Ricordo come fosse ieri la prima volta che incontrai Vittorio in una coloratissima primavera franciacortina a metà degli anni ’90. Arrivai a Iseo quasi alle 21 -in ritardo- insieme ad un’amica, parcheggiammo nella parte alta del paese e fummo sorpresi da un acquazzone torrenziale. Entrati nel ristorante sentimmo delle urla e, dietro un vetro, un uomo dai capelli lunghi legati in una coda che sbraitava e sbatteva piatti all’indirizzo dei suoi secondi. Ci sedemmo per una cena che durò un paio di ore scolandoci Nebbiolo. Ultimi a lasciare la sala vidi, in un tavolo vicino alla cucina ormai deserta, Vittorio con un calice di bolle in mano e il viso disteso e soddisfatto di uno conscio di aver fatto bene. Mi feci coraggio e complimentandomi con lui, ci invitò a sedere e a condividere una bottiglia. Sempre a quel tavolo, qualche anno dopo, portai a fargli degustare la prima bottiglia di Colline della Stella.
Quel franciacorta, bevuto insieme a chiacchiere leggere e distese, è stato fondamentale nel farmi cogliere il senso più profondo che lega l’uomo con la sua terra, in un intreccio di saperi e di esperienze nelle quali si creano opere d’arte e si fa grande la cultura di un territorio. Ho compreso quanto siano fondamentali gli uomini, certi uomini.
Vittorio è questo, un inventore, un catalizzatore e un amplificatore della storia della Franciacorta, la stessa storia che lui ha contribuito a scrivere e che deve, dalle sue mani, continuare a essere scritta. E’ un esempio che va seguito per chiunque cerchi di fare ordine nel cassetto delle priorità. E’ un uomo che ha dimostrato quanto il valore dell’anima possa rendere indimenticabili perché più vero di qualunque altra cosa.
Duecento suoi “compagni di viaggio” l’hanno abbracciato con una festa a sorpresa -magistralmente orchestrata dalla moglie Patrizia- in quello che oggi è il suo tempio, La Dispensa.
Buon compleanno Vittorio! 🙂