“Terra di Franciacorta” è una grande opportunità anche per il comparto vitivinicolo. Chiarimenti immediati con il neo presidente.

L’Italietta dei comuni la potremmo rappresentare in questo modo, immaginando –in sintesi- il comune come un rettangolo di terra di mille metri per mille, al centro del quale c’è un albero di ciliegie. Se la stessa terra fosse di proprietà di uno scaltro contadino, la prima cosa che cercherebbe di fare sarebbe quella di vendere le ciliegie tenendosi una parte del ricavato per vivere e il resto da reinvestire per piantare altri ciliegi in una confortante visione della vita proiettata al futuro. L’industrialotto figlio della cultura da “boom economico” cercherebbe di sfruttare al massimo il ciliegio e di vendere il frutto ai ciechi per ricavarne il più possibile con il minor investimento. Con l’utile si comprerebbe l’Audi, il Rolex e la villetta.

La maggior parte dei comuni italiani invece, gestiti in molti casi da veri e propri idioti come si vede ogni giorno, venderebbe il ciliegio, farebbe diventare il terreno edificabile e/o asfaltabile rendendo felice qualche amico e con gli oneri incassati costruirebbe un’aiuola da qualche altra parte per mettersi a posto la coscienza. Pochi, sporchi ma subito.

Però (1) pare che un gruppo di persone nella mia provincia voglia invertire questa triste tendenza che favorisce da decenni progetti senza futuro e che ha stuprato l’Italia. Parliamo di Franciacorta, parliamo di 18 comuni, di Legambiente, di Consorzio Franciacorta, di salute del cittadino e dell’istituzione (come proposto da Legambiente) di un Parco regionale. “Una struttura sovraccomunale che, avvalendosi di un comitato tecnico qualificato, avochi a sè le decisioni di tutela e pianificazione degli interventi nei Comuni”.Franciacorta

 

GdB 19-01-2013

IL PATTO

«Terra di Franciacorta» è l’accordo fra i Comuni dell’area, che hanno stabilito di definire insieme il futuro del loro territorio. Innanzitutto attraverso una programmazione urbanistica omogenea, comune, che tuteli il paesaggio naturale e quello storico costruito.

CHI SONO

All’accordo aderiscono Adro, Capriolo, Cazzago S. Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano e Rovato.

Beh, una cosa straordinaria! Guardandola anche da un punto di vista agricolo, perché avere una denominazione collocata in un parco è certamente garanzia che almeno il cemento, non rischi di divorarsela ulteriormente.

Nell’articolo apparso sul Giornale di Brescia (non linkabile perché non ancora presente sul sito), il responsabile di Legambiente Franciacorta Parzanini sottolinea come sia indispensabile che i comuni la smettano di farsi gli affari propri come se fossero isole nell’oceano(ndr) e dargli torto è impossibile. Il cemento va fermato. Inserire la Franciacorta in un Piano territoriale regionale d’ambito, che agli aspetti ecologico-ambientali unisce quelli economici e sociali, è l’ambizione massima dell’associazione. Mi tremano i polsi perché finalmente leggo ciò che da tempo auspico e scrivo.Franciacorta mappa

Però (2) mi devo stizzire subito dopo quando leggo le affermazioni di Antonio Vivenzi, sindaco di Paderno Franciacorta e presidente della neonata associazione che dichiara in merito alla condivisione dei progetti “Va bene sentire le associazioni, ma i sindaci non rappresentano forse tutti i cittadini? Respingo l’idea che qualcosa che parte da noi, in quanto politici e amministratori, sia da guardare con sospetto”.

Caro Vivenzi, mi permetto del tu perché ci siamo conosciuti il mese scorso nella sede di Brescia per Passione (lo vedo come un diritto acquisito), i sindaci rappresentano sulla carta tutti i cittadini ma devono dimostrare ogni giorno di aver meritato quel voto e di esserne all’altezza. Credo inoltre che il confronto con associazioni che da decenni operano e vigilano sul territorio non possa essere ignorato o snobbato perché un’assessore all’urbanistica che ha fatto il geometri ha più potere decisionale.

In merito a quello che respingi, mi spiace dirti che non te lo puoi permettere per via del ruolo che ricopri e per questo non devi rispondere come se l’imputato fossi tu in quanto uomo e non l’uomo che politicamente rappresenti. L’attuale periodo storico-politico ci consegna la più totale mancanza di fiducia per una classe politica che ha svuotato i cuori delle persone rubandogli ogni speranza e questo non si può ignorare. La politica è malata e solo la politica stessa può guarirla con un significativo cambio di rotta, non più nelle intenzioni ma nei fatti. Ascoltiamo chi ha una visione che guarda oltre il lasso di tempo di un mandato.

Ultima cosa. Leggo anche “Terra di Franciacor ta sta lavorando insieme ai consulenti dello studio Agoraa di Reggio Emilia, a partner come Fondazione Cogeme, Consorzio per la tutela del Franciacorta, Camera di Commercio, Slow Food, Outlet Franciacorta, Porte Franche.

Li trovo quasi tutti coerenti tranne le due gettate di cemento figlie di una cultura che si contrappone fortemente alla nostra, a quella di un piccolo ed ex prezioso Paese. Perché?

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12 risposte a "“Terra di Franciacorta” è una grande opportunità anche per il comparto vitivinicolo. Chiarimenti immediati con il neo presidente."

  1. buongiorno,vi seguo da poco e non ho nulla a che vedere con il comparto vinicolo&agroalimentare,sono solo appassionato di tutto questo, ma non capisco cosa c’ entrano porte franche &outlet franciacorta con il vostro progetto.non hanno contribuito proprio loro alla cementificazione?con il Sig. MORETTI in PRIMA PERSONA .magari vuole fare un’altra cantina futurista anche in franciacorta?con tanto di resort x miliardari .DIFFIDATE GENTE,DIFFIDATE.troppa gente parla bene,ma razzola malissimo

    1. scusate,dimenticavo i nostri politici,specialmente comunali,appena fiutano un buon affare(cemento&affini)sguinzagliano i loro faccendieri x comprare terreni agricoli e li trasformano in edificabili/artigianali/industriali.tutto questo x ingrassare i loro portafogli,distruggendo il verde.sono rari gli amministratori locali che hanno fatto il bene del loro paese e i risultati si vedono.Basta passare in tangenziale verso Iseo,a destra&sinistra capannoni vuoti con in mezzo qualche pezzo di vigneto.ma questa uva come sara’,MEDITATE GENTE

  2. condivido il commento, noi da tempo ci stiamo lavorando alla proposta di Parco della Franciacorta, sono stati istituiti altri parchi in zone meno importanti e conosciute perchè non dovremmo farlo per la grande franciacorta? proviamo ad immaginarlo : se oggi esistesse ed avesse un presidente illuminato coadiuvato da un comitato di gestione composto da persone che hanno a cuore la tutela della franciacorta e da un comitato tecnico che valuta gli interventi solo dal punto di vista della sostenibilità in rapporto a quello che vogliamo sia e rimanga la franciacorta e non a altri interessi, ora non saremmo alle prese con gli stravolgimenti del pgt di Adro e di altri comuni, non sarebbe sorto l’inceneritore di Rodengo non ci sarebbe il rischio della discarica di Paderno -Castegnato non si costruirebbero sfacciati residence ancora in riva al lago ecc.
    In positivo invece avremmo più risorse a cominciare da quelle (ingenti) che si stanno inutilmente spendendo per conoscere un territorio AMPIAMENTE CONOSCIUTO E DESCRITTO, avremmo contributi regionali e avremmo un marchio che darebbe ancora più lustro e valore ai nostri prodotti agricoli (vino in testa) ai nostri luoghi al nostro sistema ricettivo e gradualmente avremmo anche un ambiente più salutare e con ancora una migliore qualità della Nostra vita.
    Chi può avversare questa proposta? Gli speculatori ? ovviamente si , i comuni? spero di no, delegare al parco le decisioni strategiche è necessario perchè quello che non è stato fatto di buono in franciacorta e proprio stato causato dalla miope visione del singolo comune perciò delegare una parte delle proprie prerogative all’Ente Parco è assolutamente necessario e gli amministratori lo dovrebbero vedere non come un loro indebolimento ma come una evoluzione positiva e moderna del modo di amministrare e gestire il territorio, d’altronde mi sembra che tutti concordano che cosi non si possa andare avanti tant’è che anche i sindaci hanno pensato al progetto Terre di Franciacorta, io lo considero inadeguato e perciò propongo che si faccia la scelta vera e decisiva quella di regalarci tutti il PARCO DELLA FRANCIACORTA una scelta davvero lungimirante

    1. Silvio mi trova totalmente d’accordo con lei. Ci tenga il più possibile aggiornati e consideri questo blog una sorta di piattaforma dalle quale comunicare ogni cosa a tal proposito.

  3. sentiamoci tutti coinvolti e raccogliamo più esempi di buona gestione dei parchi perchè noi dobbiamo proporre un parco la cui gestione non sia un carrozzone burocratico ma un organismo illuminato competente svelto incisivo – a dimenticavo il logo dovrebbe essere l’ultimo dei problemi ma in questo caso forse serve subito come un messaggio da far volare di bocca in bocca pensiamoci ed inoltre cominciamo a dire ogni volta che parliamo di una brottura della franciacorta “se ci fosse il parco questa brutta cosa non verrebbe fatta”

  4. Solo una precisazione per chi non è dentro nelle diatribe Franciacortine: la stampa spesso confonde il progetto “terre di franciacorta” (di ispirazione cogeme\agoraa e promosso dai sindaci) con il parco agrario della Franciacorta (idea dell’Architetto Pezzola ampliata e rilanciata dalle associazioni tra cui legambiente). son 2 cose diverse, con (pochi) punti in cumune e per molti aspetti divergenti.

  5. É da poco che vivo in franciacorta e condivido questa visione di insieme e sono certo che siamo in molti . dobbiamo solo creare condivisione ed azione comune
    Questo tuo blog é certamente utile oltre che ben fatto e do mia disponibilità per approfondire .avete dei momenti di incontro?

    1. Grazie Mauro e scusa se rispondo solo ora. Ai “momenti d’incontro” a quelli dei cosiddetti tavoli istituzionali, non siamo mai invitati…
      Questo blog è un luogo d’incontro virtuale nel quale chiunque può esprimersi come meglio crede, come ho scritto sopra al responsabile di legambiente offrendogli lo spazio che riterrà opportuno. Si può commentare o addirittura inviare uno scritto che sarà pubblicato con il nome dell’autore.

  6. Ciao a tutti, chi mi conosce da anni sa perfettamente della mia battaglia contro il consumo di suolo e per la salvaguardia del paesaggio. Sono amico di aurelio pezzola e ho accompagnato il suo lavoro sul parco agrario, ho avuto anche l’onore di scrivere la presentazione del suo libro che nasce a seguito del suo lavoro. Conosco i contenuti e posso dirvi che per dare gambe al suo lavoro nei mesi scorsi ho depositato in provincia insieme agli altri sindaci l’osservazione al ptcp provinciale richiedendo che la franciacorta sia riconosciuta attraverso lo strumento urbanistico del PLIS. Strumento che legambiente richieda da molto tempo, anzi veramente lo chiedeva per scongiurare bosco stella e poi abbiamo visto non essere uno strumento efficace.. La mia affermazione che ti ha stizzito non era per nulla fuori luogo. Da quando amministro il mio paese mi impegno al massimo per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, ora che dopo anni depositiamo il PLIS mi si dice che gli amminsitratori devono ascoltare le associazioni perchè serve il PTR, (parto regionale territoriale), mai una volta che si dica, “ecco, finalmente l’avete fatto, tardi ma l’avete fatto”. Non volevo offendere nessuno ma credimi, essere sempre prevenuti e mai una volta accorgersi che c’è anche una buona politica non rende un buon servizio a nessuno. Ho portato paderno ad essere uno dei 3 comuni bresciani ammessi all’associazione nazionale dei comuni virtuosi, ho portato il mio paese ad essere premiato a livello regionale per la raccolta differenziata, ho triplicato le piste ciclabili, ora a livello di franciacorta mi sto impegnando perchè finalmente il lavoro di aurelio, il lavoro delle associazioni che da anni si impegnano per la valorizzazione del paesaggio trovino risposte, ci stiamo impegnando tutti per un futuro milgiore, facciamolo insieme con rispetto e onestà intellettuale. Chiudo ricordando a tutti le mie prese di posizione relativamente ai centri commerciali, io manco li frequento, ciò non toglie che ora esistono e come tali sono interlocutori che un amministratore non può eludere, il futuro va scritto insieme con tutti. Un saluto a tutti, antonio

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