Pazzo Mondo, che non finisci mai di stupirmi, di schiaffeggiarmi, di prendermi a calci in culo e che poi sei sempre lì, pronto per non farmi mai smettere di sorridere e di farmi avere ancora voglia di credere negli uomini.
Così, in una medio-fredda mattina il mio telefono s’illumina con la scritta “Ti ho cercato: Giannone delle Rose”(con me in una fotografia scattata da Francesco Orini qualche anno fa) nome che potrebbe evocare i cavalieri dello zodiaco. Lo richiamo.
“Sei nel casotto a sparare a qualche falco pellegrino??”
Sono a Paderno, ti devo parlare (ma forse sai già cosa devo dirti), mi dice, e in tre secondi organizziamo un caffè volante con visita in laboratorio.
Ammetto che ero preparato alla notiziona ma che sono andato cauto e l’ho lasciato parlare.
Responsabile per la condotta “Slow Food Garda” che spazia da Pozzolengo a Limone e tutta la Val Sabbia, in un pezzo di provincia Bresciana che confina con Mantova, Verona e Trento e quindi, anche della Valtènesi dei vini. La battuta più scontata che mi è venuta “non so se a essere messo peggio sia tu che hai accettato, o Slow Food per avertelo chiesto, vista l’idea politica di base diametralmente opposta!” ma Gianni era preparato ed è stato il primo a ironizzare.
E però, anche in quello che esternamente potrebbe sembrare il peggior matrimonio del secolo, traspare amore vero. Un sentimento che forse non lambisce per reciprocità i confini dell’anima dei due sposi ma, che si proietta tutto verso un terzo soggetto che dell’amore di entrambe necessita. Il territorio, il Garda, la Valtènesi.
Forse siamo arrivati a comprendere che esiste qualcosa al disopra dell’uomo e di quelle bandiere che -oggi più che mai- si mostrano i baluardi dell’incapacità umana, all’interno di una politica bidimensionale incapace di generare idee ed esperta in promesse (che non saranno mai mantenute) e nell’arricchimento personale illecito?
Forse oggi siamo giunti a raschiare il fondo del barile -che ci siamo accorti di aver riempito per anni di cazzate- e la necessità di anteporre idee concrete a interessi personali o a stupidi e obsoleti simboli politici dimostratosi incapaci di salvare l’uomo dalla sua stupidità.
Sono felice perché Gianni Briarava mi ha detto: “il tesseramento in questa condotta non dovrà avvenire perché oggi ci sono io ma, per i risultati che con la mia opera saprò conseguire per l’intero territorio”, proprio come da anni si sta facendo a “Brescia per Passione”, dove idee e risultati sono tangibili e rappresentano un nuovo modo di fare politica, dove prima si fa e dove il voto è la conseguenza di un’azione e non di flebili promesse.
A Gianni i miei auguri e l’avvertimento che sarà marcato stretto. 🙂
L’attività della condotta Slow Food Garda si apre con l’iniziativa che vi riporto nella locandina sotto.
In bocca al lupo al Gianni: forti, quelli del ’59.
In bocca al lupo al Gianni: forti, quelli del ’59.