Il consorzio si appresta al rinnovo del cda e il comitato elettivo composto da Ricci Curbastro, Faccoli e Majolini ha proposto i seguenti nomi:
Laura Gatti, Lara Imberti, Eleonora Uberti e Giuseppe Salvioni per i viticoltori.
Paolo Pizzol, Michele Bozza, Silvano Brescianini e Vittorio Moretti per i vinificatori.
Lucia Barzanò, Maddalena Bersi Serlini, Michela Muratori, Ezio Majolini, Emanuele Rabotti, Tilli Rizzo, Giuseppe Vezzoli, Arturo Ziliani e Maurizio Zanella per gli imbottigliatori.
Fabio Lantieri, Ernesto Stefanutti e Pier Maria Tiraboschi come revisori contabili e Stefano Camillucci e Claudio Camossi come supplenti.
Tutto sotto controllo? Ditemelo voi. 😉
Facciano loro: io intanto non ho più una bottiglia in cantina da Gennaio, non posso evadere ordini, devo far aspettare fino a ,metà Giugno per i vini nuovi, non riesco a trovare un ettaro in affito per poter aumentare la quantità di vino in cantina e loro, pare, vogliono abbassare ancora le rese del 30%… Ma forse è colpa di noi piccoli che non alziamo mai la voce, abbassiamo la testa e diciamo “si padrone”…
Matteo, sei in una situazione ottimale per aumentare il margine! Hai più richiesta di quella che riesci a soddisfare. è una condizione perfetta.
Secondo me se cerchi bene, di ettari in affitto ne trovi.
Altro caso è invece quello delle rese, che quest’anno vedrà una riduzione significativa in mosto:
Non ci dobbiamo dimenticare che operiamo in un sistema chiamato Franciacorta, nel quale coesistono persone capaci (che hanno dimostrato di esserlo) e altri avventori del vino che invece hanno dimostrato di non essere capaci. Questi hanno portato a una crescita esponenziale dell’inflazione prima sul prodotto e oggi sull’intero territorio. A questo punto scattano misure drastiche che in qualche modo dobbiamo accettare per evitare di pagare uno scotto maggiore.
Gli incapaci prima o poi chiuderanno/venderanno oppure si piegheranno e impareranno a fare vino e a gestire un’azienda agricola, visto che i tempi nei quali potevano riversare quantità di denaro nero proveniente da altre attività sono finiti.
Io perdo vendite e possibilità d’incrementare per colpa di qualche folle che ha tirato centinaia di migliaia di bottiglie senza avere un cliente e che adesso sputtana il prodotto a meno di € 5,00? Ma è possibile che siamo solo noi a vedere i volantini degli ipermercati o le offerte in rete? E il Consorzio che fa? La tecnica dello struzzo non mi sembra molto edificante…
P.S. ti assicuro che trovare un ettaro in affitto (ovviamente che abbia delle caratteristiche che salvaguardino la qualità dei prodotti) non è così facile… neppure suonando a quelle cantine che hanno centinaia di migliaia di bottiglie invendute in cantina…
Matteo,
anche noi abbiamo lo stesso problema: vendiamo e cresciamo proporzionalmente con il nostro mercato, però crescita non vuol dire solo +bottiglie ma anche margine, con il quale si può investire in sperimentazioni per migliorarsi.
Il consorzio ora ha un problema che coinvolge l’intero territorio, l’immagine della e del franciacorta e che se non viene arginato rischia di investire anche chi, come te, è incolpevole.
Almeno stavolta (per la prima volta) la crisi cominciano a pagarla anche coloro che l’hanno generata e non mi pare cosa da poco.
Noi dobbiamo tirare la cinghia è vero e pare assurdo, mi rendo conto, ma è meglio farlo ora prima di rimanere tutti quanti senza pantaloni.
Salvaguardare il territorio (inteso come sistema vitivinicolo) dev’essere priorità per tutti, anche per quelli che fino ad oggi non se ne sono mai curati ma che però quando hanno deciso di “fare cantina” non hanno scelto un territorio a caso.
non vedo il problema ad oggi non ce una cantina in grado di vinificare i 300 ha piantati dal 2009 ad oggi….per cui chi produce uva senza avere un contratto di fornitura lo sapeva prima che la sua uva non verra’ acquistata….dovra’ arrangiarsi lo stesso…:)
Cassandra, spiegati meglio: di che “problema” stai parlando?