Sulla via che prosegue, dopo Crocedomini, verso il Maniva, c’è un luogo chiamato “có dè mòrt”. A dare il nome al luogo è il fatto che ora narrerò.
Nella cascina di “Caaler”, durante l’estate, vivevano insieme un pastore e un mandriano, che però non andavano molto d’accordo.
Un giorno il mandriano, che era il più perfido, disse al pastore: “Se riuscirai a fare cento giri del lago dentro una mahtèla io ti darò tutte le mie mucche, ma se non ce la farai, io prenderò tutte le tue pecore.”

“ Ci sto”, rispose il pastore.
Prese la mahtèla e, aiutandosi con un legno, in tre ore fece i cento giri. Uscì dal lago, andò dal mandriano e chiese le sue mucche, come da scommessa.
“Parlonhe po’ gnak”, rispose quell’altro, e dicendo questo, alzò l’ascia e tagliò la testa al povero pastore. Dopo ciò, legò due pesanti pietre ai resti dell’uomo, e li gettò nel lago.
Il mattine seguente, quando andò al pascolo, sopra un dosso poco lontano, trovò la testa del povero pastore, e si affrettò a gettarla di nuovo nel lago. Questo fatto successe per tre mattine di fila, finché il mandriano, vinto dalla disperazione, si buttò in un burrone.
Se vi trovate a passare per questa strada, dove si incontrano la Val Camonica e la Val Trompia, sulla via carrabile più lunga d’Europa sopra i 2000 mt, incontrerete la cappella dedicata al povero pastore, con il teschio conservato all’interno.

La mahtèla è un antico recipiente di legno per il latte, simile d un secchio ma senza “orecchi”, alto non più di 30 cm.
Racconto popolare, liberamente preso dal libro “la bota del nóno”, stampato ne 1987, scritto dai bambini e anziani Biennesi di allora.
un bellissimo racconto…grazie Lucia!
Grazie Vittorio!! I racconti sono parte di quelle tradizioni popolari che non ci possiamo perdere!!! Questo in particolare, è ambientato in un luogo meraviglioso…. 🙂
Quante volte ho vagato tra il Tassara e le antenne del Maniva, tra il Croce Domini e i pascoli di Gaver. E quanto mi mancheranno…
I monti sono lì che ti aspettano…. magari saltiamo il Tassara? 😉
Le storie che i nostri nonni raccontavano a noi bambini insonnolliti, ma curiosi, la sera davanti ai camini anneriti. “Goi de contala”…. Questo dopo i “Pater”.
gli uomini che raccontavano, le donne che filavano o facevano a maglia…. e i bimbi che ascoltavano a bocca aperta… 🙂