Ci mette passione, tenacia, grinta e tutta l’esperienza maturata in tanti anni di attività Antonio Mori, nella sua nuova avventura mantovana che si chiama Terra.
In quel di Viadana, nel profondo sud della provincia di Mantova, ha dato vita a un ristorante ricavato in una vecchia cascina lombarda nel mezzo di un centro sportivo polifunzionale con ben tre campi da rugby (e si sa che a Viadana il Rugby è cosa seria).
Un restauro conservativo eccellente rende il luogo unico e fascinoso, avvolto da una luce brillante che non trova ostacoli, perché tutt’attorno non vi è altro che campi e agricoltura.
L’ex Signor Bortolino non scende a compromessi per la sua nuova creatura. La ricerca che mette in campo nella scelta delle materie prime è prerogativa fondamentale. Per il pane si reca ogni giorno in un piccolo forno di Guastalla attraversando il Po. Le verdure vengono da piccole coltivazioni locali e rappresentano la stagionalità. La stessa attenzione anche per le carni -delle quali Antonio vuole sapere con cosa è stato nutrito l’animale prima di vederselo recapitare in cucina- come lo straordinario piccione che mi sono assaporato ieri, fatto di tre parti con relative cotture: le coscette, il petto, il fegato e il cuore.
Eccellente leggera e gustosa la trippa, fatta con chiodi di garofano e cannella per esaltarne la golosità.
La carta dei vini è completa e mai banale e non a caso ieri ci siamo stappati, fra le altre, anche una bottiglia di Barolo “Le Coste” di Rinaldi del 1998. Per descrivervi al meglio questo vino, ci vorrebbe il nebbiolesco palato dell’amico Franco Ziliani (chi meglio di lui),ma vi è sufficiente sapere che si tratta di una delle cose più buone al mondo, oltre che di un vino eccellente sotto ogni punto di vista.
Non si può non andare a visitare “Terra” almeno una volta nella vita, e per la cucina e per i vini e per il luogo e per Antonio Mori, artefice e regista di una squadra che trapela passione e professionalità.
Giovedì prossimo si terrà una degustazione per la quale hanno preso spunto da un mio post, relativo all’inutile ostinazione di alcune persone nel cercare un confronto costante tra Franciacorta e Champagne. Purtroppo non potrò essere della partita perché il mio calendario d’impegni mi vedrà indaffarato (è il caso di dirlo)in una degustazione organizzata da alcuni amici sommelier, dove protagoniste saranno oltre trenta bottiglie di metodo classico provenienti da diverse parti del mondo.
Andare a trovare Antonio potrebbe anche voler dire ritrovarsi vicino di tavolo un tizio riccioluto, non molto alto, che a un certo punto imbraccia una chitarra e attacca “Impressioni di settembre” come difficilmente riuscireste a sentirla da chiunque altro, anche perché il riccioluto cantante è nientemeno che Bernardo Lanzetti, una delle voci più belle in assoluto.
Terra: via Pangona, 76
Cogozzo di Viadana (MN)
tel. 0375833858
mail. terra.lavadera@email.it
Bello il post, belle le emozioni che trapelano, avendole provate sulla mia pelle le ho riconosciute subito!
Complimenti ad Antonio ed al suo bel gruppo.
gia’ con questo post diciamo che il livello, a proposito di ….la voglio chiamare … cultura culinaria ed enologica del blog e’ piuttosto alto, non perche’ mi sento vicino alla passione di sempre di Antonio ed alla grinta che insieme a tutto il suo staff, ha messo per la realizzazione di Terra dove devo dire sono stato veramente molto bene sentendomi proprio a mio agio,vi dico di continuare a darmi saggi consigli come avete fatto fino ad ora!!!
grazie
Sono io a dover ringraziare te per lo splendido complimento!
Grazie davvero
anche il brunate 2006 del buon vecchio “citrico” non era niente male, infanticidio a parte..grazie ancora per il bicchiere offertomi sabato.
complimenti per il blog e per la passione che vi si respira.
Grazie a te per la splendida serata, Filippo!
Anche se estremamente giovane, la curiosità di degustarlo era davvero tanta. 🙂
E’ un vino straordinario, giovane ma già straordinario.
giovanissimo ma con quella storia e quel “manico” non ci si poteva aspettare altro.
piuttosto, restando in langa, che cosa è successo all’annata 2006 di giacosa che viene venduta sfusa? l’annata è buono/ottima quindi non può essere una scelta legata alla qualità delle uve (tra l’altro il buon giacosa aveva prodotto 2003 e 2005 che sono molto più scarse).
A proposito di questa scelta del grande Giacosa, ti segnalo due post di Franco Ziliani…
http://vinoalvino.org/blog/2009/06/perche-bruno-giacosa-non-ha-imbottigliato-i-suoi-2006-barolo-e-barbaresco.html
http://vinoalvino.org/blog/2009/06/barolo-e-barbaresco-2006-non-imbottigliati-bruno-e-bruna-giacosa-precisano.html