Ci tengo a pubblicare un articolo apparso su Bresciaoggi dello scorso 28 aprile a firma Pietro Gorlani, dove si evince l’imbarazzante sfruttamento del territorio nella provincia di Brescia.
G. A.
In otto anni nella Provincia di Brescia sono stati cementificati la bellezza di 6mila 724 ettari di suolo agricolo o boschivo. Per gli amanti dell’unità di misura nostrana, si tratta di 22mila 391 piò bresciani. Si tratta di 2,3 ettari al giorno (record lombardo) di natura cancellata dalla mano dell’uomo: case, capannoni, strade, centri commerciali, coprono ogni 24 ore una superficie equivalente a tre campi di calcio a undici.
E stando alla pioggia di osservazioni piovute sull’ultimo Piano territoriale di coordinamento provinciale (con relativa richiesta di cancellazione di aree agricole) il trend per i prossimi anni non pare destinato a cambiare. I dati sulla cementificazione del suolo sono stati forniti da Ersaf Lombardia (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) e discussi giovedì in un convegno a Milano sul consumo di suolo, organizzato da Legambiente nell’ambito delle celebrazioni dell’Earth Day.
LE INDICAZIONI date dagli esperti dell’Inu (Istituto nazionale di urbanistica) e Sgi (Società geografica italiana) sono davvero preoccupanti, se si pensa che la cementificazione del suolo è responsabile per un 10 per cento dell’inquinamento atmosferico.
I dati provinciali. Vero è che i dati forniti sono pre-crisi economica (scoppiata sulla fine del 2008). Ma sono davvero impressionanti. Se dal 1999 al 2006 la frenesia cementizia nella nostra provincia ha portato alla perdita di 5125 ettari, pari a 17mila piò di terra agricola, nel solo 2007 se ne sono andati 1600 ettari (5400 piò). È come se ogni bresciano (e siamo 1,2 milioni) ogni giorno cementificasse 8 metri quadrati di campi. Cosa diventano i campi tolti all’agricoltura? Per la maggior parte zone industriali, in secondo luogo case, in terzo centri commerciali ed infrastrutturali ma anche cave e discariche
I DATI REGIONALI. Estendendo lo sguardo alla Lombardia vediamo che in otto anni se ne sono andati oltre 34.000 ettari di aree agricole. Una urbanizzazione che a livello regionale procede al ritmo di 12 ettari al giorno in Lombardia (almeno 70 ettari al giorno in Italia), dove al posto dell’erba crescono propaggini disordinate di città. Mentre l’inquinamento di aria e acqua determinano diffuse preoccupazioni, e, conseguentemente, norme di tutela, un fenomeno altrettanto grave come il degrado e la perdita di suolo non è oggetto di analoghe attenzioni in Italia e in Europa: troppi interessi, anche speculativi, giocano a favore di un uso irresponsabile del territorio che, non bisogna dimenticare, è una risorsa limitata e non rinnovabile.
La crisi economica, la “nuova finanza”, la Spagna che potrebbe seguire la Grecia sull’orlo del baratro e la situazione certo non facile dell’Italia…di tutto questo, e di tanto altro, ha parlato il prof. Javier Carrascosa Gonzalez a Roma Tre.
Ecco il servizio sulla conferenza:
http://www.uniroma.tv/?id_video=15929
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Qui a Magenta (MI) l’amministrazione di centro destra approvando il nuovo pgt ha commesso un scempio http://francescoprina.blogspot.com/2010/05/il-consumo-di-suolo-incompatibile-con.html