55 risposte a "Senza parole (2)"

      1. Purtroppo non ho pensato di fotografare anche le retro ma chiedo alla mia Mata Hari se puoi aiutarmi. 🙂
        Comunque nella retro non troverete il nome delle aziende rappresentate da questi marchi..

      1. Quelle bottiglie vi faranno un danno di immagine enorme, perchè verranno tutte vendute a 4/5 euri nella GDO (visto il prezzo di acquisto c’è un bel guadagno). Sarebbe stata cosa sensata e lungimirante l’acquisto da parte del consorzio e la loro distruzione con battage pubblicitario, tipo Calderoli con il falò delle leggi a Roma (il primo esempio che mi è venuto seppur non leghista).

    1. nomi nomi…vogliamo i nomi, semplice far vedere solo un vero nome, cornaleto, e poi sputare contro il vecchio Timoteo…
      se lei lo sà la prego di informare il pubblico,grazie

      1. Alberto “semplice far vedere solo un vero nome” spero che non sia la formulazione di una timida accusa di qualcosa nei miei confronti.. Nel caso ti prego di sparare a zero o di stare muto per sempre. ok?

      2. No no Giovanni, affato…no sparo a zero su te, anzi, fai bene, penso che bisognerebbe mettere i codici ICQ..

  1. Tosano è una GDO molto forte che acquista quantitativi esagerati. Ci sono cantine che vendono a Tosano e Tosano esce allo scaffale a prezzo più basso della cantina stessa nel proprio punto vendita aziendale.

    La mia domanda è sempre la stessa, la stessa che ho discusso via Twitter ieri con Luca Ferraro e Barbara Cirotto: ma gli enti certificatori, che tanti soldi chiedono alle aziende (e quindi a chi il vino alla fine lo compra), che sono tanto inflessibili ed esagerati, non si chiedono come siano possibili questi prezzi?

    Vadano a fare una verifica.

  2. Leggo queste ottime considerazioni…poi mi rendo conto che su questo sito si propone un’azienda franciacortina che circa 2/3 anni fa vendeva il suo prodotto a Bologna tra 6 e 7 € quando il mercato era attestato su una media di 10 €…(prezzo all’ingrosso iva esclusa)…quindi?

    1. Se parli di Camossi (7,80 euro )devi tornare indietro di almeno 5/6 anni, quando l’azienda produceva solo un Brut e un Satén per un totale di 10mila bottiglie (annata 2003) ben diversi da quelli che produce oggi e all’epoca non era ancora parte -ufficialmente- di questo progetto e non era proposta (qui non si propone niente) da questo blog perché non esisteva. Anche con Arici si vendeva all’epoca a 7,90. Quindi?

      1. All’epoca qui prezzi erano considerati assurdi e molti produttori criticavano quelle scelte di mercato. Proprio come si sta facendo oggi. Ecco il Quindi

      2. “Molti produttori..” a me di critiche in tal senso non ne sono mai arrivate. E poi con 10mila bottiglie immagino di aver fatto traballare Bellavista! 😀
        All’epoca il valore che ritenevamo giusto per quei vini era quello. Negli anni siamo cresciuti, abbiamo investito e messo a frutto le nostre sperimentazioni e abbiamo prezzi più alti a fronte di un sensibile aumento della produzione con vini che non assomigliano nemmeno per le scarpe rotte a quelli del passato (questo si te lo possono dire molti produttori) Se applico lo stesso pensiero e guardo cos’hanno fatto altri nel medesimo tempo, cosa dovrei pensare?
        Qui si parla che possono finire sul mercato centinaia di migliaia di bottiglie targate Franciacorta a cavallo del prezzo minimo di produzione e non fatte da contadini che cercano di ritagliarsi uno spazio nel mercato.

      3. Premetto: sono un rappresentante e distributore di vini e non mi sono MAI permesso di criticare le scelte commerciali di aziende mie concorrenti.
        Quando una delle aziende delle quali ha parlato prima é comparsa sulla mia zona ha fatto calare “l’asticella” di percezione del prezzo di acquisto del prodotto Franciacorta.
        Il fatto che fosse un’azienda di piccole dimensioni e con poche bottiglie prodotte ha avvalorato il fatto che gli altri produttori (di grandi dimensioni) avessero dei prezzi alti. Ovviamente non parlo dei 2 “mostri sacri”…quelli sono scalzabili…
        I clienti compravano il franciacorta per l’opportunitá di proporre un prodotto ad un basso prezzo con buona marginalitá. Questo significa che il mercato accettava volentieri prodotti “meno complessi” ma sorretti dal marchio Franciacorta ad un prezzo decisamente basso per quel periodo.
        Ho una foto di un franciacorta “famoso” fatta 2 anni fa in un supermercato del gruppo Famila a 8,90. Quando é uscita tutti allo scandalo…poi…puf…e adesso ci scandalizziamo per tre etichette “no name” (cornaleto credo che abbia problemi piú grandi di quanto possiamo immaginare) a prezzi che sicuramente non rispecchiano una normale marginalitá in fase finale di distribuzione.
        Da quanto ne so il supermercato che propone questi prezzi fa parte di un gruppo molto forte che vende moltissimi prodotti a prezzi bassissimi (mi dicono siano anche proprietari di una pompa dii benzina con il prezzo piú basso d’Italia!)
        Ci vuole un’informazione completa per non creare solo sensazionalismi.
        Concordo che questo sistema impoverisca noi attori della catena distributiva.

        Sinceramente Grazie per la sana polemica.

  3. Il Consorzio Franciacorta desidera ringraziare per le segnalazioni e i contributi apportati alla discussione: una conferma dell’interesse e della passione verso il Franciacorta e la Franciacorta da parte di amici sempre più numerosi. Il fenomeno evidenziato danneggia pesantemente tutta la denominazione ma, nostro malgrado, non possiamo intervenire né sulle politiche commerciali delle singole aziende né sulla fissazione dei prezzi, in quanto la normativa antitrust nazionale ed europea vieta categoricamente ogni accordo e azione in tal senso.
    E’ opportuno ricordare che, considerata la notorietà raggiunta dal Franciacorta, in alcuni casi i prezzi al pubblico scaturiscono da scelte del distributore, che esulano dalla volontà del produttore.
    Il nostro ruolo è quello di vigilare costantemente sulla qualità del vino dei nostri associati nel rispetto delle norme che ne regolano la produzione, garantendo la tutela e la promozione del marchio e del territorio. Ciò nonostante, stiamo operando nel pieno delle nostre possibilità, con l’obiettivo di creare la cultura necessaria per una ‘maturazione’ di quegli associati che ritengono la ‘politica del prezzo basso’ una strategia idonea per veicolare il proprio Franciacorta.

    1. “E’ opportuno ricordare che, considerata la notorietà raggiunta dal Franciacorta, in alcuni casi i prezzi al pubblico scaturiscono da scelte del distributore, che esulano dalla volontà del produttore.”
      Idea: vediamo una fattura?!

  4. @Davide:
    fino al 2008 su Bologna avevamo un solo cliente (ho spulciato ora la documentazione) che consumava dalle 240 alle 600 bottiglie all’anno. Forse possiamo averti fregato quello… Oggi, con vini migliori e a prezzi decisamente più alti abbiamo mantenuto quel cliente (incrementando in certi casi le vendite) e ne abbiamo acquisiti altri.
    Ora ti chiedo: siamo certi che il problema dell’insuccesso di chi all’epoca vendeva a 10 euro contro i nostri 7,80, fosse il prezzo? Perché se così fosse oggi avrebbero potuto scalciarci con almeno una ventina di marchi. Siamo certi di escludere che forse, alcuni di quei vini venduti a 10 non valessero meno dei nostri a 7,80? è un’ipotesi che mi sentirei di prendere in esame.
    Il vino non è qualcosa che compri sulla base del prezzo. Quando mi sento dire “a me piacciono i barolo” non riesco a non riprendere il commento chiedendo “barolo fatto da chi, dove e quando?”. Uno che compra barolo ( o franciacorta) pur di averlo, scegliendolo in base al prezzo, non credo faccia una scelta saggia e noi invece vogliamo persone che sanno scegliere, altrimenti staremmo producendo il doppio delle bottiglie allo stesso prezzo di 6 anni fa. 😉 Speriamo che chiunque scelga il nostro vino lo faccia perché consapevole di bere i vini che i fratelli Camossi e Andrea Arici producono in Franciacorta e non un franciacorta che costa meno di un altro. Perché il vino fatto in un certo modo è unico come le persone che lo producono.
    Concludo dicendoti che questo sistema non impoverisce chi come te vende vino (in quanto domani può fare una scelta diversa il cui esito dipenderà proprio dalla capacità di scelta) ma il sistema economico di un territorio intero che si sta cercando di costruire e sviluppare da anni.
    p.s. anch’io adoro le sane polemiche e ti ringrazio, ma vorrei che tu scrivessi anche i nomi (tipo quello del franciacorta al Famila) senza timore.

    1. @Davide:
      fino al 2008 su Bologna avevamo un solo cliente (ho spulciato ora la documentazione) che consumava dalle 240 alle 600 bottiglie all’anno. Forse possiamo averti fregato quello…

      1 non farne una questione personale…non ho parlato di clienti fregati…

      Oggi, con vini migliori e a prezzi decisamente più alti abbiamo mantenuto quel cliente (incrementando in certi casi le vendite) e ne abbiamo acquisiti altri.

      2 ne sono contento

      Ora ti chiedo: siamo certi che il problema dell’insuccesso di chi all’epoca vendeva a 10 euro contro i nostri 7,80, fosse il prezzo?

      3 Spesso e purtroppo succede x la sete di marginalitá.

      Perché se così fosse oggi avrebbero potuto scalciarci con almeno una ventina di marchi.

      4 a volte é successo

      Siamo certi di escludere che forse, alcuni di quei vini venduti a 10 non valessero meno dei nostri a 7,80? è un’ipotesi che mi sentirei di prendere in esame.

      5 la percezione della qualitá prezzo é quantomai soggettiva

      Il vino non è qualcosa che compri sulla base del prezzo.

      6 purtoppo non é sempre cosí

      Quando mi sento dire “a me piacciono i barolo” non riesco a non riprendere il commento chiedendo “barolo fatto da chi, dove e quando?”

      7 immagino le risposte…buona parte dei clienti conosce 2 nomi e poi si ferma li…ignoranza totale…

      Uno che compra barolo ( o franciacorta) pur di averlo, scegliendolo in base al prezzo, non credo faccia una scelta saggia

      8 CONCORDO ….sapessi cosa vendo io…

      Concludo dicendoti che questo sistema non impoverisce chi come te vende vino (in quanto domani può fare una scelta diversa il cui esito dipenderà proprio dalla capacità di scelta) ma il sistema economico di un territorio intero che si sta cercando di costruire e sviluppare da anni.

      9 se tieni ad una azienda che hai scelto di vendere impoverisce anche te (il rappresentante) a meno che tu non sia un mero mercenario…

      p.s. anch’io adoro le sane polemiche e ti ringrazio, ma vorrei che tu scrivessi anche i nomi (tipo quello del franciacorta al Famila) senza timore.

      10 nessun timore ma non scrivo nomi su un blog di un collega che propone altre aziende…(o almeno questo si percepisce…mi scuso se non é cosí ma rivedrei il format)

      Ps ma alla fine come erano i fantastici 4? 🙂 se passi da Bologna me lo racconti! Ciao

      1. 1) La questione personale l’hai tirata in mezzo tu con un commento (il primo) che ti ho ampiamente smontato, nel quale ho dovuto scrivere io il nome dell’azienda per la quale hai costruito quell’illazione. Almeno il nome potevi farlo..
        2) Anche noi siamo contenti.
        3) ok
        4) ok
        5) ok
        6) ognuno ha le sue opinioni
        7) ok
        8) dicci cosa vendi così lo spot è completo 😉
        9) puoi anche aver scelto l’azienda sbagliata. inutile scommettere su un cavallo che ha solo tre zampe. dovevi accorgertene che mancava qualcosa. 😉
        10) Davide, con tutto il rispetto io e te non siamo colleghi. io non vendo vino. I nomi sono fondamentali per la comprensione e quando si accusa -più o meno velatamente- è sempre apprezzabile vedere il coraggio delle azioni. Qui puoi scrivere tutti i nomi che vuoi, se scrivi le cose vere non succede nulla se scrivi cazzate rischi la querela anche se non hai fatto nomi.

      2. Io non ho fatto illazioni ma considerazioni
        Non mi sono voluto fare pubblicità
        Non ho detto cazzate
        Mi sembri un po’ troppo nervoso per “sostenere un blog
        Magari i nomi li faccio in un Blog super partes
        Finita la “sana polemica”?
        Buon lavoro qualunque sia il tuo…. Io vado a consigliare (e vendere) vino.

        Senza rancore
        Ciao Davide

  5. @Davide:
    “poi mi rendo conto che su questo sito si propone un’azienda franciacortina che circa 2/3 anni fa vendeva il suo prodotto a Bologna tra 6 e 7 € quando il mercato era attestato su una media di 10 €” Qui dove sta la considerazione e in cosa? A me sembra più un accusa per altro non vera.
    Ti assicuro che non mi hai ancora visto “nervoso” -sono solo le 9e30 del mattino- però se vuoi farci il vademecum del buon blogger, di come “sostenere un blog” ti do lo spazio per fare un post a firma tua.
    Per me hai detto una cazzata in partenza e pure grossa e ora, senza rancore, vediamo che fare.
    Ah, i nomi scrivili qui http://postadelcuore.myblog.it questo è super partes.
    Spero tu dia buoni consigli..
    Buona e fruttuosa giornata.
    ciao
    Giovanni

  6. Peccato mi sembrava veramente una sana polemica.
    Se pensi avessi detto una cazzata potevi non pubblicare il mio post o moderarlo.
    Sono un’appassionato di vino e mi piace il confronto.
    Se pubblichi un mio commento e poi mi vuoi querelare (non so x cosa) non mi sembra molto sano come confronto
    La mia mail ce l’hai.
    Buon lavoro ancora

    1. Davide io non sono il censore di nessuno e non penso che tu abbia detto una cazzata, ne sono certo e te l’ho dimostrato. Hai lasciato un commento stile “adesso vi dico io che sono figo come stanno le cose con questo qui che scrive” e hai pestato un merdone. Magari chiedi scusa, no?
      Poi, sono convinto che uno dopo i trent’anni se scrive qualcosa pubblicamente dovrebbe almeno accertarsi dei contenuti.
      Buona giornata

  7. Hai capito male il mio intento. Non volevo essere ne figo ne fare il fenomeno.
    Ho solo commentato e chiesto. Devo chiedere scusa di cosa? di un commento?
    Il sano confronto serve a crescere anche dopo i 30…

    1. Magari scusarti per non essere stato proprio preciso? Per aver tentato di farmi passare per ipocrita? No è?! 😉
      Vabbé Davide, diciamo che il modo con il quale hai espresso il tuo intento ne ha fatto -probabilmente- travisare il contenuto. Tu sei partito male e io mi sono scaldato. La chiudiamo così, nella speranza di una crescita comune..
      ciao

  8. PACE = Ponte Avente Comuni Estremità … Mi vengono in mente queste parole di , Elena Nicoletta Garbujo , una 16enne che in questi giorni ha vinto il premio Nobel per la pace e le sue parole hanno fatto in brevissimo tempo il giro del mondo ! Riunire le persone con punti di vista anche diversi , ma che desiderano crescere insieme lavorando duramente con grande impegno e passione per costruire qualcosa ” insieme ” , superando gli ostacoli che li separa. 😉 ❤ ^_^

      1. Io ho imparato che é sbagliato “entrare in casa di altri senza bussare”.
        E questo mi dispiace e chiedo scusa.
        Ho imparato che questo blog ed altri del settore sono molto stimolanti per la mia professione.
        Ho imparato che peró ci sono pochi colleghi che vi partecipano.

        Ho anche imparato che una bambina di 16 anni ha vinto il nobel per la pace.

        Forse non ci crederai Giovanni ma da quando abbiamo “discusso” mi é venuta voglia di conoscerti (anche se la cosa non é reciproca) e di sicuro ne avró la possibilitá.
        Perche? Spero, anche scontrandomi con le tue idee, di imparare lavorativamente qualcos’altro.

        Ciao e visto che ormai ci siamo Buon Natale

  9. Davide, la cosa è assolutamente reciproca e ti invito a venire in Franciacorta in primavera. è solo dal confronto, anche quando schietto, che possono nascere idee costruttive. Quindi ti aspetto. 🙂
    p.s. niente armi perché le odio. sono un pacifista! 😉

  10. Due uomini intelligenti che scrivono, si punzecchiano senza sconfinare nella maleducazione e infine si salutano con garbo. Nella moltitudine di blog in cui ci si accapiglia dopo poche repliche questo è un carteggio che conforta.
    Grazie, ho letto con soddisfazione.
    Pur se rimane l’amaro in bocca per quei prezzi. A prescindere da chi sia il responsabile tra il produttore ed il rivenditore.

    1. Paolo vedi come il tempo cambia le cose e le persone e i vini? Pensa che io e Angelo Peretti stiamo pure lavorando insieme e con grande stima reciproca! 🙂
      Cosa che 7/8 anni fa era impensabile e oggi quando ci vediamo scatta l’abbraccio! Pensa.. 😀

  11. Prometto che ci penso….. Comunque sì, le cose cambiano: un po’ di anni fa, in effetti, la “serpe in seno” che svendeva a prezzi bassi in Franciacorta aveva un solo volto e un solo nome, oggi non pare sia più così, sebbene il successo della denominazione sia sempre cresciuto.

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