Accettare che i vini siano degustati –per essere valutati dalle guide- da persone delle quali non conosco l’identità (e quindi nemmeno la professionalità) personalmente rappresenta già uno sforzo non indifferente, perché è un atteggiamento aderente alla politica partitica che ha miseramente fallito: “tu vota il mio simbolo e poi sarò io a decidere quali persone dovranno rappresentarlo per fare il tuo interesse” e non è che gli idioti in rappresentanza di qual si voglia partito, si fatichi a trovarli e questo pregresso, lo ammetto, mi condiziona e non poco.
Tralasciando le mie perplessità in merito, quest’anno per le degustazioni delle guide il consorzio ha mandato la solita ed esaustiva mail, nella quale elenca le varie che si troveranno in Franciacorta, le schede da compilare…
Mancava (o forse a me era sfuggita), infatti, la novità 2012 di quelli che ti chiedono del denaro per far sì che possano degustare i tuoi vini. Straordinario! Sto parlando di Gilbert & Gaillard.
Allora ho pensato: io redigo una guida che valuta i ristoranti, chiamo il posto X e gli dico che voglio degustare le loro creazioni per poi scriverne. Oltre a offrirmi il pranzo, il ristoratore, dovrà pure pagarmi?
E il cliente che acquista la guida, sulla base di cosa potrà avere la certezza che il mio giudizio sarà privo d’interesse nei confronti di un vino, piuttosto che di un altro e conseguentemente utile per il consumatore che vuole orientarsi nella giungla?
E mi chiedo pure quale servizio possa offrire una guida che valuta un territorio non nella sua interezza ma in maniera parziale e sulla base di una costante economica da elargire a loro stessi?
Francamente non ne capisco il senso. A questo punto troverei più corretto non presentarsi come “guida” ma come altro. No?