Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti, un’occasione per i consumatori

Conoscete #mario? E’ l’hastag con cui su twitter si identifica il consumatore finale di vino (prima che Mario Monti diventasse presidente del consiglio) , quando produttori, operatori e appassionati si scambiano opinioni in 140 caratteri.

E’ colui che si aggira tra gli scaffali del supermercato con l’aria smarrita, che ritrova la felicità quando incontra un’etichetta conosciuta, magari solo perché l’ha bevuta a casa dell’amico che di vino ne capisce un po’.

#Mario ha bisogno di occasioni come il mercato dei vini dei vignaioli indipendenti (FIVI). Non solo per assaggiare, ma per conoscere: territorio, contadino, lavoro in cantina fino alla scelta dei tappi e delle bottiglie. E anche per acquistare.

A Piacenza #Mario poteva scegliere tra 200 produttori, tutti con almeno 3 vini in degustazione e in vendita; il bello del mercato è che alla fine ti compri anche una sola bottiglia del vino che ti è piaciuto, e quando la riaprirai a casa, sarà il vino che hai scoperto tra tanti altri, non perché te l’ha consigliato qualcuno, ma perché ti ha emozionato. E nel calice ritroverai i racconti sull’annata o sull’etichetta che hai ascoltato da chi il vino l’ha fatto, dalla vigna alla bottiglia. Con un filo conduttore che unisce i vignaioli di tutto lo stivale: l’amore per il proprio territorio e la consapevolezza di raccontarlo attraverso il lavoro quotidiano.

Anche per i Vignaioli è stata un’esperienza positiva: ho parlato con alcuni di loro, ho letto le loro impressioni su twitter. Bisognava esserci, perché era il primo anno, perché l’esempio dei cugini francesi è da seguire. Fare sistema è importante, e comunicare con il consumatore è una priorità, perché è #Mario che deve scegliere il vino quotidiano, e che in fondo, lo compra.

Il mercato è una formula che mi piace, spero che diventi un’appuntamento fisso e che i consumatori ne approfittino, visto che #Mario qui è il protagonista.

Per me un’altra bella esperienza. Ritrovare amici produttori e appassionati. Sentire, da lontano, un coro che grida “camunaaaa!” E, pensare, “sì, cercano me…” .

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14 risposte a "Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti, un’occasione per i consumatori"

  1. Ho sempre amato l’atmosfera che si vive nei mercati, quelli veri, dove non é scontato trovare quel prodotto a tutte le ore, la prego l’assaggi, l’ho raccolta stamani.

    Bello ritrovare la stessa atmosfera a Piacenza, al netto della nebbia e con il valore aggiunto della Fiera facile da raggiungere e ben strutturata (di un semplice elenco cartaceo dei produttori e relativa postazione si è sentita mancanza)

    Condivido le tue parole, questa è una bella esperienza per chi, anche da semplice curioso, ambisca a bere un bicchiere con una diversa consapevolezza e anche, perché no, risparmiando sul prezzo medio di mercato.

    Aggiungo un altra chiave di lettura che non sottovaluterei: gli operatori del settore (enotecari, ristoratori, osti e rappresentanti) possono imparare molto osservando quali bottiglie vengono scelte dai “Mario” ; i gusti al di fuori del giro dei enostrippati vengono da troppo tempo imposti piuttosto che ascoltati.

    Ciao Camuna 🙂

    1. grazie Giuliano, condivido il tuo pensiero. Deve essere Mario a scegliere, non il venditore per lui.
      Il catalogo c’era, costava 3 €, oltre il biglietto (10 €) che comprendeva il calice. Forse bastava una semplice cartina degli espositori, ma era facile trovarli lo stesso…
      Alla prossima!! 🙂

    1. Domenica, al mercato dei vini, alle ore12,00 Walter era un po’ su di giri, ma nonostante tutto riusciva a gestire “il pubblico” con simpatia, spirito ed educazione ; l’uomo a piedi nudi sarà pur mitico ma , a mio modesto parere, deve evitare di prendere per i fondelli “Mario” con risposte alla “supercazzola”, come ho visto fare durante la manifestazione, perchè se incontra qualcuno più mitico di lui gliene fa passare la voglia.

  2. Dopo un po’ che giravo per vini, preso dalla morsa dell’appetito o forse semplicemente incuriosito da quei prosciuttiformaggieccetera che si intravvedevano a distanza, mi sono avvicinato al settore cibarie.
    Quando ero piccino, molto piccino peraltro, la mia famiglia piccolo borghese ripeteva perpetuamente le vacanze estive in Cavalese, Val di Fiemme, Dolomiti, Trentino. Anni e anni di estati simili in quei posti meravigliosi, che mi hanno lasciato impresso il gusto della nevrotica ripetizione di ciò che è bello e si ama. Da allora, la montagna non mi ha più abbandonato.
    Tra i riti dell’estate in Val di Fiemme, incarnati in un preciso ed esclusivo lessico familiare, ci stava naturalmente la raccolta di porcini, finferli e altri non velenosi, seguita dalla polentata con varie succulenze alla griglia nei boschi di Ganzaie. Esse consistevano essenzialmente nelle carni della macelleria Tito Braito di Carano, luganegacostinebisteccheevariealtrepezzaturepregiate.
    Tito Braito l’ho conosciuto a sei anni, col suo grambiule da macellaio, con le sue mezze parole alla moglie in negozio, con la sua cura nel preparare lo speck, con il suo brontolio sommesso nei confronti dei villeggianti che notoriamente non capiscono un cazzo, con il suo amore per il suo lavoro.
    Tito ora non c’è più, ma qualcuno porta avanti il suo lavoro.
    Qualcuno che era presente alla mostra mercato dei vini di Piacenza.
    Sono andato per i vini, ho trovato anche altro.
    Credo che si debba sapere sempre dove si va e perché si va. Ma il meglio succede quando l’inaspettato rompe la tua ordinata e a volte ordinaria programmazione.

  3. @Chiaro: a Piacenza ho assaggiato il timorasso 2008, profumi fantastici e piacevolmente persistente in bocca, la barbera monleale 2006 l’ho assaggiata invece a #barbera2 ed era stata per me la migliore tra tutte quelle assaggiate in quell’occasione.
    @enrico: grazie a te, le tue bottiglie sono fotogeniche!! 🙂

  4. @Lucia :oltre che fotogeniche sono anche buone-dimandy boun..molto buone in modenese- le bott.di Enrico e il Nebbiolo lo voglio a casa!è ora che quel montanaro 🙂 🙂 la smetta di fare vini così buoni cazzo!
    av salùt ciao Gian Paolo

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