È stato emozionante trovarmi la città invasa da blogger provenienti da ogni parte del mondo. Il provincialismo bresciano sdoganato da oltre duecento appassionati di vino che hanno scritto in rete, ripetendole per migliaia di volte, le parole Brescia e Franciacorta. Hanno postato fotografie, pranzato nei locali del centro… hanno visitato la Franciacorta e cenato in qualche cantina… insomma, un’operazione mediatica straordinaria che ha visto protagonista il nostro territorio, come non è mai accaduto prima.
È stato davvero entusiasmante ed è fondamentale ricordare che tutto è partito dalla brillante intuizione di Lucia Barzanò, che lo scorso anno –reduce dalla partecipazione all’EWBC 2010- ha capito la potenzialità della cosa e ha presentato in Consorzio Franciacorta la possibilità di una candidatura per l’anno successivo, che ha poi preso forma grazie grazie al Consorzio stesso e all’appoggio logistico(e non solo) del Comune di Brescia.
Qualcuno ha colto la potenzialità dell’evento solo in corso d’opera(meglio tardi che mai), altri non l’hanno capita affatto e mi chiedo se la nostra informazione locale, profondamente latitante, crede di essere ancora negli anni ’80. Non pervenuti.
Personalmente ne esco arricchito nell’animo: ho rafforzato l’amicizia con una delle persone più eclettiche e profonde che abbia mai incontrato: Jeremy Parzen. Abbiamo parlato di vino, di vita, di sogni e di progetti. Non ha mai smesso di parlare di Tracie e della piccola Giorgia, che nascerà tra un paio di mesi, e anche quando non ne parlava, si leggeva sul suo viso la malinconia che solo la distanza dall’amata fa trasparire. Abbiamo anche bevuto del buon vino (molto vino)che la situazione ha reso indimenticabile. Grazie Man!
Ho conosciuto personalmente amici con i quali dialogo -da tempo- in rete e ne ho rivisti altri con grande piacere. Un grazie va certamente a Robert, Gabriella e Ryan per aver scelto Brescia e la Franciacorta e per non aver mai perso il sorriso, nonostante i piccoli difetti di carattere organizzativo che si sono presentati.
Mi auguro che tutti quanti (tutti i 215 blogger)abbiano trovato nel nostro territorio qualcosa di stimolante da raccontare con quel trasporto, che solo le cose straordinarie sanno generare. E il nostro territorio è indubbiamente straordinario. 😉
Grazie a tutti.
bello, è il mio posto, ci sarei stata daddio!
Bravi Gio & Jeremy
….in vetrina….non al Wine Bloggers’…chiaro!?
Ciao Giovanni,
Concordo con quanto scrivi, è stata una gran bella iniziativa,
da produttore ed espositore la reputo decisamente più interessante di svariate altre manifestazioni.
Ciao, Paolo
Ciao Paolo,
ancora complimenti per il tuo Timorasso ’09..
Un’accoglienza alternativa riservata ai wine bloggers da parte di un gruppetto di giovani franciacortini è descritta qui.
@Marco: quando imparerete a firmarvi con nome e cognome, assumendovi le vostre responsabilità, riporterò anche il link.
Non per altro, ma non vorrei che fosse come l’audio intervista al candidato sindaco di corte franca, quando dice che i trattamenti alle vigne si fanno ogni mese dell’anno… Una puttanata degna dei più ignoranti.
Scusa Giovanni il mio nome e la mia mail ce l’hai, il blog (diwan.org) anche e dentro c’è tanta di quella roba che è facile dare un’identità alle persone che ci scrivono… nn vedo cosa cambia se ti dico che il mio cognome è Bianchi o Zanella.
Idem per il candidato sindaco di cui parli (penso si tratti dell’intervista pubblicata qui http://franciacorta.radiondadurto.org/) che, a parte la sottigliezza dei trattamenti fatti ogni mese (ci sono mesi in cui ne fanno + di uno) parla di un primo, importante, passo verso la regolamentazione dell’uso di veleni sui vigneti.
Poi però, se come Ziliani, anche tu credi che ogni voce critica sia armata dai Francesi o dai Pavesi… bhè… allora hai ragione.
Marco, io non sono Magnum P.I. e quindi non ho voglia di perdere tempo a cercare la tua identità e visto che non sei nemmeno una donna…
Dal momento che mi firmo con nome e cognome, metto pure la mia foto e come voi accuso ma a differenza vostra rilancio con una proposta, mi piacerebbe avere a che fare con un uomo dotato di scroto, certo di quello che dice e che non ha paura di gridare ciò in cui crede, ciò di cui è certo. Lo chiedo a te che problemi ci sono.
Tornando a noi: Sottigliezza un bella minchia! Per quasi 9(leggi nove) mesi all’anno le vigne non vengono trattate perché sono sprovviste di uva(quindi, che cazzo tratto?).
Oltre a questa “sottigliezza” che palesa che non avete approfondito niente ma avete sentito solo una campanella, vorrei farti presente che sputate su un territorio nel quale fanno parte aziende agricole di contadini che si fanno il culo da anni anche per migliorare questi sistemi, oltre al fatto che evitano -con il loro lavoro- altre cementificazioni inutili e dannose per tutti.
Altro dettaglio: è da tempo che si sta cercando un accordo con tutti i comuni franciacortini per regolamentare tante cose, tra le quali gestione delle vigne e decoro urbano, deturpato da un’edilizia pietosa e inutile che inflaziona l’immagine di un territorio bello che deve tornare bellissimo credendo nell’agricoltura.
Io credo che la voce critica sia fondamentale, ma solo se sostenuta da una base concreta fatta di sapere, di pareri e del maggior numero di opinioni tecniche possibili. Il resto non conta niente e danneggia tutti, anche quelli che si stanno concretamente impegnando perché le cose vadano meglio.
la mia domanda è sempre quella:” perchè non c’è un Giovanni anche a Modena ? zio can!!”
lo sai che non lecco culi -detta alla francese-e mi piace solo la patata,la mia è solo sana invidia nel riconoscerti che ami il tuo territorio e difendi i suoi contadini! ciao Gian Paolo
Tu non sei magnum P.I. e io non desidero travestirmi da Viet Cong (prima di essere un fortunato investigatore, Magnum era un ufficiale di Marina impegnato in Vietnam).
Sulla questione dell’identità, che poi si riduce a sapere il mio cognome, credo possiamo stendere un velo: io continuo a credere che, un prodotto umano abbia un valore a presicndere dagli “attributi” dell’uomo che lo ha creato; Questo vale per un’opera d’arte o per un post. Lascia quindi che chi frequenta il tuo blog legga liberamente a prescindere dall’anagrafica dell’autore (che tra l’altro non sono io).
Sul tema trattamenti nei vigneti in Franciacorta: so che non ti lascia indifferente sapere che molte cantine spargono a prescindere i trattamenti seguendo un calendario; non sarebbe meglio controllare “sul campo” se la pianta è effettivamente bisognosa di quel trattamento prima di intervenire? io tra i vigneti ci abito e gli animali morti li ho visti! non possiamo continuare a dirci che cambiare è impossibile. Certo che se un produttore ha come unica motivazione il profitto immediato o l’obbedienza ad un’autorità (consortile o comunale che sia) che mi ordina, non andremo molto lontano.
Credo che i problemi creati dal business del franciacorta siano:
l’uso sconsiderato (x l’ambiente e non per il prodotto) della chimica in campo;
la spaventosa diminuzione del benessere e della ricaduta economica sugli abitanti di un’attività miliardaria e continuamente in espansione (dalla vendemmia appaltata ai “quasicaporali” al prezzo dell’uva ridicolo);
l’eccessiva cementificazione, legata alla speculazione, del territorio;
Ora rischio però di sentirmi dire che non sono propositivo o che non rispetto i contadini impegnati seriamente nell’agricoltura rispettosa e saggia, quindi vi invito a vedere questo post e mi offro, a nome della red locale di ROdU e del sito di-wan.org, di incontrare e raccontare la storia (qui si ha senso conoscersi) di Giovanni e\o qualsiasi produttore\vignaiolo che sul suo modo di fare vino ha rifletuto, anche in rapporto alla comunità territoriale in cui vive.
Vedo con grande piacere che conosci meglio Magnum P.I. del tuo territorio e delle pratiche agronomiche che ci girano attorno.
La questione identità cerco di spiegartela per l’ultima volta: su questo blog puoi anche scrivere che ti sei fatto in tandem la regina d’Inghilterra e qualche altro nobile culo, ma voglio che tu abbia il coraggio di metterci il faccino (con nome e cognome assumendotene eventuali conseguenze legali)visto che sei certo di quello che dici. Mi pare che tu abbia la verità in tasca, cosa ti spaventa? Sei indubbiamente un figo!
Lascia che chi frequenta il mio blog legga quello che io decido di scrivere o pubblicare(tu non hai già il tuo blog??). Ah no, non sei tu… dai, dicci chi è! tanto è certamente tutto vero.
Un prodotto umano, si chiama così perché creato dall’uomo e quindi se l’uomo non vale un cazzo il suo prodotto non vale un cazzo, esattamente come le accuse infondate che produci tu e che spargi a ventaglio senza un briciolo di cognizione, ma solo perché affetto da frustrazione da cazzo piccolo e allora ti attacchi a quello che trovi senza conoscere nulla. Ma sei sempre un figo!
“Credo che i problemi dal business franciacorta siano”… credere non è sufficiente. O le cose le sai e le conosci(e non è il tuo caso) oppure stai zitto che eviti a un movimento di fare figure di merda. Chiaro?
Sei un cialtrone di bassa lega, quindi ti invito a non scrivere altre minchiate su questo blog perché non verranno pubblicate. La prossima settimana comunicherò la cosa alle persone intelligenti che stanno in radio e non solo.
Un consiglio: a Villa di Erbusco (dove vivi)ogni volta che piove si allaga il mondo. Probabilmente quando cementavano eri impegnato a fare le autopsie ai cadaveri degli animali morti, grazie alle quali sei risalito alla causa dei decessi imputabili a rame e zolfo. Ma tu continui a rimanere un figo.
p.s. io a un ciarlatano non permetto di raccontare dei miei contadini. Non provarci. Ridimensiona il tuo ego, ravanati nelle mutande e portami dei dati. Altrimenti rimani il cialtrone che ti sei mostrato.
@Marco
mi dici che animali morti ci sonon tra i vigneti?
Tranne qualche sfortunato leproppo appena nato schiacciato dal trattore-stanno fermi immobili in buche tra i filari e aspettano la mamma- e te ne accorgi sempre quando ormai non riesci più a fermarti!!!oppure qualche migliaia di moscerini sul parabrezza,io animali non ne ho mai ammazzati !eppure tratto ben 10-12 volte in un anno-sicuramente ben di più dei colleghi vip 🙂 della Franciacorta. Gian Paolo
Ok… non mi piace prendre insulti a raffica e quindi mollo la discussione! adios
Marco io non ti ho insultato dico solo che se devi dire delle cose su trattamenti o altre cose forse è meglio che ti informi da contadini ,agronomi etc.,… se spari cazzate uno poi può risponderti come vuole.GP
@Giovanni
Fa veramente impressione vedere come la tua reazione ad un tentativo di riflessione che si discosta dal tuo pensiero. Solo il fatto che aggredisci Marco accusandolo di avere il cazzo piccolo (cosa che evidentemente non c’entra molto con la discussione sulla Franciacorta) mi porta a credere che il tuo interesse sia di legittimare un potenziale avversario (o meglio, qualcuno che pone delle domande non pretendendo assolutamente di avere già le risposte), senza nemmeno tentare di discutere con lui. Hai forse paura di qualcosa?
Temi di non poter ribattere a qualche dubbio sulla genuinità dei prodotti vinicoli delle grandi case franciacortine? O sull’eticità del lavoro che sta dietro ad una bottiglia da un centinaio di euro? Poi ovviamente scatta la minaccia della denuncia, Porta a Porta docet.
Insomma, a prescindere dalla specificità della discussione (specificità che non verrà mai raggiunta se si seguono i binari della dilazione su cui hai portato a morire la discussione), l’impressione che dai è di chi difende a spada tratta i Big del vino in Franciacorta, pronto a scagliarsi a petto nudo contro chi li critica e culo nudo (e aperto) davanti ai Padroni.
Cordialmente,
Andrew.
PS. La frase “O le cose le sai e le conosci(e non è il tuo caso) oppure stai zitto” basta e avanza a far capire come il tuo blog non sia spazio di discussione. ciao.
@Andrew
“PS. La frase “O le cose le sai e le conosci(e non è il tuo caso) oppure stai zitto” basta e avanza a far capire come il tuo blog non sia spazio di discussione. ciao.”
cosa centra?qui il tuo friend “Marco” dice cose che mio figlio di otto anni non si sognerebbe mai di dire;sa benissimo che il suo papà i trattamenti li svolge massimo 2-3 mesi a seconda della sfiga metereologica!questo è un dato di fatto ,poi se lui insiste…
Poi un’altra cosina…noi tutti ci firmiano cliccando sopra il nome puoi risalire a chi sono così quello che dico può essere giusto o no,piacere o no.Ma sai sempre chi sono.Se sei anonimo …trai tu le conclusioniciao Gian Paolo
errata corrige del post precedente:
1. Fa veramente impressione vedere la tua reazione ad un tentativo di riflessione che si discosta dal tuo pensiero.
2. mi porta a credere che il tuo interesse sia di DElegittimare un potenziale avversario
@Andrew: il tentativo di riflessione qual’è? Dov’è?
Avevo già permesso di postare il link qui http://terrauomocielo.org/2011/09/06/il-festival-franciacorta-a-erbusco-non-si-fa-piu-seconda-puntata/#comments.
Qui non sono state poste domande ma bensì accuse prive di fondamento. Dal momento che vi dico che i trattamenti alle vigne NON si eseguono per 9 mesi all’anno è perché ve lo posso dimostrare. Perché non cominciate a riflettere su questo? Ad essere delegittimato da parte vostra(?)è un territorio che sta cercando di svilupparsi in chiave agricola nel miglior modo possibile e credimi, non è un sistema miliardario con bottiglie a 100 euro. Ci sono aziende che abusano con questi trattamenti? Se ne avete le prove il mio blog è a vostra disposizione per pubblicare qualunque cosa, ma se si tratta di sparare nel mucchio mi incazzo, perché sono cialtronate facilmente smentibili.
“Temi di non poter ribattere a qualche dubbio sulla genuinità dei prodotti vinicoli delle grandi case franciacortine?” Dove sono i dubbi? Io leggo solo sentenze fatte da persone molto distanti dal mondo agricolo che sostengono cose indimostrabili, almeno per ora. Altra cosa: le aziende che seguo io sono microscopiche, realtà gestite da contadini che nella vita non fanno altro e su questo blog non faticate a trovare le mie critiche all’industria del vino e quindi anche la tua accusa in merito a una mia difesa nei confronti dei “big del vino” fa acqua da tutte le parti.
p.s. figurati che qualcuno in consorzio ritiene che quel post(quello già postato da Marco nell’articolo sopra) l’abbia scritto io e che sempre io abbia messo le scritte sui cartelli Franciacorta. Quindi stai tranquillo, che nel mio culo non s’infila nemmeno un filo d’aria al contrario.
Se volete parlare, discutere, scrivere e accusare, fatelo mettendoci la faccia. è l’unico modo per dar valore alle proprie idee ed è l’unico sistema con il quale possiate essere ascoltati. Siete voi che a non metterci la faccia e ad accusare senza prove aiutate i furbi.
riporto un intervento di uno dei vignaioli di terra uomo cielo.
Ziliani qui http://www.lemillebolleblog.it/2011/09/19/demagogia-a-basso-costo-sul-web-obiettivo-tanto-per-cambiare-la-franciacorta/ non gli ha ancora risposto.
è una persona seria, molto ben dotata fra le gambe e fa parte del giro “del vì”.
tutte caratteristiche che rientrano nei parametri di Giovanni per essere degni di considerazione (altro che un “minorato signor nessuno” come il sottoscritto).
lo scorso anno, mio malgrado, sono stato costretto a ricorerre ad una cooperativa per raccogliere l’uva, una cooperativa molto attiva in franciacorta.
dieci ragazzi, rumeni, professionalità zero, ma grandissimi lavoratori.
sembravano cavallette, solo che se non c’ero io a controllare loro raccoglievano di tutto.
a parte questo, quando sono arrivati ce n’erano alcuni in ciabatte (valcamonica ottobre, sette del mattino, sette gradi di temperatura, erba bagnata dalla rugiada), nemmeno le scarpe da lavoro gli hanno comprato!
lavorano per venti euro al giorno, per pranzo un sacchetto con un panino e una cipolla, io al titolare pago 13 euro l’ora più iva.
ovviamente dopo aver visto la scena e aver parlato coi ragazzi, ho chiamato il capo squadra e a fine giornata gli ho detto di tornare a casa e ci siamo arrangiati.
altra situazione i contoterzisti:
quelli che lavorano bene hanno dei costi e stanno perdendo mercato a favore di chi pratica costi pù bassi, poi le potature invernali, se le facessero con la frusta, verrebero meglio!
la mattina d’estate se passate tra le vigne, vedete i trattori all’opera coi fitosanitari e le foglie bagnate dall’umidità notturna, praticamente trattare in quella situazione è inutile.
ma se vuoi spendere poco devi ottimizzare!
torno a ripetere, in franciacorta c’è tanta gente che lavora bene e lo fa con passione ( e la cosa nel bicchiere si sente), poi c’è chi lo fa solo per poter guadagnare di più!
ma la franciacorta non è l’unico territorio dove tutto questo accade!
Ps mi dispiace davvero di come si
è, e quindi? fai vittimismo adesso? non avevi detto che mollavi la discussione??
quindi il discorso “trattamenti ogni mese dell’anno in Franciacorta… moria di animali… ecc.” lo abbandoniamo? Villa che si allaga, ecc…? Il fatto di metterci la faccia? n’dom be!
Comunque: mi pare che Enrico ti stia dicendo -fra le righe ma neanche tanto- che non si può fare di tutta l’erba un fascio, che c’è tanta gente che lavora bene e che certe politiche non sono un problema circoscritto solo alla Franciacorta. Ti sta dicendo di non generalizzare, cosa che invece hai fatto in pieno.
Ti dice anche che quando si è capito che c’era dello sfruttamento, non si è voluto alimentarlo e ti sta dicendo che noi non vogliamo spendere poco a differenza di altri e non a caso (ti faccio un esempio)paghiamo le uve il doppio del valore di mercato per fare un solo vino. Quindi, le mie aziende(e non solo) si sentono accusate da te per cose che non commettono e TE LO POSSIAMO DIMOSTRARE. Adesso dimostrami qualcosa tu(tipo che gli animali sono morti per i trattamenti…oppure, come dici, che si tratta ogni mese dell’anno), che vada oltre le parole e poi possiamo intavolare un dibattito dove vuoi.
Non puoi, come hai/avete fatto, sparare a caso nel mucchio. Non è così che si risolvono i problemi e non è così che si può fare del bene al territorio.
secondo me tu frequenti troppo Ziliani :-))))
resto basito per il tentativo di svalutazione degli interlocutori, ho seguito spesso questo blog, è la prima volta che trovo una reazione così violenta a pareri semplicemente divergenti!
Come se io adesso affermassi: si vede che il cazzo c’è l’hai lungo ma il cervello poco sviluppato e devi attacare un tuo interlocutore anziche conforntartici. Ma non lo dirò.
a)Dirò invece che posto il link ad una ricerca sulla correlazione tra cancro e trattamenti alle pinte di vita nella zona Francese dello Champagne http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=cancer%20incidence%20treatment%20pesticide%20of%20vine%20in%20champagne%20&source=web&cd=2&ved=0CC0QFjAB&url=http%3A%2F%2Fwww.ncbi.nlm.nih.gov%2Fpmc%2Farticles%2FPMC1128311%2Fpdf%2Foenvmed00069-0027.pdf&ei=48ClTr7ANI7Ysgaw7qjrAg&usg=AFQjCNFzK_Q5xNjdV6C_qblBaYnmd3YNxg
b) dirò che ammettiamo anche che i trattamenti vengano fatti per soli tre mesi- ma ne vengono fatti 9-10-12-13 (in base a quanto piove ad esempio) e proprio nei mesi in cui le persone si muovono nei territori irrorati e le persone che abitano nei pressi delle viti hanno il vizio di aprire la finestra- e se questi trattamenti (e non parlo di verderame ma di antiparassitari-pesticidi-antimuffe) vengono irrorati a spruzzo con un raggio di irrorazione di 3 metri e con un angolo di 60/90 gradi- sa cosa succede? succede che la gente si butta nei polmoni una cifra di quello schifo!
c) le dirò che la direttiva cee 128/2009 chiede di : dare preferenza a misure di controllo biologico- di dare preferenza a prodotti a basso rischio- di ridurre l’uso dei fitofarmaci in aree specfiche e vulnerabili- ma che visto che essa obbliga i produttori alla difesa integrata solo dal 2014 i produttori se ne fottono!
d) le dirò che il problema è fortemente sentito oltre che da lei (viste le sue reazioni di difesa) anche dal consorzio franciacorta che sta per finanziare una ricerca sul tema- vedremo cosa ne uscirà e quanto sarà attendibile- per il momento io faccio riferimento alla ricerca su citata;
e) io amo il bollicine e la nostra splendida terra- ma quando bevo un vino da 30/70 euro alla bottiglia pretendo che chi ha raccolto l’uva sia stato pagato equamente- che il territorio in cui la vite è inserita sia un territorio pregiato e rispettato- che vista la possibilità tecnologica di ridurre (ci sono zone in cui li hanno già ridotti a 3 grazie alla ricerca) o azzerare i trattamenti fitofarmacologicici sia almeno un tentativo di andare in quella direzione- in franciacorta c’è chi sta andando in questa direzione io sto con loro anche se lo hanno piccolo-
Alessio Eguali
Potrei dirti, alessio eguali(?), che sta roba dell’uccello piccolo per avervi toccato così tanto dev’essere proprio vera e forse è stata una donna a farvelo presente per la prima volta. un trauma! ma non lo dirò.
Per me l’interlocutore è una persona che cerca il confronto costruttivo, è colui che vede un problema, ne approfondisce le proprie conoscenze, lo circoscrive e cerca una soluzione. Non è chi spara anonimamente nel gruppo. Se foste certi di quello che scrivete, dietro a quel blog ci sarebbero nomi di persone pronte a metterci la faccia, ad avvalorare tesi e ad andare fino in fondo.
Riprendo i punti:
a)avete accusato la Franciacorta e la discussione deve rimanere li. altrimenti ti posto link dove in Cile i contadini vengono pagati 6 dollari per 15 ore di lavoro in vigna. che cazzo c’entra? Rimaniamo sul pezzo.
b)ho abitato 4 anni in Franciacorta e ho avuto più problemi al ritorno in città, ma questo può riguardale solo me. portami esami di gente malata per questo e li pubblichiamo.
c)”i produttori se ne fottono”: altra sparata gratuita nel mucchio, altra occasione persa per fare bella figura. Devi fornire nomi (e anche il tuo, quello vero)e prove, perché ce ne sono molti che fanno già meglio di quello che dovranno fare dal 2014 e lo fanno da anni. Se vuoi te li faccio incontrare, però aspetterei qualche giorno altrimenti vi prendono a sprangate. e quando i contadini s’incazzano e meglio girarci alla larga.
d)ecco, fatevi sentire dopo la ricerca, oppure presentate i dati delle vostre ricerche, gli stessi che vi hanno convinto a intraprendere questa anonima battaglia.
Perché la vostra battaglia è partita da dati concreti e non da ipotesi campate per aria, vero? Vediamoli, vi do lo spazio per pubblicarli.
La ricerca sopra citata è fatta in un territorio di 35000 ettari vitati dove i trattamenti -in alcuni casi e solo da alcune aziende- vengono fatti con gli aerei. La Franciacorta ne ha 2400 di ettari vitati e gli aerei più inquinanti sono quelli di Orio. Lo sapevi? Oh, sull’attendibilità della ricerca che mette in pista il consorzio, attenderanno ansiosi la vostra verifica!
e) di questo punto capisco poco, ma credo che a te sfugga completamente come lavorano i miei contadini(e non solo loro), che l’uva qualcuno di loro deve ancora venderla per campare e che i prezzi delle uve è una questione che non lasciamo di certo perdere. Ma sei sicuro di leggere questo blog?
non utilizziamo il verbo delle pratiche in vigna come specchietto per le allodole per fare mercato. Comunichiamo ciò che possiamo dimostrare a chi si trova a scegliere un nostro vino, che dev’essere buono e sano perché noi per primi lo beviamo. Ah, guarda che non sono i contadini ad averlo piccolo, nemmeno in questo caso. Hai capito male.
Portami dei dati relativi alla Franciacorta(ti prego, niente estero, Montalcino, Barolo, ecc.. solo la Franciacorta contro la quale inveite) visto che avete accusato quella, e si fa un post, una battaglia e tutto quello che servirà per migliorare le cose, ma se non hai nulla per poter dimostrare quanto da voi espresso con una certa veemenza fammi un favore: non leggere più questo blog e levati dalle palle che ho già perso troppo tempo.
Grazie
Giovanni Arcari
Ciao Alessio,io spero che tu viva in una serra ..che frutta e verdura mangi?secondo te i trattamenti di difesa delle colture con cosa sono stati fatti?
dovresti forse parlare con un contadino che ti spiega che quando si passa con l’atomizzatore tra i filari le persone non ci doverbbero essere lì vicino e poi scusa ma che controsenso è spargere i trattamenti e tornarci a lavorarci sopra ?per ogni sostanza c’è un tempo di carenza e tutta una serie di buone norme da rispettare…verderame compreso ,fatti un ‘areosol di rame e poi mi dici oppure mettitelo a contatto con la pelle..per non parlare dello zolfo!
Vienimi a trovare così magari si può parlare di cose che forse non sai.ciao Gian Paolo
adesso è d’obbligo una classifica dei dieci produttori franciacortini che ce l’hanno più lungo/largo/duro/ e chi più ne ha più ne metta.
Orde di donzelle leggiadre sono interessate alla cosa per poter vdecidere da acquistare la preziosa bollicina bresciana.
PS: mi sembra che qui, piccolo o grande che lo si possegga, si passi troppo tempo a guardarselo invece che a “prestarlo” alle suddette donzelle.
Chiaro, volevamo solo darti un vantaggio con le donzelle! :-))
P.S. per le dimensioni dell’uccello chiedere a mia moglie!
colpevolmente in ritardo, ma solo per questioni lavorative, rispondo visto che sono stato tirato direttamente in causa.
1-con riguardo all’intervento sul blog di Ziliani: ho risposto compiutamente e con un’esperienza personale alla domanda di Franco che mi chiedeva di essere più preciso. allo stesso modo Giovanni chiede a Marco di essere più preciso e ciò mi sembra del tutto legittimo.
2-io di trattamenti ne faccio 7 in una stagione, affido il risultato del mio lavoro più a pratiche agronomiche che all’utilizzo di fitofarmaci, ma questo lo faccio IO.Generalizzare è sempre sbagliato perchè alla fine ci vanno di mezzo quelli che le cose le fanno bene e con sacrificio.
3-di animali in vigna morti non ne ho mai trovati, sono pienamente d’accordo con Gian Paolo, a meno che non li abbiano uccisi volpi o cani o gatti selvatici.
4-che in francia le gente muoia di cancro purtroppo è normale come in tutte le altre parti del mondo, certo è che se io ho una vigna e per criteri scriteriati di chi governa il territorio, mi vedo crescere case intorno, non possono pretendere che io, che c’ero prima, estirpi o smetta di trattare perchè uno si è voluto comprare la casetta in franciacorta!PRIMA DI COMPRARE GUARDARE COSA C’E’ INTORNO!
5-usare pseudonimi è una cosa che non mi piace, io dico quello che faccio, faccio quello che dico e lo posso dimostrare, dire qualcosa e non firmarsi o avere paura di farlo fa venire il dubbio che uno non sappia o non possa dimostrare quanto sostiene.