Consorzio Franciacorta e nuova sede. No a inutili cementificazioni.

Tra le varie iniziative che sono state illustrate dai vertici consortili nell’ultima assemblea dei soci prima della pausa natalizia, ha avuto un certo risalto la questione della nuova sede per gli uffici consortili. La cosa certa è che il Consorzio Franciacorta ha bisogno di uno spazio più grande per gestire al meglio la miriade d’iniziative che propone ogni anno. Attualmente non c’è un magazzino nel quale stoccare i vini, che alla fine vengono ammassati nell’unico corridoio tra gli uffici e la cosa, da un punto di vista qualitativo, non gioca a vantaggio del vino.

Tra le idee snocciolate, oltre al recupero architettonico di un vecchio cascinale anche un paio di possibili nuove costruzioni.Franciacorta vini, Iseo, Lago Iseo, Guglielmo

Prima di montare una qual si voglia polemica mi chiedo se, nel 2014, in una zona che vuole avere l’aspetto di un feudo agricolo e dove si è già stuprato a sufficienza la terra con opere di dubbio gusto e utilità, si debba anche solo prendere in esame la possibilità di cementare altro suolo. La Franciacorta è piena di casali di diverse epoche storiche che cadono a pezzi; alcuni in vendita e altri lasciati all’incuria del tempo da chi non ha la necessità di vendere ma neppure la cultura per conservare. A questi ultimi decuplicherei la tassa di possesso. Un’occasione come questa, la nuova sede del Consorzio, deve servire per recuperare l’esistente in nome del territorio e delle sue cose più belle.

Posso anche comprendere che a volte ristrutturare risulti più costoso che costruire da zero, ma non può sempre essere il territorio a dover pagare il prezzo più alto.

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Una risposta a "Consorzio Franciacorta e nuova sede. No a inutili cementificazioni."

  1. Condivido a pieno: nei paesi più attenti ed evoluti le ristrutturazioni vengono stimolate arrivando in alcuni casi anche a sponsorizzarle a discapito delle nuove costruzioni che vengono invece supertassate. Vale per tutto, ovviamente, non solo per l’argomento trattato nell’articolo. Se non si pone un freno alle nuove costruzioni, incentivando le ristrutturazioni fra poco ci troveremo con tanto cemento, in buona parte inutilizzato, e poco, pochissimo verde, per altro in massima parte “artificiale”.

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