopignataro.it/a/rosalia-cavaliere-il-naso-intelligente-cosa-ci-dicono-gli-odori/5932/) affronta il tema in modo diverso perchè le autrici hanno una formazione differente ma sono entrambi illuminanti per certi aspetti.
      Altrettanto interessante è il blog di Anna d’Errico, neuroscienziata che studia l’olfatto: http://perfectsenseblog.com/2014/02/17/lodore-dei-sogni/

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