Marrakech: tre giorni splendidi

Esistono luoghi davvero inimmaginabili e anche quando credi di aver visto tutto, “l’incredibile” è dietro l’angolo che ti aspetta, come un bambino che vuole metterti paura.  È questo l’effetto che mi ha fatto, vivere per tre giorni nella Medina di Marrakech. Uno stile di vita diametralmente opposto a quello occidentale, un modo unico di interpretare il tempo e lo spazio. Vicoli angusti, bui, spesso coperti da improvvisate tettoie che paiono attaccate al nulla. Bambini piccolissimi già per strada, soli, a chiedere l’elemosina, scansati da motorini sfreccianti e carri, trainati da asini e cavalli. Lo smog presente nelle nostre città, par davvero poca cosa a confronto. L’aria è acre e fumosa, ma si riescono a sentire i profumi di spezie e di carne cotta, in maniera netta. Si cucina per la strada, in improvvisati ristoranti con una sola pentola e un unico piatto per tutti gli avventori. Piazza Jama’a el-Fnaa di giorno è teatro delle più svariate “attività”. Addomesticatori di serpenti, uomini con scimmie al guinzaglio, donne dal volto coperto che offrono qualunque cosa e carri stracolmi di arance pronte da spremere. Di notte è un grande e fumoso ristorante a cielo aperto. Uomini in camice bianco organizzano i posti a sedere su improvvisate panche di legno. Un “giro d’affari” capace di coinvolgere un sacco di persone: dai consiglieri, che ti “aggrediscono” in tutte le lingue del mondo per accompagnarti al banco, dal quale percepiscono una quota per ogni cliente fatto sedere. Grande entusiasmo e partecipazione di tutti, nella più frenetica, stretta e incomprensibile cena della mia vita, abbinata a una bottiglia di coca cola. Il conto è stato fatto a penna, sopra una delle tovagliette di carta unta dall’olio dei peperoni. Pochi soldi, per un’emozione piacevole e stordente. Già, perché non si può non rimanere affascinati e storditi da tutti quei profumi e dalla frenetica disorganizzazione nel fare qualunque cosa. Oltre a camminare tutto il giorno, con qualche pausa nella terrazza del Riad, le serate le abbiamo trascorse a curiosare tra le cucine di quelli indicati come i migliori ristoranti di Marrakech. Ho sempre mangiato e bevuto marocchino. In questi luoghi si poteva trovare anche del vino e in alcuni casi anche vini italiani, pochi rispetto ai francesi. Ho mangiato ogni tipo di Tajin, con pollo, agnello, manzo, verdure e pesce. Il vino marocchino non riporta l’anno della vendemmia(almeno, questo è quello che mi ha detto il “sommelier”) e non è certamente nulla di indimenticabile, almeno per ora. Ho bevuto un rosato fatto con del cabernet, un bianco prodotto con semillon e un pinot grigio “ramato”, tutti mediocri, con un punto in più per il pinot grigio.

A pochi metri dal cuore storico della città, è evidente l’avanzare delle correnti occidentali a dare forma all’urbanistica locale. Palazzi dallo stile indefinito e privi di personalità, fanno dimenticare per un attimo che ci si trova in Marocco.

Abbiamo visitato anche il famoso Hotel Mamounia. Bello, lussuoso oltre ogni limite. A bordo piscina donne occidentali dai cappelli a larghe falde, che sorseggiavano cocktail martini in pieno stile pubblicitario. Un “luogo non luogo”, che potrebbe trovarsi anche a Busto Arsizio sortendo il medesimo effetto. Nei variopinti giardini dell’hotel, abbiamo avuto la “sfortuna” di incontrare il banco dei gelati, dove per tre palline ci sono stati estorti ben venticinque euro. E pensare che con la stessa cifra, si cena in uno dei migliori ristoranti della città!

Davvero affascinante e assolutamente da approfondire con più calma. Tornare a Marrakech è d’obbligo.

Pochi giorni ma intensi, condivisi con due compagni di viaggio straordinari, che hanno saputo rendere ancora più colorati e indimenticabili, questi giorni e questo scorcio di Marocco.

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3 risposte a "Marrakech: tre giorni splendidi"

  1. Mannaggia… stò ultimando il mio racconto sul Marocco! Avrei saputo darti molte dritte su Marrakech, ci sono stato 10 giorni a fine ottobre 2009! logicamente mi sono organizzato tutto io tra guide, consigli, punti d’interesse e altro! Dove hai mangiato? dove eri alloggiato? … io se riesco conto di tornarci in Settembre… in ogni caso a breve pubblicherò il mio racconto con indirizzi e quant’altro!

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