Difficile condensare in poche righe questa esperienza. Tornare in Langa è sempre un’emozione e il solo tempo speso “camminando la terra” varrebbe l’intero viaggio. In questo periodo dell’anno il paesaggio si veste di colori caldi, cangianti, malinconici (sospiro). È tempo di vendemmia e anche al civico 19 in via Alba a Monforte (preso appunti?) dolcetto, barbera, freisa, buona parte del nebbiolo e invernenga stanno già fermentando nei tini. Il profumo di cantina e mosti mi accolgono con l’ “hola!” di Ferdinando.
“Sono molto contento di quest’annata. Leggera flessione sul tenore alcolico, uve bellissime con colori e profumi stupendi.” Il resto ovviamente ce lo dirà il tempo.
Sarebbe bastato questo ad alimentare la saudade che ad ogni rientro mi riporta nel “piattume” padano. Ma alla lista dei sospiri ho dovuto aggiungere la pigiatura di uno tra i più vocati cru da Barolo e la festa che ha accompagnato questo evento. Fervono i preparativi per la #Boscaretofest. Quasi tutti è pronto, mancano giusto..i piedi. 😉
“Molti pensano che questa sia una scelta modaiola, ma non c’è nulla di modaiolo nella scelta che ho fatto. Semplicemente conosco le mie vigne. Le uve nebbiolo che raccolgo a Boscareto provengono da vigne “mature”, anche i tannini presenti nelle parti legnose del raspo sono utili per garantire longevità a questo (grande, ndr) Barolo. I piedi non sono certo aggressivi come una pigiatrice.Tutto qui.” Macerazioni e fermentazioni avvengono sempre a contatto con i raspi che ricchi di azoto, aiutano i processi metabolici dei lieviti (indigeni).
La “semplicità” figlia della conoscenza, del rispetto e della consapevolezza. Ferdinando Principiano fa agricoltura in questo modo. I suoi vini sono il prodotto di questa relazione rispettosa tra uomo e natura.

Una giornata “cara”come una coperta di Linus. Fatta di nuovi incontri e risate condivise con (vecchi e nuovi) amici. Del megafono con cui Ferdi ci richiamava bonariamente all’ordine e dei giochi di Leo, solare e dolcissimo come il vino che suo padre gli ha dedicato. Del bellissimo sorriso di Belen. Del profumo inebriante di quell’uva appena pigiata e di acini succosi rubati ai grappoli ancora integri. Del tornare bambini e ricordare a sè stessi da dove si viene (e sapere perchè si va dove si va). Del rinsaldare, casomai ce ne fosse bisogno, il proprio legame con il mondo contadino.
E per rendere giustizia a questa giornata da incorniciare, vi lascio con alcuni bellissimi scatti di Piergiorgio Pacchiodo, che ringrazio. Questi ed altri sulla nuovissima pagina facebook 😉