Terra, Orzo e Cervogia. Carlo Fiorani e il suo fare agricoltura.

Carlo Fiorani non è certo nuovo da queste parti. Del suo progetto parlò diffusamente Giovanni e le sue parole ben raccontano i passi e i “perchè” di questo ritorno al mondo agricolo. C’è odore di verità nel percorso di Carlo. E di intelligenza, consapevolezza (pazzia qb). Una verità non gridata, infiocchettata, preconfezionata e forse nemmeno perfetta, ma il suo messaggio arriva potente e carico di una bellezza tangibile, “edibile” e guduriosa.

È bello seguire l’evolversi di un progetto costruito con intelligenza e sensibilità verso tutta una serie di tematiche. Le cerealicole coltivate che si trasformano in profumatissimo pane.

pane-002Quello che ti piace raffermo, quello che eviti di comprare sempre perché lo divori come se non mangiassi dal ’92, lo stesso che addenti alle due di notte di un martedì qualunque mentre torni a casa (“asciugone” gourmand).
E poi i ragazzi, coccolati e allevati comediocomanda (tuttoattaccato), alimentati con i foraggi prodotti in azienda.

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ph: Lara Abrati

E le ragazze che razzolano libere in cortile, belle in forma con quelle cosciotte muscolose di chi “mica ci sta in batteria”.

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ph: Lara Abrati

E le orticole, le conserve, le uova i salumi (epici!).

E poi le birre. Essì, pure quelle.
Il troppo stroppia? A volte ho l’impressione ci si sia completamente scordati di com’erano strutturate le aziende agricole fino a 50 anni fa. E il discorso non è per nulla nostalgico. Qualcosa ci avrà pure insegnato oltre mezzo secolo di industrializzazione agricola (no eh?). La pesantissima eridità di una sostenibilità al collasso e, in sintesi, della nostra stessa sopravvivenza è fin troppo evidente.

 

InstagramCapture_2988b8b0-85f7-42ea-b366-d6bb505c70d6_jpgMa stavo parlando di birre. O meglio dell’orzo distico che Carlo coltiva sui suoi terreni a Castelverde (CR). Il malto pilsner ha dato i natali a due birre: la RIP, (rest in..) pilsner mono luppolata, dryhoppata, tenuta a battesimo in quel piccolo “paradiso” brassicolo del Carrobiolo e ora brassata dai “pugnitesi” di Brewfist; e L’Orzomio, blond ale brassata nella “nicchia” di Montegioco. I birrai scelti per queste prime opere alchemiche sanno il fatto loro, i malti di Carlo hanno rese elevate (a detta dei birrai stessi) e le birre prodotte sono il risultato di questa felice sequenza di fattori. Che altro dirvi? Potrei lanciarmi in descrizioni birronerdofile da sentori resinosi o di frutte tropicali, parlare di carbonatazione e di equilibrio gusto/tattile. Ma non lo farò (gne gne). Vi posso suggerire di provarle. Vi posso dire di averle assaggiate quanto basta da scordare di avere chilometri da percorrere e una petente da conservare (“favorisca i documenti” is the new “Wendy, amore, sono a casa..”).
Nel mare magnum di birrifici, brewpub, collaboration brew, brewfirm l’offerta è davvero ampia. Il rinascimento birrario ci consegna oggi uno scenario vastissimo e una qualità in costante crescita. Ma tra i moltissimi illuminati, c’è anche chi spera di vivere di luce riflessa e chi insegue (e scimmiotta malamente) la modaiola cervogia. Quel che è certo è che la “fermentazione” è partita così velocemente da far mangiare la polvere a qualsiasi progetto agricolo legato al mondo birrario (ma cosa sarebbe la birra se non la trasformazione di prodotti agricoli?). La quasi totalità delle materie prime brassate su suolo italico continua a parlare altre lingue (eccerto! mica l’abbiamo fatta noi la storia). Credo sia il momento per guadagnare almeno qualche posizione. Ecco perchè trovo incoraggiante vedere i primi segnali in questo senso. Le prime sperimentazioni sui luppoli autoctoni, i primi i maltifici. Gli orzi italiani..

Perchè mi piace il progetto di Carlo? Fate un pò voi.

Pani, uova, conserve, salumi e birre vi aspettano nel punto vendita di Cremona (viale Trento Trieste 146).

Questi gli orari d’apertura del negozio:

Lunedì e Venerdì solo al pomeriggio dalle 15.30 alle 19.30

Martedì, Mercoledì, Giovedì, Sabato il mattino dalle 9 alle 13, il pomeriggio dalle 15.30 alle 19.30

La domenica chiuso tutto il giorno

questi i mercati:

-ogni Venerdì mattina: mercato agricolo di Cremona al Foro Boario di via Mantova;

– ogni PRIMO, TERZO e QUINTO sabato mattina del mese: Mercato della Terra di Rezzato (Bs) in piazza Martiri di Cefalonia, organizzato in collaborazione con la condotta Slow Food di Brescia;

-ogni PRIMO e TERZO sabato mattina del mese: Mercato della Terra di Milano, alla “Fabbrica del Vapore in via Procaccini 4.

L’invito è però quello di passare a trovare Carlo in azienda e respirare un pò della sua verità.

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