Sì, è come ho scritto nel titolo: a volte mi vergogno di appartenere ad una certa cultura dove il lavoro è talmente sacro da offuscare la mente. Quella corrente di pensiero che ci fa andare a lavorare per pagare la rata dell’auto che ci serve per andare a lavorare. E’ un orrendo circolo vizioso, che guarda al domani ma chiude gli occhi sul mese prossimo, sugli anni a venire, su ciò che lasceremo ai nostri nipoti.
E’ in questi giorni su tutti i giornali e in ogni telegiornale la questione Ilva di Taranto, una situazione delicata e sulla quale non ho preparazione per esprimermi, almeno non qui. Ma di sicuro non reputo Emilio Riva e i suoi figli meritevoli di un premio. Invece, nonostante i tempi infelici, l’Assocamuna -l’associazione degli imprenditori camuni- premia come imprenditore dell’anno 2012 proprio il patron dell’Ilva, che come Riva Acciaio ha 3 insediamenti industriali in Valcamonica, a Malegno, Cerveno e Sellero.
Alla domanda rivolta al fondatore di Assocamuna (dal bresciaoggi):
” E PER LA QUESTIONE ILVA? Come si concilia una premiazione in valle a fronte di un’accusa di disastro ambientale in Puglia? Per Assocamuna la risposta sta in una diversa chiave di lettura: «La giustificazione di questo premio per noi sta e resta nell’impegno verso il nostro territorio».”
Già, basta una diversa chiave di lettura. Fermare lo sguardo al lago d’Iseo, pensare a ciò che è successo e continuerà a succedere a Taranto – parlo di conseguenze sulla salute e sulla società – è una pretesa utopistica. Pensare ad un economia diversa no? Tra tutti gli imprenditori camuni (forse bisogna associarsi per essere premiati) non ce ne sono di giovani impegnati nel turismo, nell’accoglienza, nell’agricoltura, meritevoli di un premio? Qualcuno che si distingua non solo per i numeri ma per per la qualità di ciò che fa nel luogo in cui lo sta facendo: basso impatto ambientale, vocazione turistica, rilancio di un territorio. No, noi premiamo i numeri, l’acciaio, i rischi ambientali, i capannoni e le vecchie volpi.
Ne parla anche il fatto quotidiano, qui.
Forse ASSOCAMUNA ha voluto premiare coloro che,pur di produrre uguale (e forse anche di più) rispetto all’ anno precedente,sono riusciti a farlo nonostante abbiano messo in campo una forte riduzione di personale.Il tutto reso possibile dai vari strumenti che i poteri forti gli rendono possibile;contratti a tempo determinato (anche di 5 anni!!!!!),contratti di solidarietà,cassa integrazione,….
Quindi premiamo la produzione? E non ci interessano nemmeno i posti di lavoro? Assocamuna premia i numeri che portano beneficio solo alla famiglia Riva? Nelle motivazioni leggo “impegno verso il nostro territorio”. Ridurre il personale è un impegno verso il territorio? A non chiudere? Quindi Assocamuna premia un indagato per disastro ambientale perché non ha chiuso? E in tutto questo, i sindacati come si sono espressi? Una loro opinione ufficiale c’è?
Beh, allora premiate anche lo zio di Avetrana per essere un agricoltore dalle pratiche sostenibili, per non usare pesticidi e per aver assunto un bracciante.
Due considerazioni: la cultura del lavoro di cui parli e’ prerogativa di tutto il Nord Italia, la Camunia e’ ovviamente inclusa, ma non è un sua esclusiva…in Veneto e’ uguale se non peggio. Assocamuna e’ un associazione di imprenditori facenti parte ad preciso schieramento politico; la scorsa settimana sui principali quotidiani nazionali (Corriere,repubblica,Stampa….) apparivano le “donazioni” (migliaia di euro all’anno) fatte dalla famiglia Riva a partiti politici e curia negli ultimi anni. Adesso fate 1 + 1 , e Vi risponderete da soli….