Entrata in pescheria e richiesto il pesce prenotato per la cena già pianificata, lancio letteralmente lo sguardo al bancone (ormai quasi completamente bianco di ghiaccio a fine giornata) e subito adocchio delle meravigliose capesante, pulite, senza corallo…non sono previste nel menu della serata ma le prendo ugualmente, troppo belle!…Siamo in 8 e ne compro una a testa, vedrò poi che farne…mi inventerò qualcosa. Tornata a casa (super in ritardo!) mi adopero per sistemare tutto, ho meno di un’ora a disposizione. Poco male…prima ancora di allestire la tavola, preparo sul bancone un pò di stuzzichi per l’apertitivo, gli ospiti si intratterranno lì e aspetteranno, guardandomi cucinare, che venga servita la cena. Degustando un primo calice di Franciacorta e chiacchierando con gli amici…mi vengono in mente le Saint Jacques….idea! Proviamo a marinarle. Con cosa? Ovvio..Franciacorta!
Quindi…
Ingredienti per “x” persone: 1 capasanta a testa, Franciacorta Rosé Brut, sale, pepe e pane carasau, olio EVO, scorza d’arancia.
Preparazione: in una ciotola mettere a marinare le capesante con il Franciacorta Rosé Brut, aggiungere sale e pepe. Lasciare riposare per circa 20/30 minuti. Scaldare quindi una padella antiaderente (deve essere rovente) e scottare le capesante su entrambi i lati. A parte spezzare grossolanamente il pane carasau, su ogni sfoglia adagiare la capasanta, aggiungere una macinata di pepe, la scorza d’arancia e un giro d’olio EVO dal gusto intenso.
Fatto! Già fatto? Eh sì, e il risultato è contemporaneamente essenziale e ricco di sapore. In bocca una commistione di gusti che si integrano e si equilibrano vicendevolmente senza perdersi e coprirsi. La delicatezza della capasanta, cruda al suo interno e scottata sui lati, la neutralità del pane carasau e la piccantezza dell’olio e del pepe, il tutto rinfrescato dalla scorza d’arancia.
Di tutto il menu…il “pezzo meglio”, almeno per me!
La bottiglia? Naturalmente si continua con un rosé Brut ed esattamente un Villa Franciacorta Rosé Brut 2008, prodotto con 60% di Chardonnay, 40% di Pinot Nero e affinato per un minimo di 30 mesi sui lieviti. Nel calice sfoggia un colore rosa confetto intenso, al naso regala percezioni di ciliegia, ribes e agrumi, in bocca è fresco, equilibrato e sapido, con una lunga persistenza. Un vino molto elegante.
Leggo, assaporo, ricordo e rivivo. Un unico appunto: una? dico, 1 capasanta a testa? Non si può sperimentare un tale stimolo al gusto e confinarlo in un numero!!!!
Io ne ho mangiate due.. 😉