Ricevo e pubblico.
G.A.
Verona, 28 giugno: presentazione risultati del Progetto Oligar. Per la prima volta in Italia un Consorzio per la tutela di un prodotto agroalimentare ha promosso degli studi per definirne l’identikit biologico per evitare frodi, promuoverne il valore alimentare e quindi favorirne anche il commercio all’estero. Lo studio sull’Olio DOP Garda ha coinvolto l’Unione Italiana Vini, l’Università di Verona e quella di Udine.
Gli sbocchi commerciali dell’olio extravergine d’oliva DOP Garda verso l’estero – in particolare verso i Paesi d’oltralpe – sono ostacolati talvolta da controlli sulla qualità svolti dai Paesi importatori che si basano su criteri spesso non scientificamente provati e che risultano penalizzanti per i produttori. A difesa di un prodotto che è sempre più apprezzato per la sua qualità anche all’estero, per la prima volta in Italia un Consorzio per la tutela ha promosso uno studio scientifico per definire un “identikit biologico” di un prodotto.
Per garantirne la qualità con analisi a tutela di chi produce/vende e quindi anche nei confronti di chi acquista è stato pensato il Progetto Oligar che ha coinvolto l’Università di Verona (Dipartimento di Scienze, Tecnologie e Mercati della Vite e del Vino), l’Università degli Studi di Udine (Dipartimento di Scienze degli Alimenti), l’Unione Italiana Vini (che opera nel settore delle analisi) e ovviamente il Consorzio per la Tutela dell’Olio Extravergine di Oliva DOP Garda.
Lo studio, il primo a livello nazionale, è stato finanziato dalla Regione Veneto con Piano di sviluppo rurale e ha avuto tre obiettivi:
- individuare l’origine degli eventuali ftalati (sostanza esogena che indica la presenza di plastica) ed elaborare proposte per eliminarne o tutt’al più ridurne la presenza negli oli;
- dimostrare scientificamente la maggior validità del metodo basato sul dosaggio degli alchil esteri per l’individuazione delle frodi, rispetto a quelli attualmente usati negli Stati importatori: talvolta il metodo d’analisi attribuisce valenza negativa ad alcune sostanze di cui gli oli del Garda sono naturalmente ricchi;
- data l’opportunità di definire un profilo biologico e organolettico dell’Olio Garda DOP per certificarne l’origine e promuoverne il valore alimentare, si è voluto definire il “finger-print” (o identikit biologico) di questo olio di qualità in modo da permettere l’individuazione della provenienza e la promozione commerciale delle sue virtù organolettiche e nutritive.
SAVE THE DATE – I risultati del Progetto Oligar saranno presentati giovedì 28 giugno alle ore 17 alla filiale di Cassa Padana di Verona – ex Chiesa di San Silvestro in Piazza Arditi, 4.
IL CONSORZIO – Quella gardesana è la zona di produzione di olio alla latitudine più a nord in assoluto del mondo e la qualità dell’olio è frutto di una passione secolare, della cura artigianale e dei rigorosi controlli che il marchio DOP impone. Le sue principali caratteristiche sono l’odore fruttato leggero o medio, il sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e piccante, cui si aggiunge un retrogusto di mandorla. La produzione è di dimensioni sostanzialmente ridotte: commercialmente l’olio extravergine del Garda non raggiunge l’1% della produzione nazionale, ma la freschezza e la delicatezza del suo olio sono sempre più apprezzate in tutta Europa. Il Consorzio per la Tutela dell’Olio Extravergine di Oliva DOP Garda opera sulle tre Regioni lambite dalle acque del più grande lago italiano: Veneto, Lombardia, Trentino. Le Province che danno denominazione all’olio sono quelle di Brescia (Garda Bresciano DOP), Verona e Mantova (Garda Orientale Dop), Trento (Garda Trentino DOP). L’olio extravergine di oliva del Garda ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta dalla Comunità Europea nel novembre del 1997. Il Consorzio di Tutela, riconosciuto dal Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali nel 2004, è nato per tutelare il prodotto, assistere e aiutare i soci nelle pratiche per ottenere la certificazione dalla raccolta all’imbottigliamento. Il Consorzio, che ha sede a Cavaion Veronese (VR) con ufficio periferico a San Felice del Benaco (BS), conta 471 olivicoltori associati, 20 molitori e 79 imbottigliatori.
Finalmente qualcuno che fa qualcosa di serio in un settore in cui le frodi sono purtroppo all’oridne del giorno. Il livello di conoscenza dell’olio è veramente basso, tanto che il consumatore medio acquista quasi senza sapere cosa ci sia nella bottiglia, e spesso molti imbottigliatori ne approfittano. Ben venga quindi qualcosa che può iniziare a cambiare il trend: cerchiamo di capire non solo cosa sia l’olio ma anche apprezzarne le diversità di provenienza. Parliamo e discutiamo (anche a vanvera, ma almeno ne parla!) di vino in ogni ambito, perchè invece con l’elemento che marca più di altri la nostra storia, cultura e gastronomia non abbiamo la stessa attenzione? Da produttore di olio toscano mi congratulo con i gardesani per l’elevata qualità dei lori oli: questa certificazione servirà sicuramente a riconoscere il vostro lavoro maggiormente nel panorama olivicolo italiano.
Piccola proposta: e se anche i consorzi del vino del Garda, e mi riferisco a quelli bresciani, iniziassero ad avere un approccio simile con il loro prodotti non aiuterebbe a creare un’identità migliore di tutto il comprensorio? Da consumatore non mi dispiacerebbe….
Antonio Grimaldi