Uno dei motivi per cui amo il mio territorio è la capacità di sorprendermi. Provate a visualizzare la Valcamonica: montagne, prealpi, vallate, freddo, latticini e burro. E pensate bene. Nordici geograficamente, e di conseguenza nelconsumo dei prodotti alimentari. Ma, come dicevo prima, la Valle sa sorprendermi anche qui. Avete presente Bienno? Non certo il posto ideale per far crescere piante d’olivo. Per la verità crescono, ne ho due in giardino, ad uso ornamentale, ma mai avrei pensato che in questo splendido borgo l’olea europea potesse portare a maturazione i suoi frutti.
In occasione della frangitura e quindi dell’arrivo dell’olio nuovo, sono stata invitata alla cena di presentazione dello stesso da parte della famiglia Gatti, titolari della trattoria vineria “la Barbatella” a Pian di Borno; l’olio prodotto nel giardino di casa a Bienno protagonista di una cena offerta ai clienti-amici per festeggiare l’evento.
Quest’olio è ad uso strettamente familiare, anche perchè 40 piante (varietà frantoio, pendolino, leccino e moraiolo) nell’appezzamento dietro casa riescono a dare circa 4 quintali di olio, che smistati tra figli e parenti finisce subito. E quest’anno è andata peggio, la mosca dell’olivo e la grandine hanno ridotto la produzione a soli 40 litri. Calcolando la spesa del frantoio (Vertine a Sulzano) e la fatica per la raccolta, direi che resta la grande soddisfazione di produrre olio extravergine d’oliva a Bienno. E per di più buono. Profumato, per nulla amaro, delicato, come quelli del lago d’Iseo, lascia un leggero e piacevole pizzicore in fondo al palato, una nota strong, come a ricordarmi dove è nato, guardando a sud est il borgo della ferrarezza.
Bruschette, uova sode, bollito misto e gelato alla panna. TUTTO da ricoprire d’olio. Al mio tavolo, Barbera d’Alba 2006 Germano Ettore e Nebbiolo 2009 Adriano.
Un grazie a Luigino e a Silvia per l’invito, e per averci mostrato una magia inaspettata e sorprendente, opera della natura in questo nostro splendido territorio.
lucia, permettimi ma c’è qualcosa che non torna nei calcoli: da 40 piante fare 4 qli di olio è impossibile.
vorrebbe dire fare 26 qli di olive, cioè 65 kg a pianta, a me sembra un pò tantino.
quest’anno ad erbanno abbiamo raccolto olive sane, senza perdite per la mosca, e ne abbiamo raccolto al max 20 kg per piante da piante di ormai 20 anni.
francamente 65 kg mi sembrano tantini, poi dipende dall’età delle piante, ma per i nostri climi e le nostre latitudini mi sembrano davvero tanti.
fai conto che da 150 piante abbiamo prodotto 220 litri di olio, ha reso il 14.9 % che è una resa straordinaria!
sei sicura che le rese sianom quelle?
In effetti mentre scrivevo ieri sera mi sono venuti alcuni dubbi, ma è quanto mi è stato detto da Luigino. Mi riservo di risentirlo ed eventualmente correggere qualche cavolata (nel caso, sarà colpa mia, ho parlato con Luigino a fine serata e a fine bottiglie)
In effetti un errore c’è… I quintali di olive raccolti sono circa quattro, la resa è stata del 14 % e i kili di olio sono 53!!
la barbera immagino fosse la vigna della madre. E bravo Sergio.
proprio lei! 🙂