Cascina Margherita: un grande progetto nelle mani giuste

Esistono luoghi bellissimi, spesso celati dai rovi che avanzano inesorabilmente e dall’incuria dell’uomo che “o è profitto personale o non m’interessa”. Posti da non vedere solo come luoghi racchiusi tra un paio di coordinate, ma come cassetti della memoria capaci di evocare i sogni dell’infanzia, i ricordi e le emozioni… oppure sono luoghi che stanno dietro casa e non lo sai e quando ti ci trovi nel mezzo ti manca il fiato tra fascino e oggettiva bellezza.

Parlando di sogni con Mario Brambilla, non ho resistito dal chiedergli se l’idea di acquistare un ex convento diroccato per riportare l’agricoltura in quei prati a terrazze e cintati da boschi, sul Monte Maddalena (in piena città), fosse il suo sogno. Mi ha risposto: “è il mio sogno, lo voglio realizzare e lo sto realizzando”.

Cavalli, asini e api per cominciare, oltre alla ferma volontà di fare marmellate, di piantare cotogne, forse della vite e poi pascolo.

Ha le idee chiare Mario e in quel luogo ci ritrova i suoi ricordi e da quelli, la volontà di fare, di ricreare e di riportare indietro le lancette del tempo.

Non conosco la storia del signor Brambilla, ma certamente un progetto del genere, dove alla base sta un restauro conservativo di una struttura (Cascina Margherita o più anticamente Malga Rita) dalle importanti dimensioni e di una chiesa risalente al 1400, una certa liquidità economica la richiede, ma questa non costituisce una notizia interessante.

Il senso vero del suo progetto è quello di lasciare un segno indelebile nella storia culturale di questa città, di riportare alla luce un passato che troppi credono inutile come riesumare un cadavere dopo quarant’anni. Un entusiasmo travolgente il suo, che lo strappa da una direzione lavori e lo “costringe” a portarmi al castagneto che sta facendo ripulire con meticolosa sapienza.

Come ho detto sopra, la notizia che il signor Mario possa permettersi il lusso di tale operazione, non la trovo una cosa della quale stupirsi, in quanto esistono molti altri imprenditori con le medesime possibilità ma dai quali lui dimostra essere ben distante, nel pensiero rivolto alla storia, al futuro e all’uomo che sta nel mezzo. Vi basti pensare che l’immobile era stato acquistato da un famoso imprenditore che voleva farci un super hotel o qualcosa del genere e che se l’è tenuto per una decina d’anni, nei quali il comune (clamorosamente) ha sempre negato tale operazione. I fatti insegnano che non mancano persone con grandi possibilità, ma che è la qualità dell’uomo a latitare nel buio delle sue –spesso- illogiche scelte.

Le cose straordinarie di questa storia sono altre, ovvero la motivazione poco imprenditorial-bresciana ma tanto umana, avvallata dal fatto che Mario (udite, udite) ha ottant’anni!

Oggi gli ho sentito dire che prima di morire, vuole assolutamente vedere finita l’opera. Ha l’entusiasmo di un ventenne e una tempra invidiabile e sono certo che realizzerà il suo sogno, nella speranza -mia- che possa essere d’esempio per altri.

Ringrazio Daniela, architetto e prossima ristoratrice in quel di Salò, per avermi fatto scoprire questa meraviglia a due passi da casa.

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Una risposta a "Cascina Margherita: un grande progetto nelle mani giuste"

  1. Ho passato intere domeniche alla Cascina Margherita. Ero piccolo, ma i ricordi di quelle corse e di quei culmartei nei prati è ancora vivo.
    speriamo proprio che torni ad essere viva.

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