Fermi tutti, non ne posso più! In ventiquattrore si passa dalla voglia di una vespa e di lago, a quella di un camino, rognone trifolato con polenta e lambrusco in scodella, avvolti in un ridicolo maglione dolcevita in “lana pizzicosa” anni ’80 (ne ho una collezione infinita!).
Una mattina mi sveglio con il sole in faccia e con tanta voglia di fare che metto subito il naso fuori di casa, per accorgermi della magia della natura. Fiori bianchi tra i filari delle vigne che accennano il primo pianto, in un’aria dal perfetto tepore primaverile. Fantastico!
Il giorno dopo lo scenario è disastroso! Sveglia alle sei del mattino perché il rumore dell’acqua che s’infrange sul vetro, ha inzuppato talmente tanto le pecore che stavo contando che, le stesse, non riescono più a oltrepassare quella stupida asticella, che divide il regno del sonno, da quello del “dinamismo quotidiano” che spesso non riesco ad abbandonare nemmeno quando dovrei. Melatonina, inutile. Metto necessariamente il naso fuori di casa, abbandonando su una seggiola il giubbetto da temperatura ideale, per rivestire i panni di uno scazzatissimo babbo natale.
Salgo in macchina e mi rendo conto di essere piombato nuovamente nelle tenebre. Al bar, i vecchi (quelli che ormai si orientano solo con i centri commerciali) parlano di grandi cataclismi naturali avvenuti nella notte. Vento a 300 orari ma solo in una frazione di Rovato (non quella del centro commerciale), pioggia e grandine invece hanno colpito auto e ciclisti più a est, dalle parti di Rodengo Saiano (proprio dove sorge il centro commerciale). Mentre cerchi, affaticato nell’animo, di raggiungere la città, ti rendi conto che i campi con i fiori non esistono più, che la temperatura è crollata a picco nel giro di poche ore, che la gente in macchina è furiosa, che le donne si sono coperte nuovamente le gambe, che se qualcuno è salito sul “Guglielmo” il giorno prima e si è fermato a bivaccare in tenda, è certamente una persona da non invidiare. E inesorabilmente pensi se Bill Murray, si sarebbe lamentato di ripetere continuamente il giorno della marmotta, vedendo un cielo tanto tetro. Ma che è?!
E la vigna? Sostanzialmente si stavano “rompendo le acque”! Iniziava il risveglio dopo il lungo letargo. Già in ordine, pronta, legata da mani sapienti. Il freddo ha ridimensionato i suoi piani, non le fa rintoccare il tempo come vorrebbe. Ne sta ritardando le danze.
Ora, dal momento che la Pasqua è alle porte, e le persone dovrebbero essere più spensierate, vorrei formulare un desiderio da gettare al vento. Siccome tutti quanti abbiamo voglia, urgenza impellente di sole e temperature miti e poi la stagione è quella giusta(!), e anche perché vorrei andarmene un paio di giorni a Sassello, non si potrebbe velocizzare almeno questa pratica? Non si potrebbe scaldare tutta l’Italia in un caloroso abbraccio di sole?
L’umore non ne può davvero più e giovedì prossimo comincia Vinitaly.
caro giovanni,
come ci insegna la saggezza popolare: primavera tardiva, primavera fruttiva!
quindi non lamentiamoci e aspettiamo del resto come diceva Erick Draven “non può piovere per sempre”
….potresti averlo scritto oggi…sempre pioggia, freddo e umore grigio…aspettiamo domani per sorridere ma solo domani non oltre!
intanto si parte
@Enrico primavera tardiva speriamo no gelata altrimenti niente frutta(ti scrivo con una mano sola…scaramanzia)
@Giovanni tazza di Lambrusco con rognone trifolato ,io avrei optato per secchio di barbera 🙂 ciao gp
bene bene, tocchi un argomento su cui mi sento preparata. nel senso che ci ho pensato talmente tanto negli ultimi 2 mesi che ho sviscerato tutte le possibili (credo) angolazioni.
posto che, a dispetto dei miei desideri, mi rendo conto che non può essere estate 12 mesi all’anno; e posto che, a sentire i metereologi, la primavera non ci sarà, ma si passerà dal piovigginoso freddolino alle temperature più propriamente estive, rinforzando l’autorità di quelli che sostengono che non ci sono più le mezze stagioni…
(arrivo al punto)
se le stagioni sono due, chiedo formalmente che ci sia più equilibrio tra le durate delle stesse. non vale che l’inverno dura 10 mesi e l’estate 2.