In attesa di vedere se sarà riconfermata la carica di Sante Bonomo, come presidente del Consorzio del Garda Classico(che se cominciasse a chiamarsi anche Valténesi non sarebbe male…sempre che sia possibile)alla fine di settembre, ecco i primi risultati concreti dell’era Bonomo.
Venerdì 3 settembre (oggi)alle ore 18, in apertura della 34ª edizione della Fiera di Puegnago del Garda, il Consorzio Garda Classico presenterà in anteprima una sintesi dei risultati della ricerca triennale sul vitigno groppello.
Per la prima volta si affronta un’analisi approfondita sul vitigno, famiglia composta di molti e diversi “individui” parti facenti capo principalmente al Groppello Gentile e al Groppello di Mocasina. La ricerca effettuata dal Consorzio Garda Classico e dal Centro Vitivinicolo Provinciale, che ha utilizzato i migliori metodi d’indagine scientifica oggi disponibili, è un punto di riferimento basilare per il futuro della viticoltura valtenesina e in particolare per il lancio del “Valtènesi”, la nuova doc finalizzata a dare identità alla produzione tipica del Garda occidentale. Il produttore potrà trarre gli elementi necessari per comporre il mix di cloni o pseudo cloni, e le modalità di coltivazione e di vinificazione necessari a raggiungere il risultato produttivo più elevato.
Finalmente qualcosa di radicalmente utile per i produttori! Lo dico senza ironia alcuna.
Non possiamo di certo dire che il consorzio stia facendo le “fiamme”, come velocità nel trasformare le idee in fatti. Non a caso, siamo al primo atto per definire un vino, il futuro Valténesi, che ha già un disciplinare ma non una sperimentazione, quantomeno comprensibile. Bisogna pur sempre ricordare che con questa gestione, si è usciti dall’immobilismo che per anni, ha disegnato cicatrici nel futuro di questo splendido territorio.
Devo certamente rendere atto che Bonomo e i suoi colleghi hanno mosso le acque, in un territorio che però necessita di maggior coesione d’intenti da parte dei suoi vignaiuoli, ancora troppo distratti da “conflitti concorrenziali” che non giovano di certo all’intero sistema vinicolo della Valténesi.
La speranza, nel caso ci fosse un Bonomo bis(al quale ricordo comunque che aspetto ancora sue risposte in merito a edilizia selvaggia e territorio), è quella di continuare nell’opera intrapresa, magari aggiustando qualche virgola, accelerare i tempi e di sperimentare in continuazione. Nel caso Bonomo abbandonasse, il mio augurio è che salga un giovane dinamico e appassionato, che sappia imprimere un ritmo diverso, che sappia coinvolgere e unire e che voglia continuare nell’opera appena iniziata con maggior energia e non il solito statico riciclo, del riciclo, del riciclo…
L’accento è stato messo, ora è tempo di vedere qualcosa di più concreto.