Più allergie per tutti: al lupo, al lupo! Al glutine.

Che sta succedendo? Sono circondata da parenti, amici e conoscenti affetti da intolleranze, allergie e sensibilità più o meno significative al glutine. Ma che è?! Il Paese della pasta, del pane, delle mille focacce (e delle birre 😉 ) si sta trasformando in un purgatorio di castrazioni alimentari.

Gentil Rosso (Soc. Agr. Raffetta, Bigarello-MN)

Le stime parlano di circa “600 mila casi presunti di intolleranza al glutine e 123 mila accertati” (dati 2010). L’Associazione italiana celiachia stima una crescita delle diagnosi ufficiali di intolleranza al glutine pari al 10% all’anno, con il 25% della popolazione italiana a rischio celiachia. Se a queste aggiungiamo la ben più diffusa allergia al lattosio, direi che il quadro è decisamente preoccupante. E se da un lato l’intensificarsi dell’attività diagnostica fa la sua parte (50 anni fa te lo saresti tenuto il mal di pancia), dall’altra mi sembra che l’attenzione evidenzi solo una parte del problema.

Più mi avventuro nelle letture e nei racconti dei conoscenti, più mi rendo conto che l’unica avversione e intolleranza che ancora non abbiamo sviluppato è quella alla disinformazione. Abbiamo forse iniziato a mangiare pane e pasta ieri l’altro? Perché questi tempi “moderni” ci vedono sviluppare  forme allergiche come se piovesse? Perché il nostro sistema immunitario è così sovraesposto, stressato e indebolito da mandarci in tilt ad ogni piè sospinto?

Me lo chiedo e lo chiedo a chi certamente ne sa più di me. Con la convinzione che “siamo ciò che mangiamo” e l’evidenza delle statistiche a testimoniare che, a quanto pare, non siamo più “un granchè”. Mi sembra di capire che celiachia e sensibilità al glutine siano due cose ben diverse, accomunate dallo stesso fattore scatenante, il glutine appunto. Quindi al patibolo il glutine e tutti gli alimenti che lo contengono? (E nel cassonetto buona parte della nostra piramide alimentare?). 

Se è vero che in condizioni normali il nostro stomaco è in grado di svolgere la digestione fisiologia e assorbire i micronutrienti (glutine compreso), evidentemente ci sono condizioni “anomale” che interferiscono con questo processo attivando una risposta immunologica. O no? 

Li chiamano fattori ambientali. Aridaje..

Sembra infatti che l’azione “funesta” del glutine, sia legata alla sua concentrazione (quanto ne è ricco il cereale che consumo) e alla presenza di micotossine (sostanze prodotte dal metabolismo di funghi- leggasi muffe) che concorrono e contribuiscono alla sindrome della permeabilità intestinale. Quella che spiana la strana ad azioni immunologiche, celiachia e altre cosucce poco simpatiche.

Le produzioni intensive, la selezione varietale e le iperconcimazioni hanno portato ad un aumento dei livelli di glutine nei cereali (+12% rispetto a cereali non iperconcimati). Lo stoccaggio completa l’opera (w gli insilati), favorendo il moltiplicarsi delle micotossine, che finiscono tanto nell’alimentazione degli animali, quanto nelle farine destinate al consumo umano.  E tutto il bottino finisce nel nostro piatto!

Quindi, chi sarebbe il lupo? Sono un po’ confusa al riguardo (anche se una mezza idea me la sono fatta).
Attendo lumi.

al lupo, al lupo! 😀
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16 risposte a "Più allergie per tutti: al lupo, al lupo! Al glutine."

  1. Il problema del glutine nasce appunto dalla coltivazione intensiva del grano, ma anche dalla sua progressiva mutazione. Oggi è sempre più raro trovare farine ottenute da grani originari, non trattati né modificati, ed è questa la causa di tante intolleranze, fino ad allergie vere e proprie come la celiachia. Il glutine non avrebbe nessuna colpa se non fosse stato modificato il grano.
    Tempo fa scrissi un articolo dedicato a Mauro Musso, un piccolo produttore di tajarin (pasta tipica delle Langhe), che andai a trovare e dei cui prodotti mi sono innamorato, anche se purtroppo sono inevitabilmente costosi.
    Ebbene lui ha fatto una ricerca in mezza Europa, con risultati davvero preoccupanti, non so quanti km ha dovuto fare prima di trovare farine incontaminate (si, perché non dimentichiamoci che la coltivazione intensiva vuole anche tanta chimica in campo per evitare gli attacchi dei parassiti), sono ormai davvero rare.
    Qui ho descritto il suo modo di lavorare:
    http://www.lavinium.com/laviniumblog/mauro-musso-e-la-casa-dei-tajarin.html
    mentre sul suo sito c’è spiegato in modo abbastanza chiaro il problema per cui hai scritto questo post:
    http://www.casadeitajarin.it/agricoltura_naturale.html
    Spero di esserti stato utile.
    Roberto

    1. Grazie Roberto,
      avevo il sospetto (più di un sospetto) che il problema fosse di questo genere. Negli ultimi 10 anni “chissà perchè” siamo diventati allergici a qualsiasi cosa..
      Ho avuto modo di conoscere Mario Musso qualche tempo fa. Leggerò i post che mi hai segnalato.
      Grazie ancora!

  2. La questione è abbastanza complessa. Non sono un esperto, ma dopo che finalmente anni fa ho fatto il Breath test e ho scoperto l’origine dei miei problemi (intolleranza al lattosio), che cominciavano ad essere seri, mi sono informato un po’. Approfondii anche abbastanza seriamente per un pezzo, dal titolo il Secondo Cervello, che fu pubblicato su Porthos 35, dove cercai di raccontare la storia dello scienziato Michael D. Gershon e la sua scoperta dell’esistenza di un sistema nervoso nel nostro intestino simile a quello centrale e in parte indipendente. Gershon nel suo libro non analizza nel dettaglio il discorso delle intolleranze alimentari, o quello della allergie, che sono totalmente altra cosa, però in più punti sottolinea come certamente l’alimentazione è una delle cause principali dei tanti problemi che nel mondo occidentale si riscontrano sempre di più, tutti nel nostro intestino, nei confronti dei quali spesso non conosciamo ancora la cura. Quindi anche lui afferma che, certamente, la qualità di ciò di cui noi occidentali ci cibiamo non è, in molti, casi il massimo. Anzi. I casi che illustra, i dati statistici, sono abbastanza esplicativi, se non inquietanti.
    Sicuramente c’è molta disinformazione che certamente molte aziende sfruttano ad arte per fare terrorismo alimentare e trarne profitto con la vendita di linee di prodotti free qualchecosa. Mettici dentro l’ansia da dieta, la moda del bio, frulla tutto insieme e il gioco è fatto. È però vero che, secondo alcuni esperti di intolleranze alimentari, o mangiamo male, variando poco la nostra dieta e quindi superiamo una sorta di soglia di tolleranza a certi alimenti, superata la quale il nostro organismo dice basta, oppure pensiamo di mangiare correttamente, ma invece continuiamo a ingerire oltre misura sempre certe sostanze non sapendolo. Anche in questo caso il nostro corpo dice basta. L’intolleranza al lattosio si scopre solo con il Breath test, per esempio, tutto il resto è fuffa. E sono fuffa, secondo molti gastroenterologi, moltissimi test alimentari per scoprire ipotetiche intolleranze a determinati cibi. Spesso è solo una questione di cattiva dieta e basta. Si è intolleranti non ad un alimento, ma ad una sostanza contenuta in un alimento o più alimenti. Intolleranza non significa allergia (parola abusata), che porta ben altri problemi, molto più gravi e pericolosi sino alla morte. Io non ho tolto completamente, per esempio, i formaggi: sto attento, certo, a quelli che contengono più lattosio. Li mangio prendendo delle pillole che contengono la lattasi, l’enzima che non ho più e che consente di scomporre il lattosio, uno zucchero complesso, in zuccheri più semplici assorbibili dal mio intestino. Ma per il resto sto più attento a non abusare di tutta una serie di alimenti che hanno lattosio ma che distrattamente io non sapevo ne contenessero: coca cola, per esempio, molti tipi di pane, ahimé un’infinità di dolci, moltissime conserve e via discorrendo. La lista è facilmente reperibile on line comunque. Non ho mai ceduto ai prodotti free lattosio, perché hanno un gusto discutibile e costano troppo. Da anni sto direi finalmente bene, a volte meno, ma so subito come porvi rimedio (rimettendomi un po’ riga). Nel caso del glutine sta più o meno succedendo la stessa cosa: i veri celiaci hanno seri problemi, ma sono completamente altro da chi si gonfia un po’ con pasta, pane e pizza e ricorre subito a prodotti senza glutine.
    Ciao
    Alessandro

    1. ciao Alessandro,
      grazie per aver raccontato la tua esperienza. Anche dai racconti di persone a me vicine capisco che il problema sia tutt’altro che semplice da gestire o risolvibile nell’immediato (se non eliminando tutta una serie di alimenti). Il mio post voleva essere anche provocatorio e tu evidenzi quanto io ho scritto “tra le righe”, quando parli di disinformazione, terrorismo alimentare, mode, ecc..
      Questo non significa che il problema non esista, tutt’altro. Le stime come tu sottolinei dicono il contrario. Ma mi sembra che si punti il dito su qualcosa che di per sè ha ben poco a che fare con la reale causa, omettendo tutta una serie di fattori, che con tutta probabilità sono i veri responsabili.
      Non conosco il libro che hai citato nel post, ma rimedierò! 😉

  3. Ti consiglio questi due testi, meno indigesti di quello di Gershon:
    – La saggezza del secondo cervello, Tecniche Nuove editore 2007, di Francesco Bottaccioli e Antonia Carosella
    – Attilio Speciani, Intolleranze Alimentari. Guarire mangiando, Fabbri Editore, Milano 2005

  4. Alle farine per panificazione professionale viene, spesso, aggiunto glutine. Cereali di bassa qualita, trattati con funghicidi, provenienti da oltre oceano aiutano a colmare la misura.

  5. Stavo per scriverti che l’articolo citato su Porthos è di Alessandro Franceschini, ma vedo che è intervenuto personalmente.
    Il discorso è sicuramente complesso, ma è un fatto che l’alimentazione di tipo industriale ha portato non pochi danni alla nostra salute, non dimentichiamoci i numerosi additivi, coloranti, conservanti, aromi “naturali” e non, che fanno regolarmente parte dei prodotti acquistati.
    Certamente è sbagliato non seguire una dieta basata sugli alimenti che sono disponibili secondo stagione, mangiare tutto durante l’anno non ha senso, addirittura ci sono alimenti che fuori stagione possono fare più male che bene.
    Gli eccessi non hanno mai fatto bene, ma oggi basta molto meno per fare danni, proprio in virtù della diversa composizione degli alimenti, troppo spesso alterati, carichi di ormoni, in molto casi anche di tracce più o meno evidenti di antibiotici e altri farmaci utilizzati per curare gli animali.
    La catena alimentare è fortemente inquinata, mangiare polli tenuti in batteria, chiusi dentro una gabbia, pompati con cibi preparati apposta per farli ingrassare, non può che fare male alla nostra salute.
    Il mare sempre più inquinato ci restituisce tutto nel pesce che mangiamo, la sommatoria di tutti questi elementi produce i danni che ora stiamo subendo.
    Aggiungiamo le varie fughe radioattive avute negli ultimi trent’anni, che hanno portanto nell’aria e nel suolo sostanze radioattive che spesso decadono solo dopo migliaia di anni, come plutonio, cesio ecc.
    Negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento esponenziale di malattie alla tiroide, che oggi colpisce anche gli uomini (io ne sono un esempio vivente), a causa dello iodio radioattivo che nell’86 è arrivato da Chernobyl.
    La sequela di cause è enorme ed elencarle tutte è impossibile, ma chi vorrebbe negare che tutto questo ha inciso in modo determinante mente sapendo di mentire.
    Basterebbe farsi un’analisi dei metalli pesanti che abbiamo nell’organismo e il livello di tossicità raggiunto (ci sono strutture in grado di farlo) per rendersi conto che il nostro corpo è fin troppo resistente per tutto quello che sta subendo.

  6. Spesso si ha l’impressione che abbiamo bisogno di cullarci in soluzioni consolatorie, dei placebo raffazzonati… ma spesso assai costosi. Ricordo di aver sentito dire da più persone che per non avere le intolleranze, il loro medico aveva consigliato il kamut. Se anche alcuni medici si mettono a creare confusione… il kamut (ovvero il khorasan) è un grano duro come tanti altri, e ha glutine come tutti gli altri… Certo, magari è ottimo e coltivato bene, ma è anche vero che costa 5 volte tanto un grano non griffato. E allora: o sei celiaco e guai a mangiare grano, o hai delle lievi intolleranze, e allora è meglio mangiare sano, scegliere con il cervello, cercare farine di qualità che non abbiano fatto 10.000 chilometri per arrivare a casa tua… Tra l’altro in questo modo fai lavorare anche gli agricoltori intorno a te, che non guasta…

  7. oddio il lupo che tenero XDD ho ben presente l’argomento glutine, e altre intolleranze..!! il danno peggiore comunque è quello della paranoia che fanno venire! 😀

    1. Sara, ti presento Otto. Il cane più fifone del mondo!(E poi li chiamano lupi..)
      Io mi incazzo invece!Incazzatura cronica, non delirante. Almeno per ora 😉

  8. Argomento molto interessante che mi piacerebbe approfondire.
    Per il momento leggo i commenti e mi appunto le letture utili allo scopo.

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