Letteralmente (ma ci arrivo tra un po’). La notizia merita di essere condivisa e mi auguro amplifichi l’entusiasmo di chi salirà in cattedra in quel di Manhattan tra qualche mese. È l’ennesima testimonianza di questa generazione choosy e senza spina dorsale che, “si dice in giro”, ammorberebbe quanto resta del bel Paese. È anche l’ennesima testimonianza di quel tesoro gastronomico e culturale che il mondo ci invidia (e copia malamente) e che troppo spesso non sappiamo tutelare e comunicare.
Ho conosciuto Davide Mantovani qualche anno fa. Ventottenne, nato e cresciuto ad Isola della Scala (la bassa veronese), una triennale in Scienze dei beni Culturali, laureando in Discipline Artistiche e un interesse maniacale per ciò che ha rappresentato ed è oggi la cultura contadina. Se hai queste attitudini e cresci in un contesto come quello isolano, il tutto non può che assumere i contorni liquidi e sinuosi delle risaie e del riso.
Tra una scultura di Canova e uno scavo Scaligero c’è modo e tempo per appassionarsi alla cultura risicola e alle narrazioni di questi territori. Davide collabora a progetti formativi e di promozione territoriale con il Centro Turistico Giovanile del Veneto e, parallelamente, segue alcuni progetti per l’azienda agricola Melotti, tra le realtà a vocazione risicola più grandi in Italia. Proprio la famiglia Melotti decide di “spedirlo” a New York, affidandogli la gestione dei lavori d’apertura della loro prima risotteria oltreoceno.
Immaginatevi alle prese con ristrutturazioni e burocrazia in un contesto di cui sapete poco o nulla. Immaginate di doverlo fare nel più breve tempo possibile e di dover (ovviamente) contenere i costi. Il suo racconto è ricco di quel trasporto che ci consegnano solo le grandi imprese. Non gli serve frugare molto nella memoria per riportare alla mente quest’esperienza. Pare che le cose “laggiù” stiano procedendo davvero bene. A quando (e dove) la prosssima risotteria? 😉
Mentre ci beviamo uno spritz (so come salvarmi dall’enofighettismo), Davide mi mostra una brochure:
Randall’s Island Park è l’enorme polmone verde che vedete nella mappa linkata. Un’area vastissima sita tra il Bronx, il Queens e L’East River, fucina delle attività più disparate. Tra queste gli Youth Programs, una serie di percorsi formativi e ricreativi pensati per sensibilizzare i bambini ad uno stile di vita “healthy”. Dallo sport agli orti urbani il programma è davvero ricco. Certo a noi potrà sembrare ordinaria amministrazione, ma scorgere una lista infinita di ortaggi, cereali e compagnia bella coltivati, raccontati e cucinati in loco mi è parso davvero poco ordinario. Soprattutto se calato in quel contesto. Per certi aspetti un esempio da seguire.
“Chi gestisce il programma didattico e gli orti urbani di Randall’s Park ha sentito parlare della Risotteria e ha contattato Gianmaria Melotti (the big boss, ndr) chiedendogli se fosse possibile organizzare attività formative legate al Vialone Nano e Carnaroli e lui mi ha chiesto di occuparmene”.
È o non è una cosa meravigliosa figata?! Dalla semina alla sbramatura, dalla tostatura alla mantecatura (perchè a ‘na certa si assaggia pure) quest’avventura di “rice man in NY” inizierà a maggio e terrà occupato Davide per alcuni mesi. L’in bocca al lupo è d’obbligo, anche se sono certa non ne abbia bisogno. Sarebbe altrettanto bello poter sapere come procede il tutto.
Davide, lo sai, qui sei il benvenuto casomai avessi qualcosa da raccontarci. Daje!
Ala faccia dei veci esperti Che San tutto loro!!!
E non tutti i “veci” accumulano esperienza. Molti sono ricchi solo degli anni sulla carta d’identità 😉
L’ha ribloggato su Silverflower's Garden.