Con una bella stretta sui tempi, spesso biblici per questioni di quest’entità, Maurizio Zanella è uscito allo scoperto come meglio non avrei potuto sperare: “Basta cemento o il vino rischia”. “Se non si cambia, se non si smette di gestire il territorio nella maniera disinvolta con cui si è fatto negli ultimi anni, la Franciacorta vitivinicola non andrà avanti. Anzi, non potremo nemmeno mantenere l’attuale posizione”.
La fonte dalla quale prendo le parole di Zanella è il Giornale di Brescia di ieri(QUI l’intero articolo), che racconta dell’incontro tenutosi sabato a Provaglio d’Iseo durante il quale si sono poste le basi per un patto che valorizzi il territorio con una crescita sensata. Attori i comuni dell’area franciacortina, Cogeme e il Consorzio per la Tutela del Franciacorta, la Provincia di Brescia e la Camera di Commercio di Brescia(che ha ribadito di voler essere della partita). Un patto ideale, per ora, ma che traccia -senza alcun dubbio- l’interesse per il comparto vitivinicolo che dipende necessariamente anche dall’aspetto e dalla salubrità (in ogni senso) del territorio. A questo punto è chiaro che a tutti il futuro del territorio interessa, ora bisogna dimostrarlo. Maurizio Zanella mi aveva più volte detto della sua ferma volontà di trovare una formula per far dialogare attorno allo stesso tavolo, tutti gli enti e i comuni dai quali dipende il futuro del territorio e ora l’ha dimostrato. Adesso tocca ai comuni che devono comprendere la necessità di una politica per un “consumo di territorio zero”, alla Provincia nel supportare con forza e senza sconti tale iniziativa, alla Camera di Commercio di sostenere con progetti mirati, essenziali -e meno dispersivi- la promozione della Franciacorta che passa soprattutto attraverso il suo prodotto simbolo, il vino. Il Franciacorta, la cui economia può fare davvero la differenza nella tutela del territorio perché, capace di creare un’alternativa intelligente e sostenibile rispetto al cemento.
Oggi c’è di che essere davvero entusiasti, perché è stata messa una pietra -in questo caso più che esclusivamente ideale- importante e come mai indispensabile. Molto bene!
Ma siamo sicuri che a rischiare sia solo il vino con tutto il cemento?
Certamente no, ma il vino può essere uno strumento per salvaguardare il territorio dal cemento.
una fantastica notizia!
Caro Giovanni,
io ero presente sabato alla presentazione del progetto ed ho atteso l’intervento di Zanella che mi è parso il più importante in termini di capacità comunicativa.
Non ho ben compreso la condizione posta alla partecipazione del Consorzio all’iniziativa promossa dalla Fondazione Cogeme e cioè limitare l’iniziativa ai 19 comuni della Franciacorta (escludendo così Castegnato che ha partecipato fin dall’inizio).
Maurizio Zanella si è dimostrato una persona schietta e diretta difendendosi senza fare una piega dall’attacco sull’utilizzo di fitofarmaci giunto da alcuni tra i convenuti per assistere alla presentazione e riprendendoil filo del discorso interrotto.
Le mostre allestite al monastero di Provaglio per illustrare lo studio di fattibilità offrono un quadro sufficientemente chiaro del progetto e meritano di sicuro una visita
Spero che tu sia presente alla prossima tappa del progetto il 12 novembre …
A presto!
Giancarlo, ti ringrazio per il tuo contributo. Purtroppo la mia assenza è stata viziata dal fatto che non ero in Italia.. anche il prossimo 12 non ci sarò perché impegnato a Modena per una due giorni con Terredivite. Ti chiedo quindi se va di fare un resoconto diretto della giornata(quella del 12, oppure di entrambe), su questo blog…
Sarà un piacere di cui mi faccio carico, fornirti un resoconto della prima puntata di questo ciclo di appuntamenti.
Dammi il tempo (2/3 giorni) di sintetizzare gli appunti presi durante la presentazione del progetto e ti faccio avere le mie impressioni anche se la descrizione dei fatti è stata già ben presentata nell’articolo da te linkato.
A tal proposito segnalo quest’articolo e il contributo audio sulla posizione dell’associazione Italia Nostra
http://franciacorta.radiondadurto.org/2011/11/02/consumo-di-territorio-1-italia-nostra-di-brescia-propone-il-parco-agricolo-della-franciacorta/
la proposta di parco agrario credo sia l’ideale per concretizzare le tante parole da + parti spese
La registrazione e la gestione della stessa sono come al solito da dilettanti allo sbaraglio ed è un peccato, perché le parole della Bettinelli saranno senz’altro interessanti. Alla terza volta che s’inchioda e che devo ripartire daccapo mi stufo. Se vuoi scrivere qui del parco agrario ti lascio volentieri lo spazio. Ne sono seriamente interessato.