Mentre metà ciurma era a Monforte per “Barolo Boys in fuorigioco“, Claudio Camossi e la sottoscritta lo scorso week end portavano il Franciacorta nella capitale sabauda a Enodissidenze.
Sabato mattina Torino mi ha accolta con una fantastica giornata primaverile. Il cielo era blu e a Porta Palazzo il balon faceva da faro per i visitatori. Il nostro luogo era la bocciofila Mossetto, animata da Volontari disponibili per i lavori pesanti e per tutte le necessità dei produttori. Ghiaccio, acqua, sedie, sorrisi.
A mezzogiorno il via: gradualmente la bocciofila si è animata di visitatori. Mi aspettavo un pubblico meno esperto, invece nel pomeriggio sono arrivati addetti ai lavori organizzati con taccuini e elenco espositori, curiosi di assaggiare.
Eravamo gli unici produttori di Franciacorta e di metodo classico in generale. Spiegare ai torinesi neofiti le differenze con le bolle più diffuse è stato piacevole, così come lo è stato parlare di dosaggi con i più preparati. Nel corso delle giornate si sono alternati avventori di ogni età e di ogni estrazione, ma sempre interessati a conoscere come e dove si produce il franciacorta. E noi eravamo lì per quello.
Il clima era rilassato, lo spazio adeguato per non creare ressa e poter degustare e parlare con calma. I ragazzi delle Officine Corsare e i volontari che si sono aggiunti per l’occasione hanno fornito, oltre all’assistenza di cui sopra, un servizio ristoro sempre attivo, con piatti semplici, buonissimi, e con ingredienti di livello, anche e soprattutto etico.
In queste occasioni un po’ meno frenetiche c’è tempo per abbracciare gli amici produttori e gli amici della rete. Chiacchierare e assaggiare, provare abbinamenti cibo vino passeggiando tra i banchi degli espositori. Un grazie speciale, di cuore, per tutto questo va a Marco Arturi, ai ragazzi delle Officine Corsare e a Torino, che ci ha accolti con uno splendido cielo blu.