La TAV, quella straordinaria opera seconda solo al ponte sullo stretto e prima micidiale –per me- perdita di stima nei confronti di Monti, il quale dovrebbe comprendere che oltre la matematica può esistere qualcos’altro.
La TAV che altro non rappresenta se non un accordo politico, un intreccio d’affari sempre connessi alla politica partitica, la cui unica utilità è rappresentata da profitti privati e forse pubblici, è uno degli investimenti più bizzarri (per non dire stupidi)della storia italiana.
Chi l’ha progettata e chi l’ha concessa, devono essere parenti o in qualche modo si sono formati insieme, perché non hanno tenuto conto di niente. Il progettista ha tracciato delle righe su una carta fisica del ‘49 e l’altro gli ha detto che andava bene.
Queste persone non si sono minimamente rese conto dell’urgenza ambientale che ci soffoca, non hanno tenuto conto dell’importanza di un’economia agricola in rapporto alla vita dell’uomo e la cosa peggiore è che non ascoltano le ragioni di chi vive in una -e di una- fascia di terra. Come se i voti presi a predicare insolute promesse, fossero garanzia e il lasciapassare per decidere qualunque cosa, spesso in nome di un illegale e vergognoso tornaconto personale.
La TAV passerà anche da Brescia e soprattutto andrà a tagliare in due il territorio di Lugana, un altro vincente esempio d’imprenditoria vitivinicola bresciana.
Ettari di vigneto al macero per far passare il trenino e un sistema agricolo fortemente in pericolo, non solo in chiave ambientale ma anche perché l’immagine della zona produttrice, sarebbe colpita al cuore. In Italia l’agricoltura non vale nulla perché sfruttata dal commercio di massa e realtà capaci di fare sistema come la Lugana devono essere portate ad esempio.
Le pagine bresciane del Corriere della Sera danno spazio al tema (e per fortuna dico io!)e dopo il bell’articolo Vittorio Messori di mercoledì insiste intervistando, tra gli altri, Francesco Montresor Presidente del Consorzio di Lugana nel pezzo di Matteo Trebeschi.
Esistono progetti alternativi che aspettano solo di essere presi in considerazione. Progetti che permetterebbero la convivenza di un patrimonio agricolo e di quella grottesca opera che risulta essere la TAV.
Faccio un appello alla Politica bresciana tutta, di non sentirsi esclusa da questa emergenza e che per una volta, abbia la decenza di cancellare quel pensiero che non gli consente di guardare oltre il confine del suo giardino.
È arrivato il momento che la Politica dimostri di essere utile alla collettività e non un fardello. Ci sono progetti alternativi alle righe tracciate dal progettista, che devono essere valutati in ogni loro aspetto e il tempo a disposizione è sempre meno: usatevi per questo.
Agli amici di Lugana, a Carlo Veronese, metto a disposizione questo blog per qualunque comunicazione, per qualunque cosa.
Dell’impatto della Tav sull’area del Lugana scrissi nel 2005 sul mensile di Slow Food.
Per chi fosse interessato al “reperto storico”, il pezzo può essere letto nell’archivio del mio InternetGourmet, qui: http://lastanzadellangelo.blogspot.com/2005/11/e-sul-garda-la-tav-si-manger-le-vigne.html
Non mi pare che da allora le cose siano granché cambiate. E neppure che politica e istituzioni si siano troppo agitate per le sorti delle vigne luganiste. Dal 2005 a oggi è passato qualche giorno, mi pare…
Ciao.
Angelo
Grazie Angelo! Direi che dal 2005 a oggi, i politici, se ne sono sbattuti altamente. Adesso che si diano una svegliata, anche per non essere additati come cialtroni, per quanto difficile.. 😉
Be’, diciamo che hai espresso il pensiero in forma un po’ più colorita della mia, ma la sostanza è identica…
Non riesco a fare diversamente.. 😉
Conosco qualche produttore, consapevole e rispettoso, che ci offre prodotti rappresentativi del territorio Lugana in cui (e di cui) vive. Prodotti interessantissimi e buonissimi che purtroppo arrivano con difficoltá sotto la linea, stabilita da politici insulsi e operatori disonesti-sicuramente amici dei primi-, a sud di Firenze. Operare a Roma é sempre piú difficile, ma,se si é portati da vera passione, e non solo dai soldi da fregare ad un pubblico male informato con degustazioni assurde, la curiositá soprattutto dei giovani viene esaudita e non cade nel luogo comune del”troppo alcool tra i giovani” ma anzi l’aiuta a rispettare i prodotti onesti e chi li fá ma soprattutto sé stessi. Grazie Alessandro Ventricini
Grazie a lei Alessandro!