Nemmeno il tempo di finire un bicchiere, che da ogni dove piombano notizie che palesano l’incapacità umana nei confronti del bene comune, del territorio. Leggete qui cos’è Monte Isola e provate voi a dare una definizione di chi decide di spendere un milione di euro per costruire un parcheggio per motorini sull’isola lacustre più grande d’Europa.
È necessario raccogliere le firme non solo per fermare certe opere ma per mandare a casa amministrazioni del genere e vietare loro ogni attività rivolta alla cosa pubblica.
Vi riporto di seguito l’appello di Dario Balotta e chiedo a chiunque di condividerlo. Monte Isola rappresenta un patrimonio non solo per i Bresciani ma per l’Italia intera. AIUTIAMOCI!
G.A.
Quello che era il Borgo più bello d’Italia nel 2007 sta subendo una feroce e negativa trasformazione sotto il profilo urbanistico e paesaggistico. Montisola può ambire a diventare capitale della sostenibilità, ma un’ottusa amministrazione comunale persevera in politiche stile anni ’60. Monte Isola, 1800 abitanti, 11 frazioncine distribuite su 9 km quadrati, è posta nel centro del lago d’Iseo dove da sempre vige il divieto di circolazione delle automobili. Una storia di pescatori, di retifici e di mastri artigiani per barche in legno, ha offerto e offre un patrimonio culturale di grande spessore. Ma quello che doveva essere un modello di sostenibilità, di tutela del patrimonio e di sviluppo sostenibile del turismo, anche per tutto il lago d’Iseo, è sempre più compromesso. Recentemente però un’improvvisa scelta dell’amministrazione, da noi osteggiata in ogni modo, ha portato alla realizzazione di due maxi parcheggi per le motociclette dei residenti (unica forma consentita di mobilità sull’isola) nelle pittoresche località di Peschiera e Carzano. Per i 500 pendolari dell’isola, che ogni giorno s’imbarcano da Peschiera e Carzano per la terraferma, i due parcheggi sono comunque insufficienti per soddisfare le esigenze isolane. Legambiente aveva proposto delle mini tettoie in legno a copertura dei posti sosta già esistenti. La nostra proposta, oltre che evitare un costo spropositato di 1.050.000 € ( 7.000 € a stallo, quasi come il costo un garage coperto) per i due orrendi manufatti in acciaio, avrebbe evitato una indelebile ferita che compromette la qualità paesaggistica dell’isola. Ma la volontà cementificatoria dell’amministrazione, purtroppo, non si esaurisce qui. Già in questi anni il consumo di suolo ha proceduto con ritmi vertiginosi, adesso è stato scodellato un Piano di Governo del Territorio (ex PRG) che prosegue nel cieco consumo di suolo con la previsione di 13 nuovi comparti residenziali. Il piccolo borgo, disponendo di circa 500 alloggi vuoti e avendo ormai da anni un saldo demografico negativo, non ha alcun bisogno di nuove abitazioni , anzi avrebbe bisogno di un piano di risanamento delle frazioni per il recupero dei volumi inutilizzati. I contenuti dello strumento urbanistico dell’isola, secondo noi, dovrebbero essere invece quelli del consumo zero di territorio, dell’efficienza energetica e della riqualificazione ambientale. In questi ultimi anni, peggiorando la sua qualità ambientale, Monte Isola, come tutto il lago d’Iseo, ha perso in immagine e in competitività turistica, tanto è vero che le presenze (straniere e italiane) sono nettamente calate, mentre invece è aumentata l’invasione domenicale dei visitatori mordi e fuggi. La depressione isolana cresce al punto tale che il 50 % della forza lavoro trova occupazione fuori dall’isola. Con la raccolta differenziata, ferma al 30 %, l’assenza di un adeguato sistema di depurazione dal momento che l’acquedotto comunale pesca dal lago e gravi carenze dei servizi comunali (trasporto pubblico), il declino della qualità dell’isola è sempre più marcato. Sicuri di interpretare il pensiero di chi ha a cuore il futuro della perla del Sebino, confortati anche da un recente sondaggio attraverso il quale la popolazione si è espressa fortemente contraria a queste politiche di distruzione del territorio, il circolo del Basso Sebino lancia un appello di aiuto all’Italia, affinchè le istituzioni tutelino un ambiente unico nel suo genere.
a sto punto penso che nell’evoluzione il bresciano sia l’anello mancante tra l’uomo e la cazzuola, non può fare a meno del cemento!
sconcertante, bene andiamo avanti così!
Quanto sta accadendo a Montisola propone un tema che ruota attorno a questa domanda: è plausibile che una giunta che pro tempore amministra un territorio -in questo caso di grande pregio oltre che unico- possa disporre a piacimento senza che altri livelli dello stato possano disporre atti di tutela e salvaguardia vera perché troppo deboli nell’operatività e troppo facilmente eludibili? Quanto è accaduto e sta accadendo a Monte Isola non è forse la prova della perdita di un comune sentire, di un senso d’appartenenza, della caduta dell’idea stessa di stato unitario, dell’esistenza di valori comuni che superano la contingenza del mandato amministrativo?
Ed ancora, per evocare un tema di grande attualità. Il mandato amministrativo democratico legittima a compiere qualsiasi scelta anche quando si amministra (sempre pro tempore) un luogo così delicato ed unico qual è Monte Isola, quando queste scelte provocano cambiamenti fisici del territorio irreversibili?
Ma cosa sta accadendo a Montisola?
Per chi non è informato fornisco alcune cifre. La popolazione residente è sostanzialmente stazionaria da oltre 10 anni.
Sull’isola vi sono circa 500 abitazioni non occupate.
Gran parte delle nuove abitazioni sono destinate a seconde case.
E’ stata approvata una variante al PRG che consente la costruzione di edifici accessori in zona agricola, (di fatto negli uliveti) che nascono come garage/depositi per diventare nel tempo seconde case.
Alberghi , ristoranti, bar trattorie e locande quasi tutti chiusi, l’economia turistica ridotta al lumicino.
Sull’isola sfrecciano moto e scooter con motori a scoppio essendo stato abbandonato il progetto di diffondere motori elettrici.
Le funzioni che possono promuovere una politica per il turismo del tutto ignorate.
I giovani, privi di qualsiasi incentivo delle istituzioni, preferiscono una vita da pendolari sulla terraferma piuttosto che tentare di far crescere attività legate all’economia isolana.
Il nuovo Piano urbanistico (PGT) prevede ancora nuove abitazioni, la gran parte delle quali, incredibilmente su aree di proprietà comunale che saranno vendute a privati.
Gli isolani che aspirano ad un diverso destino di Montisola e si oppongono al degrado che contraddistingue quanto sta accadendo, da soli non ce la fanno, per questo hanno bisogno del sostegno di chi crede che un futuro diverso sia possibile.