Svendimi e farai di me la tua stronza.

Già.. comprendere certe dinamiche umane è impresa assai ardua. Facile e fluida è invece la nostra capacità d’indignarci di fronte ad un’offerta, soprattutto quando non tiene in minima considerazione il lavoro che sta dietro alla realizzazione di un vino!

Difatti non siamo stati molto cortesi con chi, l’altro giorno, ci ha richiesto campioni per una fornitura di 4mila bottiglie per un paese estero a un prezzo massimo di 4 euro cad, franco cantina.

Oltre al tono piccato (il nostro) ci siamo limitati a specificare che non si può chiedere di acquistare Franciacorta a quella cifra. La risposta non ha tardato, è arrivata puntuale, opportuna e profondamente calzante con la realtà dei fatti.stronza, donne, vino

“Concordo pienamente con lei. Il problema è che finché troveranno aziende che forniscono vini marchiati Franciacorta a questi prezzi, continueranno a richiedere Franciacorta a questi prezzi e pure meno.”

Legalmente il Consorzio non può nulla, nessuna espulsione, nessun richiamo… ma continuare a “prendere posizione” si, può farlo. Allora come muoversi? Come contrastare questo mercanteggiare, questo modo di succhiare risorse dal territorio con l’arrogante convinzione di non dovere nulla in cambio e nella totale ignoranza che questo modo di fare non possa danneggiare niente e nessuno?

Ora che il messaggio della svendita fa più rumore di quello della crescita “dell’isola felice” e ha pure varcato i confini nazionali, diventa emergenza e non solo per la Franciacorta.

La storia che si cerca di costruire da anni, che diventa inevitabile coesione e che sviluppa la cultura di un popolo nel legame con il vino, non può essere solo la metafora di uno spot pubblicitario. Non possiamo permettercelo.

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