La Crepa: il cuore grande di Isola Dovarese

Noi bresciani la chiamiamo “la bassa”, la fascia di pianura che corre da sud-est a sud-ovest della nostra provincia e con lo stesso toponimo inglobiamo pure Mantova e Cremona.

La bassa, dove i fiumi si aprono e la loro corsa rallenta e il rumore dell’acqua è ovattato dalle rive che tagliano campi e pioppeti, dove d’estate si danza per il vento, in autunno si sparisce nella nebbia e d’inverno è bianca dal gelo.

La primavera è il momento perfetto per viverla ed è stato così che nella prima domenica calda dell’anno, mi sono recato con due amici, che nella cremonese sono nati.

Per chi ama la grande cucina quella fatta di storia e tradizione e di ricerca e passione, non può non identificare nella Crepa di Isola Dovarese uno straordinario luogo di perdizione dei sensi.

Abbiamo mangiato sotto il portico, tra le psichedeliche trame dell’abito di Giovanna Lazzari e la perfezione di piatti profondamente unici, bagnati da tre bottiglie di bollicine che io e Carlo Fiorani, abbiamo scelto.

Isola Dovarese conta poco più di mille anime, è il paese natale di mia madre ed è il luogo dove ho trascorso diverse estati, come un Carlo Levi, al confino dai nonni.

Isola è Piazza Matteotti, attorno alla quale si sviluppa l’abitato e ogni anno, la seconda domenica di settembre, si svolge il Palio delle Contrade ossia, una rievocazione dei costumi della società bassomedievale di fine ‘400, periodo che lascia tracce profonde nella sua storia, in particolare nel connubio tra i Dovara e la potente famiglia mantovana dei Gonzaga, i quali durante le visite al borgo, attiravano schiere di figure d’ogni classe sociale.

La Crepa rappresenta la sintesi perfetta di tutto questo, della cultura di un territorio gestita con una passione, una professionalità e un’umiltà, che sono (dovrebbero essere) un modello da seguire per chiunque.

I Malinverno sono persone lungimiranti e consapevoli che il futuro, passa inesorabilmente da una gestione responsabile di un passato che non si possono permettere di perdere.

Tutto ormai è stato scritto su questo straordinario luogo e l’unica cosa che vi posso dire è che nessun appassionato di cucina e di vino, nessun enogastronomo, può permettersi di non andare almeno una volta ad assaporare le magie di questa incredibile enciclopedia del gusto e dei saperi. La Crepa, è un modello vincente che non può essere ignorato perché è il cuore di una grande e consapevole passione.

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Una risposta a "La Crepa: il cuore grande di Isola Dovarese"

  1. La Crepa non rappresenti dunque solo la sintesi perfetta della cultura di un territorio, di una grande passione, di una professionalità, di un’umiltà, di un fascino, di un gusto, di un’etica del lavoro, di una competenza unici e di molto altro, ma diventi il modello reale, l’origine di un progetto concreto che porti a svelare la bellezza del cremonese… E’ tardi, ad esser sinceri, perché nella bassa di cui parli nel post molte brutte cose (agricoltura, edilizia, paesaggio…) vengono fatte da troppo tempo, ma ce la si può fare! La Crepa diventi, insomma, sede di discussione su queste idee 🙂 e simbolo di questo lavoro ancora all’inizio ma con enorme potenziale!

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