Latito da un po’qui ma per una buona causa. Un progetto “oltralpe” che condivido con la mezza penna Lara Abrati. O meglio, per dare a sto Cesare quel che gli spetta, è stata proprio Lara a coinvolgermi lo scorso anno in questa nuova avventura. Non vi posso anticipare altro (Lara mi sta leggendo e temo per la mia incolumità), ma mi auguro potrò condividere presto il frutto di questi mesi trascorsi a progettare (e impazzire..).
Questo nuovo cammino -tutt’altro che immaginario- è fatto di incontri. Quelli che ci fanno macinare km, spremere meningi e schiacciare tasti. E ci sono incontri che hanno il sapore dell’infanzia, quelli che quasi hai rimosso, quelli che dai per scontati perché sono sempre stati li, quelli che a distanza di anni riscopri con occhi diversi.
La Trattoria Stazione è tra questi. I primi ricordi risalgono al pranzo della I comunione (potete ridere, si..) ma l’album mentale è zeppo di foto di compleanni, feste di laurea e pranzi di Natale. Il luogo dove la mia famiglia ha sempre celebrato gli eventi importanti, o più semplicemente il luogo vicino casa dove si tornava sempre volentieri per mangiare il “risotto col pontel” e dove la parte golosa di me poteva trovare pace con la Bignolata più buona esistente su questo pianeta (esagero? sono pronta a ricredermi se mi portate delle campionature ;))
Un luogo famigliare insomma, quella famigliarità che ti fa dare per scontate le cose belle, facendotele riporre nel cassetto, come non avessero nulla di nuovo da raccontarti.
E invece..
Invece il “caso” ti fa conoscere Marcello Travenzoli, il nuovo che avanza. La terza generazione di questa famiglia di ristoratori che porta nuove idee, filosofie ed energie. Una laurea in scienze gastronomiche e mille progetti in testa. La prima volta che ci siamo incontrati ero convinta saremmo rimasti in trattoria (inutile dirvi che speravo in un assaggio a base di bignè!), invece mi ritrovo in aperta campagna mentre Marcello mi mostra mais, riso e alcune specie di grani antichi appena seminati, che finiranno direttamente nei piatti della trattoria non appena autoprodotta la semente . Biodiversità, rispetto del territorio, km 0, come non sentirsi in sintonia con questa visione di agricoltura e ristorazione (si ok, ma la bignolata?).
Non perdo le speranze .Torniamo verso la trattoria, e ci allunghiamo (!) per fare tappa all’ Az Agr. Gecchele Luigi, a pochi km da Castel d’Ario (MN). Cotechini, salami, culatelli e “stortine” come se piovesse.
Questa Azienda a conduzione famigliare ha (anche) un piccolo allevamento di suini con annesso il macello. I soli in questa zona ad aver ottenuto l’autorizzazione dall’Asl all’utilizzo del camino per asciugare i salumi prima della stagionatura, proprio come vuole la tradizione. “Varda sat cati in giro an secièl da mangime” chiaro, no? Suini felici ed enormi. Salumi che ho avuto la fortuna di assaggiare spesso e che sanno farsi ricordare (coppa e culatello uber alles). Uno dei fornitori di suinicole libidini che potete assaggiare alla Stazione.
Una cucina che affonda le sue radici nella tradizione, una proposta enoica dove i vini naturali la fanno da padrone (attualmente in carta circa 130 referenze) e per i birrofili, una buona selezione di birre artigianali italiane. Se poi aggiungiamo un carrello dolci a tre piani , penso possiate segnare in agenda una visita, casomai vi trovaste a passare da queste parti.
Mentre aspetto (invano) il mio assaggio di bignolata, vi do appuntamento qui, spero davvero presto con buone nuove.
si fa presto a dire stazione.. ma di quale citta’?
La stazione di Castel d’Ario (MN)
ho linkato nel testo la pagina facebook della trattoria dove può trovare anche i contatti, ma così in effetti è più chiaro 😉
questi i contatti:
Trattoria Stazione
Viale Rimembranze, 56 – Castel d’Ario
tel:0376660217