Dopo anni di totale incuria, abbandono e immondizia, il Ronco Capretti tornerà a produrre uva e forse anche vino. L’articolo di oggi a pagina 16 del Giornale di Brescia (per il quale sono stato contattato telefonicamente ma non citato) è eloquente e finalmente mostra la luce oltre il tunnel. Non è chiaro se a vinificare sarà il centro vitivinicolo provinciale o qualche privato, ma l’importante è che qualcosa si sia mosso. Per il futuro si avvarranno di un professionista di una certa esperienza, Renzo D’attoma (al quale ricordo che nel vigneto che sta di fronte coltiviamo quasi un ettaro a Invernenga e che semmai avesse bisogno di legni per riprodurre le piante, può attingere quando crede).
Adesso bisogna solo sperare che il progetto che metteranno in atto, non si affossi come il precedente creando ulteriori danni.
A loro il mio augurio perché possano davvero dare un futuro a quello straordinario pezzo di terra.
P.S.
Personalmente, nel progetto che avevo presentato, ambivo a portare il Comune di Brescia a diventare produttore di vino, per un utile da reinvestire nel verde cittadino, con una parte di bottiglie vendute all’asta, ecc.
Dal Comune mi sarei aspettato uno sforzo maggiore per non lasciarsi scappare un’opportunità così rara, dalla proprietà mi sarei aspettato almeno una riflessione trasparente. Del resto si sa, eleganza, educazione e capacità di valutazione sono merce sempre più rara, soprattutto a Brescia.
Purtroppo non solo Brescia, citerei tutta la Lombardia.
Nell’elenco delle mancanze aggiungerei anche senso estetico e lungimiranza.
Comunque è sempre bello vedere dei progetti partire, un augurio!
davvero un peccato che non sia andata in porto la tua proposta; era proprio interessante e innovativa: premetteva al Comune di diventare parte attiva nel progetto e ai bresciani di “sfidarsi” orgogliosamente all’asta delle bottiglie!
va beh, comunque…meglio di niente…
Nel P.S hai detto cose veritiere…che si pretende, da una città inquinatissma, con auto d’apperttutto e dove il caos, il traffico, il menefreghismo etc etc ne fanno da padrona
Avevo letto un articolo qualche anno fa, che indicava il vigneto della Pusterla come l’impianto più vasto presente in centro città, superando per estensione quello famoso a Montmartre Parigi.