Chi mi conosce sa che non mi piace parlare di cose che molti, oggi, strumentalizzano a fini commerciali. Certe scelte sono frutto dell’etica che ci porta a riflettere in prospettiva, a guardare a un futuro che nel vino, non può essere ipotizzato nell’arco di qualche lustro. Spesso, quando chiamo Andrea, gli ricordo che stiamo lavorando per le sue figlie nella speranza che un giorno decidano di continuare l’opera che noi abbiamo iniziato. Il vino è territorio, ambiente, cultura e impronta dell’uomo, alti concetti che se non fossero così incontestabili rischierebbero di inflazionarsi, a causa di chi non li mette in pratica, ma continua a professarli ugualmente.
A volte non si riflette a sufficienza sulle cose da fare, spesso per mancanza di tempo oppure per eccessiva fretta e si rischia sempre di fare scelte non perfette, scelte che rischiano di imprimere un’impronta più pesante nei confronti dell’ambiente, come in questa specifica circostanza.
In questo caso particolare penso sempre a quanti quintali di vetro avremmo potuto risparmiare, quanto in meno avremmo appesantito gli automezzi adibiti al trasporto facendogli consumare meno gasolio inquinando meno…ecc.
Non voglio essere ipocrita(adoravo le bottiglione massicce), questa sensibilità non è innata nemmeno in noi, ma è la più naturale conseguenza di uno sviluppo rurale che oggi, non può prescindere dall’ambiente e da una certa attenzione nei confronti della sua tutela.
Così, bottiglie più leggere sia per Arici, sia per i fratelli Camossi. Passiamo dai 900grammi della classica Champenoises agli 835 di questa, identica nella forma e paradossalmente più resistente. Per chi volesse maggiori informazioni, può leggere QUI, nel sito della vetreria che li produce.
Con Enrico Togni abbiamo scelto le bottiglie più leggere su tutta la linea, sia bordolesi sia borgognotte.
Solo un poco di attenzione in più…
Bravo Giovanni, apprezzo , lo stesso in Cavalleri.