Lorenzo Nodari è un amico con una grandissima passione per l’enogastronomia. Oggi ci racconta la sua prima volta all’antica osteria della fragoletta a Mantova.
Ci sono capitato per caso qualche anno fa. Vagavo per Mantova con le bambine ed Eleonora in cerca di emozioni, in cerca di fotografie che ti restano nel cuore e nella memoria, perchè poi la memoria ci guarda sempre!
Un giretto tra le bellezze della città e la solita meta culinaria.
io:”eccoci qua, bella Mantova ma adesso andiamo a pranzo, si va all’ochina bianca allora?”
Nora:”fai tu” (come sempre)
Mi giro e incontro un’elegante signora, una bellissima e affascinante persona; con garbo e con un poco della mia facciadaculo la avvicino e…”una gentile informazione signora, lei che porta con grazia la sua vuitton dove va a mangiare bene qui a Mantova?”
un sorriso e poi.” ahhh io vado lì!!”
io: “allora Nora si va lì anche noi! Prenoto e che la Maddalena ce la mandi buona!”
Ci siamo andati davvero lì e come capita a noi matti (io) man mano che il “lì”
si avvicinava , passo dopo passo cresceva l’adrenalina: qualcosa mi faceva presagire che sarebbe stata una bella esperienza!
Entriamo all’antica osteria della Fragoletta: il nome incute un po’ di timore e ti aspetti di entrare in uno di quei locali vetusti e vissuti, con l’omone panzuto che ti accoglie recitando frasi in dialetto e che zoppicando e inciampando nel grembiule ti accompagna al tavolo.
Ma non è così, subito vieni colpito dal luogo informale ed inclusivo molto colorato e accogliente, un ambiente dove capisci che chi ci lavora è giovane, ha buon gusto ma soprattutto ha tanta passione e ama !
Mi balzano agli occhi dei portafiori rivestiti totalmente di tappi di sughero che un tempo hanno trattenuto i segreti del nettare di bacco.
Mi piace questo locale, tovaglie bianche, bicchieri per l’acqua colorati e calici per il vino di ottima fattura!
Cucina della tradizione con qualche arrangiamento di classe e prodotti di territorio ricercati con molti presidi Slow Food.
Nora è rimasta folgorata dai bigoli al torchio con guanciale, pecorino ed aceto balsamico, io credo dai Ravioli ripieni di capretto e verdure con il suo sugo.
Che bello aprire una carta dei vini e non trovare prodotti dozzinali, che bello vedere tra i Franciacorta i nomi di Camossi e Arici, giovani promesse e già grandi realtà.
Ma soprattutto chi è l’oste?Dov’è ? Come l’è?
Attorno al mio tavolo le fotografie dei cru di Borgogna e le cartine della cote de Beaune e della cote de Nuits non mi fanno stare fermo un secondo sulla sedia e la selezione dei borgogna in carta è davvero personale, da urlo e con dei ricarichi irrisori.
Tra i nomi che voglio segnalare:
Sait-Aubin 1ere cru le Charmios 2008 di Bruno Colin
Mersault 2006 del Domaine Matrot
Chassagne-Montrachet 1ere crù 2007 Les Chenevottes di Bruno Colin
Corton Charlemagne Grand Cru 2001 del Domaine bonneau du Martray
Bourgogne Hautes Cotes de Nuits 2006 del Domaine Gros Frere
Château de Monthelie rouge 2005 del Domaine Eric de Suremain
Mersannay Les Vaudenelles 2006 del Domaine Bruno Clair
Fixin 2006 del Domaine Meo-Camuzet
Nuit Saint Georges 1ere Crù2006 Les chaignots del Domaine Mugneret»
Vosnè-Romanèe 2006 del Domaine Gros Frere
Vosnè-Romanèe 2006 del Domaine D’Eugenie
Echèzeaux Grand Cru 2006 del Domaine Gros Frere
e ancora, una selezione invidiabile di Ponsot e i vini di Volnay del domaine Voillot e tanta altra robina interessante.
Insomma si capisce che qui non si vuole stupire, qui si vuole arrivare al cuore dell’appassionato che come me prima o poi incontrera’ la signora della Vuitton che ti dirà: io vado li !
Potrei andare avanti e parlarvi della selezione di formaggi nostrani,d’oltralpe e Inglesi, dei dolci fatti in casa ma nulla ha importanza come la persona che gestisce questo locale.
Giuseppe Maddalena è un artista, dipinge “quadri bellissimi che non ho mai visto” ma soprattutto dipinge nel cuore dei commensali la passione per la cucina e il vino.
Vado poche volte a Mantova e tutte le volte che ci ritorno mi dico:” si pero’ proviamo un’altro ristorante cacchio!!!”
Eh!!! non ce la fo’!!! Vado sempre da Giuseppe, dai suoi tappi, dai suoi colori, dai suoi champagne (Ulysse Collin,Fallet-Prevostat),dai suoi borgogna, dal suo sorriso e dalla sua onestà,dal suo garbo: un grande Oste un grande uomo!
Loenzo Nodari
chissà come si mangia all’Ochina Bianca…