La scorsa settimana si è svolta a Salò la prima presentazione della guida Osteria d’Italia 2014 di Slow Food durante la quale, Eugenio Signoroni, curatore della stessa insieme a Marco Bolasco, Gianni Briarava, fiduciario della Condotta Garda e Silvia Tropea, referente della guida per la Lombardia, hanno rispettivamente illustrato le novità e la filosofia, spiegato la collaborazione attiva con gli enti locali e descritto il metodo utilizzato per la realizzazione del volume.
I locali inseriti nella guida, arrivata alla sua ventiquattresima edizione, sono quest’anno 1709. Posti molto diversi tra loro, sottolinea Eugenio, in alcuni casi vere e proprie osterie, in altri rifugi o ristoranti o agriturismo. Questo perché per Osteria si intende un locale che propone una autentica cucina del territorio e della tradizione, non per forza una trattoria concepita in modo classico (tovaglietta a quadretti, quartino di vino e via dicendo). La guida vuole valorizzare e segnalare luoghi dove si possa tornare ad una dimensione territoriale, dove lo chef torna ad essere oste, accogliendo gli avventori e soprattutto spiegando a questi la sua cucina e raccontando i prodotti utilizzati per la realizzazione dei piatti. Il valore della materia prima è infatti fondamentale e il rapporto tra chi produce e chi elabora deve essere sempre più stretto.
Osteria significa accoglienza, accoglienza famigliare, come capita in moltissimi casi, oppure amicale. Osteria è un luogo dove si sta bene.
Altro presupposto importantissimo per la guida è la soglia del prezzo che non può andare oltre i 35 euro, questo anche per dimostrare che si può mangiare bene, si può avere una cucina di qualità ad una cifra giusta.
Novità 2014: il simbolo dell’orto che si sono aggiudicati alcuni locali che coltivano direttamente la verdura e il simbolo del menu vegetariano, non per moda ma perché se ci pensate bene gran parte della cucina tradizionale italiana è a base di cereali, legumi, pasta e verdure.
Intervento interessante è stato quello di Silvia Tropea, che in prima persona si occupa della Lombardia. Silvia è una delle 404 persone che in Italia selezionano i locali, una grande rete fatta di collaboratori che visitano le osterie, assaggiano i piatti (lavoraccio!!!! :-)), verificano che i menu siano specchio del territorio, che la soglia del prezzo sia rispettata etc.
Senza nulla togliere ai curatori è anche grazie al loro lavoro che la guida può essere realizzata.
L’incipit sulla guida, oltre che per consigliarvela essendo per me molto valida, anche per segnalarvi un evento che coinvolge proprio due delle Osterie bresciane premiate con la chiocciola.
Venerdì 25 ottobre, nel programma delle Settimane della Gastronomia Camuna (7 ottobre – 3 novembre), presso Le Frise di Artogne ci sarà una Cena a quattro mani (Cene dell’Amicizia). I Martini, padroni di casa, e Vittorio Fusari de La Dispensa Pani e Vini di Torbiato, da fedeli interpreti della cultura enogastronomica locale racconteranno attraverso i piatti del menu la storia del territorio.
Menu
Selezione di salumi di Luigi e di caprini di Gualberto
Crema di castagne con acciughe ed olio di alloro
Risotto alle quaglie
Gnocchetti alle erbette (consolida, borragine, bietole e spinaci)
Oca in insalata
Cosciotto d’agnello al forno con patate di Santicolo
Sorbetto al lampone
Dove come e quando
Le Frise
Località Rive dei Balti
Artogne (Bs)
Tel. 0365 598298 – 598285
info@lefrise.it
Venerdì 25 ottobre 2013
Una risposta a "Osterie d’Italia 2014 e la Cena a quattro mani a Le Frise di Artogne"