OPOL: Concretezza delle Idee

La storia che vi racconto parte “dall’alto”, dalla montagna, dalla Valle Camonica. Come molti sapranno TerraUomoCielo ha iniziato da qualche tempo a interessarsi della Montagna Bresciana, precisamente abbiamo iniziato a dare supporto a chi in quella terra ha riposto speranze, decidendo di investire tempo e denaro, perché convinto del valore che la sua terra natia porta in seno. Come già detto, Enrico Togni è l’unico contadino che in Valle Camonica produce vino, come sua unica attività.

Il confronto, relativo al valore vinicolo del territorio Camuno(ancora assolutamente inespresso da parte dei suoi attori), è consuetudine tra me ed Enrico, tant’è che lo scorso anno, il buon Togni, ha avuto un’idea importante, nata da una concreta esigenza.

La viticoltura della Valle è attualmente hobbistica oppure, per “molti”, un’attività secondaria, costituita da uomini in pensione, proprietari da sempre di un piccolo vigneto, spesso mantenuto con notevoli sforzi, mossi anche dal miraggio di uno sviluppo vitivinicolo interessante. Un miraggio appunto.

Poi è arrivata la crisi e con lei i problemi. Nel 2009 il crollo dei prezzi delle uve, che ha portato alcuni valligiani a chiedersi se fosse ancora conveniente coltivare la vite.

Partendo dal presupposto che il valore umano, nel mondo della viticoltura, conti notevolmente di più dei lieviti indigeni, o di “quell’assassina” della solforosa (termini che ultimamente riempiono la bocca d’ipocriti sedicenti esperti nati ieri, con decorrenza domani) si è deciso di investire concretamente sul territorio.

Si è stretto un accordo con questi contadini, innanzitutto pagando la loro uva (che nessuno avrebbe ritirato) il doppio rispetto al prezzo di mercato. Si è deciso di formare queste persone con un criterio estremamente realistico, nella conduzione del proprio vigneto. Ci si è limitati a illustrargli la tecnica agronomica (è venuto un agronomo, Giacomo Groppetti, non dei guru improvvisati) e le migliori condizioni per gestire la vigna con intelligenza e rispetto, perché i contadini devono sentirsi custodi della loro terra e non barbari sfruttatori.

Bene, con l’uva dei contadini vendemmiata nei tempi più indicati per ognuno, abbiamo realizzato un vino: “Opol”. Il termine (Opol) deriva dal dialetto della Valle e significa “gamba di vite” ovvero un sistema di allevamento a tendone molto diffuso in Valcamonica nel passato, che consentiva lo sfruttamento totale del terreno. Sopra la vite e sotto il tendone ortaggi, patate, mais, legumi…

Il vino ottenuto, che imbottiglieremo a giorni, ha molteplici valenze.

Si è voluto realizzare un sistema che possa consentire ai contadini di non perdere il contatto con la terra e con la vite, e che consenta loro di percepire l’importanza che il territorio rappresenta. La tutela del valore storico-culturale della viticoltura in Valle (la viticoltura di montagna) . Non per ultimo, la possibilità di cominciare a dare una “direzione” al sistema vitivinicolo del territorio, fino a oggi quasi totalmente inesistente.

Opol è un vino rosso d’annata, ottenuto con diverse varietà di uve. Ha il carattere della montagna, fatto di fatica e tenacia.

Del vino ne parlerò in un successivo post, non appena avremo deciso la forma del vitreo contenitore(indicativamente saranno solo magnum), ma la cosa importante è che per degustare questo vino sarà necessario spostarsi in Valcamonica e presto vi spiegherò perché.

Concretezza, consapevolezza, passione e amore per il territorio, in un progetto intelligentemente umano e per nulla “paranormale”.


3 risposte a "OPOL: Concretezza delle Idee"

  1. Enrico Togni mi ha raccontato di persona di OPOL, Giovanni me ne aveva accennato tempo fa, entrambi a guardare il contenitore dove questa chimera riposa il suo giusto tempo. Frutto di un lavoro misconosciuto, con le uve che lo compongono ben pagate, abbondantemente al di sopra del valore di mercato, a chi coltiva un suo piccolo sogno. Un vino che a mio avviso trascenderà da quello che è perchè esprime e contiene umanità, salvaguardia della persona e del territorio, identità e attenzione per i valori.
    Siamo, necessita dirlo, lontani da tutti i vini che nascono per realizzare solo “business”, cavalcando transitori infatuamenti – magari ignorati o denigrati poco prima … -, siamo nella terra del sogno concreto, splendido ossimoro, materializzato grazie alla volontà, ma anche alla preparazione e competenza di chi vi si è accostato con giusta dedizione.
    Parliamo di queste cose, facciamole conoscere, aspetto i tuoi prossimi interventi Giovanni, avanti così.

  2. Bel progetto, veramente.é piacevole vedere parlare di viticultura ,da chi lavora e fatica ci campa davvero….bello anche il video con una cornice unica,adesso aspetterò di bere Opol.ciao GP
    P.S. Giovanni ci vediamo al Vinitaly?

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