Ogni anno nuove e inutili cementificazioni in una Provincia che se solo dovesse fare un quarto delle cose che dice, avrebbe ancora un mare di immobili vuoti. Costruzioni che attendono di essere rivalutate con intelligenza e con quel RISPETTO PER IL TERRITORIO che tutti quanti sono pronti a dichiarare esclusivamente per un ritorno economico, che rimbomba come una vendita fine a se stessa, quindi inutile e stupida.
Che fine hanno fatto i sostenitori de “il territorio è il valore di quello che facciamo e quindi dobbiamo averne cura”?? Che fine hanno fatto quelli che per identificarsi scrivono a lettere cubitali(e con orgoglio) il nome del proprio territorio allo stand del Vinitaly?
Ma, conoscono ciò di cui parlano? Conoscono la loro terra? Comprendono cosa significhi TUTELARE la storia e la cultura di un territorio fatto da uomini che hanno vissuto prima di loro?
Oggi l’imperativo è guadagnare subito, tirarsi fuori dalle difficoltà nelle quali strafogano per colpa della loro stessa incapacità, cercando di “lavarsi i panni sporchi in casa”, senza far trapelare nulla al consumatore che vive di facciate indotte da una comunicazione menzognera. Nel frattempo gli cementano ecomostri tra un vigneto e l’altro, preparano discariche in aree dove produrre vino risulta la cosa più naturale del mondo e loro si radunano, paradossalmente, per parlare di FUTURO.
A tutti loro, mi sento di dire solo una cosa: per il futuro, quando dovete vendere il vino e per farlo parlerete di territorio, abbiate l’onestà intellettuale di raccontare tutto, ma proprio tutto del vostro territorio. Raccontate, ai consumatori, anche cosa NON avete fatto per salvaguardarlo dalla stupidità e dagli interessi di qualcuno.
Mi piacerebbe che i produttori della mia provincia, soprattutto quelli della Valténesi colpiti in questi giorni da un affronto assurdo per un territorio tanto bello, che esprimessero qui il loro dissenso, oppure il loro consenso verso il barbaro sfruttamento del loro territorio, della loro storia e della loro cultura.
È importante che i lettori di questo blog ( 50 mila in meno di un anno) sappiano che invierò questo link a tutti i produttori(soprattutto della Valténesi), senza sperare che a farlo sia un qual si voglia consorzio, già impegnato a discutere di futuro. Che i consumatori possano osservare l’impegno di chi dalla terra attinge la propria vita e di chi invece se ne frega.
Signor Arcari ma di cosa si indigna? Le persone sono pronte a combattere per i propri ideali, sempre che gli stessi non escano dai confini della loro proprietà privata. Fare sistema in Valtenesi è un’utopia e la loro mediocrità nell’affrontare le questioni ne è la logica conseguenza.
Provi a vedere se in Borgogna, o a Barolo, o a MOntalcino esiste un mc donald. I territori non si inventano, si tutelano.
Giovanni non potrei essere più d’accordo con te!!! Scrivo questo commento solo per avere le notifiche di tutti i commenti sperando di vedere quello di tanti produttori che vicino a casa mia hanno le proprie cantine.
Attendo..
B.
sto facendo quadrato
io non ho idea di cosa stia succedendo in valtenesi, ma credo fortemente che la tutela del territorio passi necessariamente attraverso la tutela del lavoro di chi quel territorio cerca di conservarlo.
purtroppo oggi chi ci governa pensa solo a rimempirsi le tasche nel giro di pochi anni, la politica nonè più gestione delle cosa pubblica, ma possibilità di incremento veloce dei propri averi.
Condivido appieno con il contenuto di questo post, anche perchè pare la medesima vicenda occorsa ad altre (forse tante), e concordo anche con Stefano perchè in quanto a mediocrità e/o superficialità questa abbonda anche nella mia provincia.
Va bene indignarsi, va bene sfogarsi, va bene alzare manifesti a favore dell’ambiente. Tutto questo fa parte di una cultura che ama il territorio, ma oltre a questo cosa si può fare? In un altro post ho commentato le cause ora proverò a suggerire dei rimedi.
Chi ama il territorio dovrebbe stringersi attorno ai produttori che fanno eccellenza.
Costituendo gruppi di opinione per influenzare le amministrazioni.
Suggerire alle amministrazioni soluzioni alternative, con progetti di massima.
Ideare progetti di piccola entità ma di grande rilievo di contenuti e di comunicazione.
Far crescere nelle associazioni territoriali (alpini, gruppi sportivi, gruppi di solidarietà, ecc) la pressione verso l’opinione pubblica affinchè non vengano elette amministrazioni dal profilo ambiguo.
Far crescere la micro economia familiare del B&B, dell’agriturismo, del turismo di fine settimana, ecc.
Coinvolgere i produttori a misurarsi con il mercato con prodotti “frendly” facili e simpatici.
Creare dei marchi territoriali che siano da emblema alle organizzazioni di volontariato: “Io amo la Valtenesi”.
Partecipare ai dibattiti pubblici con argomentazioni costruttive e non polemiche.
Introdurre elementi di cultura territoriale legati alla storia, alla enogastronomia e alle bellezze dei nostri luoghi nei giovani e nei bimbi, per mezzo della frequentazione degli oratori.
Insomma far crescere con la volontà e la pazienza una nuova mentalità. Non bisogna essere contro quello che succede, perchè comunque succederà, ma si deve essere a favore del cambiamento, anche in tempi rapidi.
Grazie.
Corrado Corradini
Caro Corrado,
sono assolutamente d’accordo con te, ma come si può iniziare questo percorso di sensibilizzazione se i “primi attori”, coloro che grazie al territorio vivono, non vogliono esprimersi né come uomini liberi, né come figure istituzionali del loro specifico settore? Come si può amare un territorio nel quale operano persone che per prime, fanno finta che nulla stia succedendo per non disturbare i manovratori? Come ci si può stringere attorno ad un’eccellenza che francamente, fatico a riconoscere come tale?
Un grande vino, così come un prodotto d’eccellenza portano l’impronta di un uomo altrettanto grande, che prima di produrre, crea e sviluppa con intelligenza.
Questo (http://www.masciarelli.it/) è stato un grande uomo, partito con 2 ettari del padre e arrivato a produrre da solo di più di tutta la Valténesi, sia in numeri che in qualità. E questo (http://www.sanmartinosm.it/) è quello che ha fatto per il suo territorio, in un percorso durato anni dove ha dimostrato ai suoi compaesani prima e a tutto l’Abruzzo poi, il valore di un territorio che dev’essere tutelato. Lui ha sempre dato concretezza alle cose e non si è mai permesso di rimanere con le mani in mano di fronte alla stupidità umana. http://terrauomocielo.org/2009/07/31/gianni-masciarelli/. Le idee ci sono, ma manca chi le possa ascoltare.
Dimenticavo…