Vi confesso di non averlo ancora avuto tra le mani e quindi mi riservo di darvi ulteriori informazioni quanto prima, ma a prescindere dalle caratteristiche tecniche del calice (che è alto 237mm e con una larghezza massima della coppa di 87,2mm…) e del mio personalissimo parere, questo bicchiere rappresenta (se utilizzato da tutti) quel fondamentale principio di uguaglianza che deve accomunare le produzioni del territorio. Lo stesso concetto di uguaglianza che ho espresso QUI, anche se non sempre viene preso in considerazione.
Stesso bicchiere per tutti e medesima quantità di “liquido”, per una comparazione tra i vini di ogni cantina assolutamente priva della variabile olfattiva che può esistere, tra un contenitore e l’altro.
Il “Calice Franciacorta”, così descritto nel listino della Rastal, è prodotto in vetro “superstrong” senza piombo e pesa 165gr ed è venduto in scatole personalizzate “Franciacorta”.
Se ci si occupasse delle vigne e delle uve tanto quanto dei bicchieri avremmo sempre più bicchieri pieni ( e chissene del modello) e cantine vuote
Come insegna quel magnifico film che è “sideways”, se il vino è grande ( grandissimo visto che nello specifico i protagonisti del film bevono uno chateau cheval blanc del 61) è grande anche in un bicchiere di carta del fast-food..
P.s. Comunque, è un bel bicchiere e una grande operazione di marketing.
Quanto astio santantonio! Bisognerà pur metterlo da qualche parte, il frutto del lavoro in vigna, per poterlo assaporare… e se il contenitore è uguale per tutti, meglio ancora. Un briciolo di uguaglianza che tanto latita.
In ogni caso, io non berrei mai un cheval blanc del 61 in un bicchiere di carta, piuttosto una scodella da Lambrusco! 🙂
p.s. hai letto la mail che ti ho mandato?
Certo è abbastanza inutile che si abbia il bicchiere che mette tutti i produttori sullo stesso piano, che consenta una comparazione tra i diversi produttori assolutamente equidistante se poi non c’è l’occasione in cui tutti i produttori hanno lo stesso peso e sono tutti sullo stesso piano….
E questo, caro Eugenio, è il punto cruciale del mio dissenso nei confronti della scelta di abolire il Festival di Franciacorta di Erbusco.
Non posso che essere d’accordo con te.
L’aver abolito il festival è certamente stata una pessima idea, incomprensibile dal punto di vista commerciale..
Sul bicchiere mi spiego meglio: un grande vino è sempre un grande vino, anche se bevuto in una carriola; è vero anche però che se devo paragonare due vini pretendo che il contenitore sia identico e permetta ad entrambi di esprimersi nello stesso modo
In un settore, come questo, in cui la riconoscibilità è data anche / soprattutto dal contenitore in cui il vino è inserito, diciamo che la silhouette del nuovo calice è molto accattivante.
Trovo bella anche l’idea di aver inserito tale richiamo anche nel nuovo logo del consorzio.
Buona serata
Davide
un bel bichiere. Non vedo l’ora di provarlo.
Un saluto da Varsvia,
elisabeth